Emergono nuovi particolari sull’inchiesta giudiziaria legata a falsi in bilancio, plusvalenze fittizie e stipendi versati in maniera irregolare da parte della Juventus. Non ci sono solo le intercettazioni a inchiodare i dirigenti del club bianconero, alcune prove emergono dai messaggi di Whatsapp mandati da Giorgio Chiellini nel gruppo di squadra della Juventus per spiegare come il club volesse che la comunicazione all’esterno fosse che i calciatori avrebbero rinunciato a 4 mensilità, quando loro invece sapevano che 3 le avrebbero recuperate.
- Juventus, de Ligt e De Sciglio hanno fornito screenshot agli inquirenti
- Juventus, Chiellini fornisce un'altra versione alla Procura
- Juventus, Sarri si preoccupò in anticipo sui tempi dell'esonero
Juventus, de Ligt e De Sciglio hanno fornito screenshot agli inquirenti
Come hanno fatto i Pm ad entrare in possesso delle chat private di gruppo dei giocatori? Il capitano dell’epoca, Giorgio Chiellini, in un lungo messaggio nella chat di squadra su whatsapp aveva spiegato i termini dell’accordo chiedendo di non parlarne nelle interviste perché nel comunicato sarebbe stato poi scritto che rinunciano a quattro stipendi “per questioni legate alla Borsa ma le schermate originali della conversazione sono state fornite agli inquirenti da De Sciglio e De Ligt, secondo quanto scrive Gazzetta.it.
Juventus, Chiellini fornisce un’altra versione alla Procura
Nella sua deposizione in Procura Chiellini ha fornito una versione differente rispetto a quanto detto in chat: “Se non avessi continuato a giocare a calcio nelle stagioni a venire, mi era stato proposto un incarico da ambassador in cui inserire anche il corrispettivo delle due buste paga di aprile-maggio 2021. Un contratto che andrà a partire da quando smetterò per tre anni. Le due mensilità sono state caricate lì e quindi ancora devo percepirle”.
Juventus, Sarri si preoccupò in anticipo sui tempi dell’esonero
Singolare infine la deposizione di Sarri, che fa capire come il tecnico di Figline subdorasse con largo anticipo l’esonero: “Parlai al telefono con Paratici perché eravamo in lockdown. Mi disse che c’era già l’accordo con i calciatori e che sarebbe stato opportuno che anche io mi accodassi”.
“A me è stata proposta solo la rinuncia di quattro mesi, con tre mesi che sarebbero stati pagati sul contratto dell’anno dopo”. Al che, il tecnico si preoccupa di poter essere esonerato e non ottenere poi gli stipendi arretrati. “Ma alla fine è stato previsto per me l’incentivo all’esodo in caso di esonero“.