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Juventus: rischio carcere per Agnelli e Nedved, Chiellini reticente

La posizione dell'ex presidente e dei dirigenti coinvolti si fa più complicata. L'accusa di aggiotaggio è pesante e i pm non convinti da Chiellini.

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Il capo d’accusa che spaventa maggiormente i vertici della Juventus e, in particolare, Andrea Agnelli e Pavel Nedved, è quello di aggiotaggio. Il rischio? Il carcere.

Juventus, Agnelli e Nedved rischiano 12 anni di carcere

La posizione dei vertici della Juventus si fa sempre più complicata. Nonostante le dimissioni, il quadro generale non è affatto incoraggiante, in particolare, per Andrea Agnelli e Pavel Nedved (rinviati a giudizio insieme ad altri dirigenti).

Come riporta la Repubblica, l’accusa di aggiotaggio è molto pesante. Se venissero confermate irregolarità nella comunicazione ufficiale del club bianconero (con conseguente condizionamento del titolo in Borsa), ecco che il reato diventerebbe punibile con una pena fino a 12 anni di carcere.

Juventus, il comunicato della rinuncia ai quattro stipendi

Sotto la lente d’ingrandimento il comunicato ufficiale rilasciato dalla Juventus in cui si parlava di una rinuncia, di quattro stipendi, da parte dei calciatori bianconeri. Intesa raggiunta lo scorso 28 marzo 2020 con conseguente rialzo del titolo in Borsa.

Accordo che nascondeva un secondo patto tra le parti, ovvero la rinuncia ai quattro mesi di stipendi avrebbe comportato il successivo pagamento, da parte della Juventus, di tre stipendi nel corso dell’anno successivo. Gli inquirenti fanno leva sul fatto che, dopo il comunicato del 28 marzo, il titolo in Borsa della Juventus ha registrato un aumento del 5,07%. Un aumento frutto, secondo l’accusa, di comunicazioni non corrette.

Juventus, Chiellini considerato reticente dai pm

La posizione di Giorgio Chiellini è considerata molto rilevante da parte dell’accusa. Il difensore bianconero è colui che ha mandato il famoso messaggio alla squadra legato all’accordo sulle quattro mensilità a cui rinunciare (per poi riaverne tre l’anno successivo). Chat che sarebbe stata resa nota ai pm da Mattia De Sciglio e dall’ex difensore bianconero Matthjis de Ligt.

“Gli accertamenti sono stati ostacolati dal contegno reticente assunto dai dirigenti e finanche da qualche giocatore, su tutti Giorgio Chiellini, che non hanno in alcun modo contribuito alla ricostruzione dei fatti“, questo il giudizio dei pm circa il contributo dell’ex capitano bianconero, ascoltato lo scorso 4 aprile.

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