Durante le ultime ore dell’ultima campagna trasferimenti la Juventus è riuscita, almeno in parte, ad alleggerire un organico che è comunque rimasto abbondante in difesa e a centrocampo.
Così se Sami Khedira è rimasto in rosa pur non rientrando nei piani di società e allenatore, Daniele Rugani e Mattia De Sciglio sono volati in Francia per giocare rispettivamente con Rennes e Lione, due delle formazioni più forti della Ligue 1.
L’ex terzino del Milan è approdato nella squadra che ha eliminato i bianconeri dall’ultima Champions League, sancendo di fatto l’esonero di Maurizio Sarri.
E proprio a riguardo dell’allenatore toscano, in trattativa con il club per la rescissione del contratto, ha parlato De Sciglio, esprimendo in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ non solo tutto il proprio rammarico per la fine dell’avventura alla Juventus, ma anche denunciando il clima “poco sereno” che si è respirato nello spogliatoio bianconero durante la scorsa stagione: “Non mi piace parlare del passato, ma non c’era più serenità, al di là delle difficoltà del contesto legato alla pandemia. Vincere lo scudetto non è mai semplice, ma abbiamo davvero faticato. E non mi è stata la possibilità di esprimermi, anche quando stavo bene”.
De Sciglio è stato uno dei giocatori più criticati dai tifosi della Juventus nelle ultime stagioni. L’ex milanista va ancora all’attacco: “Purtroppo i social permettono a tutti di insultare, spesso dietro pseudonimi. Ho imparato a ignorare chi non merita attenzione. Spero Sarri non si sia fatto condizionare, ho perplessità su altre cose. Ne parlerò al momento opportuno”.
“Sono convinto che avrei potuto ritagliarmi il mio spazio visto che posso giocare a destra e sinistra, da quinto di fascia, come all’Europeo 2016, o da terzo centrale, come con Allegri” prosegue lo sfogo.
Al Lione le cose sembrano andare già molto meglio: “Ho sentito che mi volevano davvero e volevo vivere un’esperienza all’estero. Garcia mi conosce: sa che posso giocare anche a sinistra. Il Lione è un club importante con giovani molto forti come il 17enne Cherchi, Aouar, Caqueret. Vogliamo tornare in Champions”.
Infine un elogio al “suo” Milan: “Vederli primi coi giovani è un esempio positivo per il campionato. Ripaga sempre costruire una squadra con un’età media così bassa, ma è comunque importante affidarsi a giocatori di grande esperienza come Ibrahimovic che fa da chioccia, dando l’esempio e i consigli giusti per migliorare” .