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Juventus, un Angel di nome Di Maria: cinque cose che non sapete di lui 

Il fuoriclasse argentino ha fatto impazzire i tifosi bianconeri con la tripletta al Nantes in Europa League: qui alcuni retroscena legati alla sua infanzia e alla sua carriera di calciatore

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Gol incredibili, imprevedibilità, la capacità di trascinare la squadra: ieri sera contro il Nantes la stella di Angel Di Maria ha brillato come non mai nella sua prima annata della Juventus, inducendo molti tifosi bianconeri a domandarsi come sarebbe stata questa stagione se il Fideo non fosse stato tormentato dagli infortuni. Proviamo a conoscere meglio l’argentino che ha trascinato i bianconeri agli ottavi di Europa League: qui cinque cose che non sapete di Di Maria.

Di Maria, bimbo dalle mani sporche

Va bene, i tifosi della Juventus più attenti questa curiosità la conosceranno già, ma è meglio chiarirla per tutti: perché il soprannome di Angel Di Maria è el Fideo? Questa parola letteralmente significa “spaghetto”, ma non si deve alle origini italiane del cognome del fuoriclasse: quando da ragazzino giocava nel Club Atletico El Torito, la sua prima squadra a Rosario, Di Maria era un ragazzino esile, appunto, come uno spaghetto. Il gap muscolare nei confronti degli altri, però, diveniva un dettaglio quando il Fideo toccava palla.

La seconda curiosità riguarda la vita della sua famiglia. Da ragazzino Di Maria si presentava spesso agli allenamenti del Torito con le mani sporche, nere: il padre, infatti, aveva iniziato una parte della loro abitazione in un piccolo negozio che vendeva di tutto, dai detersivi al carbone per il riscaldamento. Il piccolo Angel era incaricato di impacchettare il carbone: di qui le mani sempre sporche.

Di Maria rischiò la morte da bambino

Una storia che sa di leggenda calcistica riguarda invece il primissimo approccio di Di Maria al calcio. Secondo quanto raccontato dallo stesso calciatore della Juventus, quando ancora non sapeva camminare il piccolo Angel era un vero diavolo, sempre in giro con il suo girello. Un giorno rischiò di venire investito da un’auto, così un dottore consigliò alla madre di iscrivere il bimbo a una scuola calcio appena avesse imparato a camminare, per sfogare le sue energie. Beh, col senno di poi si può affermare che raramente s’è visto un consiglio medico migliore.

Approdato al Torito, il piccolo Di Maria mostrò presto tutto il suo talento finendo per attirare l’attenzione degli osservatori del Rosario Central, determinati ad acquistare il suo cartellino. Il costo? Due dozzine di palloni da calcio.

Di Maria eroe d’Argentina: i tre gol nelle finali vinte

Infine, un dato che fotografa la grandezza di Di Maria, un campione capace di esaltarsi nelle partite in cui il pallone pesa di più, e anche il profondo legame del Fideo con l’Argentina. Con la Selecciòn Di Maria ha vinto tre trofei: le Olimpiadi del 2008, la Copa America del 2021 e gli ultimi Mondiali di Qatar 2022.

Il fuoriclasse rosarino è andato a segno in tutte e tre le finali conquistate dall’Argentina: suo il gol dell’1-0 alla Nigeria ai Giochi di Pechino 2008 così come quello del successo sul Brasile, con identico risultato, nella finale di Copa America a Rio nel 2021; in Qatar, Di Maria s’è limitato a segnare la rete del momentaneo 2-0 sulla Francia, poi battuta ai rigori (dopo il 3-3 ai supplementari) da Messi e compagni.

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