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Juve, l'ammissione di Dybala sulla manovra stipendi: "Meglio se lo facciamo per il rinnovo"

Emergono nuove indiscrezioni riguardo alla manovra stipendi della Juventus. In questo caso a parlare è Paulo Dybala, sentito a marzo.

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Intricato quanto complesso il quadro che viene restituito, oltre che dalle intercettazioni pubblicate, dalle testimonianze che i giocatori della Juventus avrebbero reso in Procura relativamente a quella che era stata presentata come un’operazione virtuosa quanto necessaria, lodevole addirittura, la manovra stipendi.

Come riporta nell’edizione odierna Repubblica, l’avevano confermato tutti, in Procura, che non avevano rinunciato a quattro stipendi ma soltanto a uno. Alex Sandro, Adrien Rabiot, Federico Bernardeschi. E poi Cuadrado, Danilo, Rugani, Demiral, Dybala, il capitano Chiellini, Bonucci e persino Buffon – si legge sul quotidiano – che “l’accordo era sempre stato questo: rinunciare a una sola mensilità”.

Juve, Dybala e i dubbi sulla manovra stipendi

Mentre da quel che è stato riportato Bernardeschi e altri compagni erano in Italia, quando si incominciò a parlare di questa operazione, all’epoca Dybala si trovava all’estero in una fase delicatissima per la sua carriera che, dopo un rinnovo che non arrivava, avvertiva un clima di sospensione. Una indeterminatezza che, senza aggiunte, ha descritto con queste affermazioni riportate da Repubblica:

“Era un periodo confuso. Ricordo che prendemmo la decisione di decidere, se accettare o meno, tutti insieme”.

L’accordo era stato raggiunto a marzo 2020,nel pieno della fase più critica della pandemia esplosa quale emergenza sanitaria. Ma la firma era stata a maggio. In sostanza, stando a questa versione quello che però avevano firmato i calciatori era ben diverso da quanto diramato dalla Juventus nel comunicato ufficiale che, come aveva spiegato il capitano Chiellini sarebbe dovuto uscire diverso «per questioni di borsa» con la richiesta emersa dal messaggio diffuso da Il Fatto quotidiano.

“Tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva che noi avremmo preso tre mesi pagati più avanti”, ha ammesso Dybala.

I pm avevano mostrato il documento ai calciatori presentatisi in Procura, così come anche la scrittura privata tra Andrea Agnelli e Giorgio Chiellini. “Non l’ho mai visto”, hanno commentato i calciatori, pur ammettendo che rispecchiava “l’accordo raggiunto”.

Capitan Chiellini avrebbe affermato che tutti erano a conoscenza di tutto. Tutti sapevano che il comunicato sarebbe uscito diverso. «Non lo ricordo», aveva invece detto Buffon rendendo dichiarazioni «del tutto generiche» secondo i pm.

La verità sulla manovra stipendi Juve di Dybala

Torniamo a Dybala e a quel che è stato rivelato da Repubblica su questo suo caso specifico:

“Ti faccio la domanda per l’ultima volta: quante volte sei andato a firmare?”. “Non ricordo – rispondeva Dybala – ma ricordo con esattezza che quando ho firmato la scrittura sulla riduzione avevamo già raggiunto l’accordo con la società. Credo insieme. In una rinunciavamo e nell’altra riprendevamo tre mensilità. Di fatto prendevamo il doppio alcuni mesi della stagione successiva”.

Sulla “seconda manovra”, i calciatori interrogati avrebbero confermato «lo spostamento di quattro mensilità, senza rinuncia alcuna, con garanzia di pagamento anche in caso di trasferimento ad altra squadra».

Dybala ha una specifica, su questa parte della questione assai delicata:

“Ognuno questa volta decideva per sé”, ha spiegato. “Io non volevo aderire, volevo ricevere tutti i mesi lo stipendio. Poi il mio gruppo di lavoro mi ha detto: meglio se lo facciamo, abbiamo un buon rapporto con la società, per avere migliori prospettive per il rinnovo”.

La firma alla Continassa: le perplessità di Bonucci

Anche in questo caso, maggio 2021, la firma era alla Continassa, davanti a Fabio Paratici, Cesare Gabasio o Paolo Morganti. Sempre in un solo giorno riduzioni e integrazioni stando alla ricostruzione diffusa dal quotidiano. Non tutti, però, avevano accettato senza riserve.

Anche l’intercettazione tra Paratici e Bonucci potrebbe essere letta come un dubbio. Ai pm Bonucci aveva raccontati così quella conversazione: “A Paratici dissi: Fabio, io mi fido di te, ma se poi arriva un altro?”. La risposta fu: “Leo, la Juventus è quotata in borsa, è degli Agnelli, vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?”.

Juve, l'ammissione di Dybala sulla manovra stipendi: "Meglio se lo facciamo per il rinnovo" Fonte: ANSA

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