Come in un eterno ritorno, privata dei favori della critica e del pubblico di estimatori anche più nostalgici, la Juventus declinata secondo la visione di gioco di Andrea Pirlo delude le aspettative anche contro un Verona più che abbordabile. Pur riconoscendo a Pirlo quanto raccolto fino ad ora, nell’amalgama complicato da avvicendamenti e da una situazione societaria tra le più incerte ed instabili dell’era Agnelli (Andrea), come la Supercoppa, il percorso in Coppa Italia e la possibilità di proseguire in Champions, la distanza dall’Inter è abissale, profonda. Quei 10 punti suscitano disagio, inutile negarlo, nonostante le attenuanti altrettanto innegabili legate ad infortuni e assenze, dunque importanti.
Le carenze della Juve: assenza di programmazione e infortuni
Carenze che non offuscano né l’inspiegabile carenza in organico di attaccanti (per una squadra che deve sostenere anche l’impegno Champions), né il suo mostrarsi troppo e ancora troppo dipendente dall’estro di Cristiano Ronaldo, a cui lo stesso Pirlo deve inevitabilmente affidarsi, in questa fase.
Il confronto con i precedessori, Massimiliano Allegri e lo stesso Maurizio Sarri per intenderci, è impietoso ma altrettanto esplicativo di quanto incida, per un neo allenatore, una programmazione adeguata agli obiettivi che il club avrebbe affidato a Fabio Paratici e a Pavel Nedved, i quali hanno destato anche tra la tifoseria più clemente, interrogativi legati alle dubbie scelte in tema di acquisti e cessioni.
Senza tralasciare lo stile Juve che, francamente, in circostanze specifiche non si è palesato né ai microfoni, né sugli spalti. Quanto avvenuto in questa stagione, complice la pandemia, può aver scosso ma non presuppone esternazioni e comportamenti censurabili e, infatti, sanzionati dal Giudice Sportivo.
Pirlo costretto a vincere, anche per Cristiano Ronaldo
La Juventus è scivolata in una crisi tangibile, palese e prevedibile di cui la dirigenza era cosciente a inizio stagione, quando decise di affidare al debuttante Andrea Pirlo, il quale sta affrontando con coraggio momenti complicati, una compagine da plasmare, rendere fluida e consapevole ma con un progetto che ancora stenta a mostrarsi e con un mercato assai poco soddisfacente e di prospettiva.
Se, ad oggi, Pirlo è in difficoltà è anche per i demeriti scaturiti dall’assenza di seconde linee adeguate alle ambizioni e a liberarlo dal complesso di Cristiano Ronaldo, al quale – ancora una volta – si affidano le sorti di una partita, di un tratto, di un carattere distintivo.
In 10 giorni al Maestro toccherà portare punti e risultati: tra Spezia, Lazio e soprattutto Porto, si deciderà la stagione. E il futuro della società e di Cristiano Ronaldo.
VIRGILIO SPORT