Fino a questo momento, la Juventus sta vivendo quella che si può tranquillmente definire la stagione peggiore dall’inizio della sua tirannia. Il terzo posto in campionato (a – 6 dal Milan 2° e a – 10 dalla capolista Inter, seppur con una gara in meno) e soprattutto un gioco che non convince sono le principali motivazioni delle critiche rivolte ad Andrea Pirlo, tecnico alla prima vera esperienza professionistica e chiamato a gestire una rivoluzione della rosa per cui forse non era davvero preparatoÂ
Andando a controllare i meri numeri, ci si accorge immediatamente come questa Juve sia sostanzialmente molto simile a quella del primo anno di Antonio Conte. Nella stagione 2011/2012, dopo 23 giornate la Juve viaggiava ad una media piuttosto simile a quella attuale (49 punti contro i 46 attuali), frutto di 13 vittorie (come con Pirlo), 10 pareggi e 0 sconfitte. Quello che salta all’occhio subito però è la differenza di clean-sheet, ossia di partite nelle quali la squadra non ha subito gol: 12 con Conte, solo 7 con Pirlo.Â
Certo, i bianconeri di Conte potevano contare di un Chiellini e un Barzagli al top della carriera, ma è anche vero che il tecnico salentino aveva a disposizione una rosa infinitamente inferiore rispetto a quella su cui può contare oggi Pirlo.Â
I numeri si fanno ancora più impietosi se confrontati con le stagioni successive. Sempre dopo 23 giornate, nel 2012/2013 i punti erano 52 (+6), nel 2013/2014 (l’anno dei 102 punti in Serie A), ben 60 (+14).Â
Non va meglio se si paragona questa Juve a quella di Max Allegri, che nei suoi 5 anni ha sempre cannibalizzato la competizione (tranne il suo secondo anno, il 2016, nel quale dopo una prima parte di stagione davvero deludente fu autore di una cavalcata trionfale fino al titolo). L’ultimo anno di Max poi è stata davvero una lotta contro nessuno: 20 vittorie e 3 pareggi nelle prime 23, 0 sconfitte, 49 gol fatti a fronte di solamente 15 subiti e 63 punti in classifica (+ 17 rispetto ad ora).
Un’altra cosa si può evidenziare, questa volta senza stare a leggere numeri ma semplicemente guardando le partite. Questa squadra non è solida, non dà mai l’impressione di essere in controllo della partita. Anche quando riesce ad andare in vantaggio, non è mai in grado di gestire la partita e di mantenere quel gol di vantaggio. Proprio quanto successo, per esempio, nell’ultima giornata contro il Verona. Dopo essere passata in vantaggio col solito gol di Cristiano Ronaldo (alla sua miglior stagione da un punto di vista realizzativo in Italia), la Juve ha iniziato ad arretrare il baricentro e non si è dimostrata capace di gestire la partita e finire un avversario alle corde. Anzi, si è fatta raggiungere da un gran colpo di testa di Barak (stagione impressionate la sua).
I numeri, insomma, inchiodano Pirlo alle sue responsabilità . Nonostante le tante attenuanti del caso (stagione di transizione, giocata senza pubblico e con molti giocatori giovani) la rosa a disposizione è probabilmente ancora la migliore in Serie A, e se si continua così il rischio di rimanere fuori dalle prime 4 è molto concreto. Al Maestro l’ardua soluzione, anche perchè visti i conti bianconeri (-60 milioni di euro rispetto all’ultimo semestre del 2020), un anno senza Champions League rappresenterebbe un colpo da cui sarebbe dura ripartire.