Nuova svolta nel caso plusvalenze che vede coinvolta la Juventus ed altre società italiane. La Procura di Bologna ha infatti chiesto l’archiviazione per il caso che riguardava l’affare relativo a Riccardo Orsolini e che portò il giocatore dalla squadra bianconera al trasferimento al Bologna.
- Affare Orsolini, la Procura di Bologna chiede l’archiviazione
- Juventus e Bologna, il promemoria della discordia
- Plusvalenze: il lavoro delle procure italiane
Affare Orsolini, la Procura di Bologna chiede l’archiviazione
La Procura di Bologna ha chiesto al gip l’archiviazione del procedimento penale contro ignoti nella vicenda che ha visto il passaggio di Riccardo Orsolini dalla Juventus al Bologna, ed in particolar modo ad essere finito nel mirino degli inquirenti era l’accordo di “recompra” siglato ma poi mai depositato. Per la Procura la decisione di chiedere l’archiviazione nasce “dall’insussistenza di elementi conducenti a ritenere sussistente una condotta penalmente rilevante, tantomeno inquadrata nel falso in bilancio”. La Procura di Bologna si era attivata dopo che gli atti gli erano stati trasmessi da Torino sul caso che riguarda le plusvalenze della Juventus.
Juventus e Bologna, il promemoria della discordia
L’affare che ha portato Orsolini a vestire la maglia del Bologna è finito al centro delle indagini a seguito del ritrovamento di un promemoria che riportava un accordo di ricompra da parte della Vecchia Signora. Sull’atto però le firme non erano leggibili e immediatamente identificabili anche se per alcuni riporterebbero a Cesare Gebasio della Juve e a Claudio Fenici per il Bologna, inoltre per i pm non si “può sostenere la giuridica e documentata esistenza e soprattutto l’azionalità in caso di dissenso o inadempimento”. A rendere nullo il documento sarebbe anche la mancanza della firma del giocatore per accettazione. Inoltre la scelta di non depositare il contratto lo rende a maggior ragione inefficace e per la Procura si tratta di un documento non civilisticamente rilevante.
Plusvalenze: il lavoro delle procure italiane
Se il caso della Juventus è nato dalla Procura di Torino, a cascata ora anche altre procure in giro per l’Italia stanno seguendo l’esempio dei giudici piemontesi. Solo qualche settimana fa si è registrato un blitz della Guardia di Finanza nella sede della Sampdoria con l’obiettivo di requisire i documenti di alcuni movimenti tra le due squadre e che risalgono alò periodo che va dal 2019 al 2021 quando alla guida del club blucerchiato c’era l’ex presidente Massimo Ferrero.