Il caso che sta scuotendo la Juventus continua a tenere banco, con l’attenzione massima anche da parte delle istituzioni, non solo quelle calcistiche. Oggi una voce autorevole come quella del Ministro dello Sport Andrea Abodi si è espressa sulla delicata situazione che sta vivendo il club bianconero all’indomani delle dimissioni del CdA, a seguito delle indagini su plusvalenze e sulla manovra stipendi.
- Abodi: "Il bello dello sport è che si può morire e rinascere"
- Il peso dell'indagine UEFA
- Abodi ferma Lotito: "Niente norme ad hoc per la Serie A"
Abodi: “Il bello dello sport è che si può morire e rinascere”
L’ex presidente della Serie B e del Credito Sportivo ha risposto alla domande dei giornalisti a margine del Question Time alla Camera. Intrattenendosi con i cronisti in Transatlantico, Abodi si è così espresso sulla vexata quaestio che sta coinvolgendo uno dei club più importanti del calcio italiano: “Mi trovo in mezzo tra la Procura e la Procura Federale, non è che arrivo io e dico chi è colpevole e chi no però la cosa bella dello sport è che si può morire e poi rinascere”.
Poi ha ulteriormente argomentato: “Se bisogna fare un’autopsia ricordo che è successo a tante squadre: è successo al Napoli, al Palermo, la stessa Juve. A costo di essere considerato un pericoloso sognatore credo che debba arrivare il momento della chiarezza e della responsabilità”. Insomma, secondo il responsabile del dicastero sportivo non bisogna escludere nulla in merito all’epilogo della vicenda che sta interessando la Juve, con risvolti non solo giuridici ma anche sportivi (leggi: retrocessione).
Il peso dell’indagine UEFA
Sappiamo infatti che ultimamente ci si è messa pure l’UEFA a far tremare i polsi ai vertici del club e ai tifosi, con una inchiesta sulle ipotetiche violazioni al Fair Play finanziario che potrebbero costare alla Juve la partecipazione alle coppe europee, oltre alle competizioni nazionali come riconosciuto dallo stesso club nella relazione finanziaria al 30 giugno 2022 approvata nuovamente questo mese (ma c’è da specificare che in questo tipologia di documento, per legge, bisogna sempre illustrare agli azionisti tutti i possibili scenari, anche quelli più infausti). Non aiuta poi l’indiscrezione su un’altra possibile violazione balzata fuori in queste ore da alcune intercettazioni telefoniche, ovvero il mancato rispetto delle regole FIFA sulle terze parti riguardo i diritti del giocatore Mohamed Amine Ihattaren, pare di proprietà del compianto agente Mino Raiola.
Abodi ferma Lotito: “Niente norme ad hoc per la Serie A”
Tornando ad Abodi, quest’ultimo si è anche espresso su un altro tema di discussione molto caldo nel mondo del calcio nostrano, ovvero la possibilità di rateizzazione dei versamenti IRPEF che i club di Serie A, B e C devono corrispondere entro il 22 dicembre di quest’anno (inizialmente doveva essere il 16): parliamo globalmente di 480 milioni, un accumulo di tasse sospese nel biennio pandemico.
Il Ministro ha parlato a nome del Governo, il cui orientamento non è favorevole rispetto all’emendamento al Decreto Aiuti Quater presentato dal senatore Claudio Lotito (storico avversario di Abodi, tra l’altro) e che permette (permetteva?) di rateizzare in 60 rate per cinque anni i debiti dei club: “Siamo contrari a delle norme ad hoc per le società sportive e di serie A in particolare – ha scandito il Ministro -. Le società sportive rientrano nel novero delle imprese e non ci sono le condizioni per mettere a disposizione strumenti esclusivi. L’opinione pubblica non capirebbe. Ci rendiamo conto dell’importanza di questo settore dal punto di vista della socialità e della comunicazione, ma non riteniamo ci siano le condizioni per mettere a disposizione strumenti che siano esclusivi del settore”.