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Juventus senza pace, spunta l'incubo di una nuova penalizzazione

Mentre i legali del club bianconero preparano il ricorso da presentare presso il Collegio di Garanzia del Coni contro il -15 inflitto dalla Procura federale, società e tifosi tremano per gli altri due filoni dell'inchiesta: partnership opache e manovra stipendi

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La classica quiete prima della, probabile, tempesta, destinata a scatenarsi in punta di diritto. Dopo la penalizzazione-shock di 15 punti ai danni della Juventus, che ha stravolto la classifica della Serie A e gli orizzonti a breve e lungo termine del club bianconero, già staccato al pari delle altre grandi del campionato dal lanciatissimo Napoli, ma ora lontano anche dalle posizioni che valgono le coppe europee, in casa bianconera l’attesa per le motivazioni della sentenza, necessarie per ultimare il ricorso da presentare entro 30 giorni dal deposito delle stesse, è tutt’altro che inattiva.

Juventus, il ricorso al Collegio di Garanzia verterà sull’illegittimità della sentenza

Mentre infatti tanto John Elkann quanto i componenti del nuovo board, scelti proprio dal numero 1 di Exor, ovvero il presidente Gianluca Ferrero e l’amministratore delegato Maurizio Scanavino, hanno annunciato l’intenzione della società di difendersi in ogni sede possibile da una sentenza ritenuta “palesemente ingiusta”, i legali della società fanno il proprio lavoro, ovvero quello di confezionare un ricorso che possa convincere il Collegio di Garanzia presso il Coni ad annullare la sentenza (il pronunciamento è atteso non prima di fine febbraio).

È, questa, l’unica soluzione possibile, almeno nel prossimo grado di giudizio, per ribaltare la situazione, dal momento che il Collegio non può giudicare nel merito la sentenza, quindi disquisire sull’ammontare della penalizzazione, bensì solo sulla sua legittimità, che secondo gli avvocati della Juventus sarebbe provata dal fatto che la riapertura del processo è avvenuta con capi d’accusa diversi rispetto a quelli in base ai quali la società era già stata giudicate e assolta due volte nella primavera 2022, quando mancava la contestazione dell’articolo 4, presente invece nel processo-lampo che ha portato alla maxi-penalizzazione.

Partenership opache e manovra stipendi, la Procura federale pronta a mettere ancora nel mirino la Juventus

Si vedrà, ma intanto se sul campo la squadra sembra aver reagito bene, stando almeno alla prestazione fornita contro l’Atalanta, l’incubo dei tifosi juventini è che lo sprofondo in classifica possa non essere finito qui.

Come noto, infatti, la Procura Federale sta indagando anche su altri due, scottanti filoni, quello, sempre legato alle plusvalenze, che riguarda le “partnership opache nei rapporti debito-credito” e quello sulla famosa “manovra stipendi”, relative alle quattro mensilità ai calciatori risalenti al periodo dello scoppio della pandemia di Coronavirus alle quali ufficialmente i giocatori avrebbero rinunciato, ma che il club avrebbe poi pagato senza però che ve ne sia traccia nei bilanci. Sulla carta, sembrava essere proprio questo il rischio maggiore per la Juventus, prima che il processo plusvalenze prendesse una piega imprevista.

Ansia Juventus: rischio nuova penalizzazione e spauracchio Uefa

Anche in questo caso si procede su binari paralleli, riguardanti giustizia ordinaria e sportiva: il prossimo 27 marzo il Gup di Torino si pronuncerà sul rinvio a giudizio della Juventus come ente giuridico e dei 12 indagati, accusati di reati come frode in bilancio, emissione di false fatturazioni e aggiotaggio, mentre molto più stretti potrebbero essere i tempi sul lato sportivo. Imprevedibili al momento le conseguenze sul fronte manovra stipendi, trattandosi di un procedimento eventuale senza precedenti, ma non si esclude una nuova penalizzazione, qualora si arrivasse a contestare la legittimità dell’ottenimento della licenza nazionale necessaria per l’iscrizione al campionato o l’elusione dei controlli in materia di pagamento degli emolumenti in favore dei tesserati, mentre per quanto riguarda le partnership la Juve potrebbe subire un nuovo processo qualora emergessero fatti nuovi.

Il procuratore Chinè sta lavorando per capire se ci sono gli estremi per un nuovo rinvio a giudizio della Juventus, mentre sullo sfondo c’è lo spauracchio chiamato Uefa, legato a possibili sanzioni da parte di Nyon, ovvero esclusione dalle coppe (attuabile solo in caso di effettiva qualificazione della Juventus a Champions League, Europa League o Conference League) qualora venisse contestata la “condotta antisportiva” che farebbe saltare il “settlement agreement”, l’accordo siglato dai bianconeri dopo le violazioni del Fair Play Finanziario.

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