Niente guantoni, questa volta. Fuori dal ring la contestata pugile algerina Imane Khelif, oro ai Giochi di Parigi appena conclusi, si mostra sui social in tutta la sua femminilità: capelli lunghi, make-up perfetto, e vestito floreale su cui spicca luccicante la medaglia più preziosa.
- Imane Khelif, che pugno agli hater: sui social si mostra così
- Dal ritiro di Angela Carini alla denuncia per cyberbullismo
- Khelif: a chi non chiede scusa ripeto che sono e rimarrò donna
- Khelif al centro della lotta politica tra Iba e Cio
Imane Khelif, che pugno agli hater: sui social si mostra così
Accolta in patria come un’autentica star, è il momento della rivincita per Imane. Già, durante i Giochi ha dovuto subire di tutto da chi riteneva che non avesse il diritto di partecipare nel torneo femminile (categoria 66 kg) dopo essere stata esclusa dai Mondiali. La pugile ha incassato in silenzio lasciando parlare il ring, dove – una dopo l’altra – si è sbarazzata di tutte le rivali fino a conquistare la cima del podio. Oggi, invece, lascia parlare i social. Per sferrare un gancio agli haters, che ancora la tormentano. Capelli lunghi, trucco impeccabile, sorriso smagliante e la medaglia d’oro che si adagia su un vestito a tinte floreali: ecco la nuova versione di Khelif post Parigi.
Dal ritiro di Angela Carini alla denuncia per cyberbullismo
Imane Khelif è stata senza dubbio l’atleta più chiacchierata della rassegna a cinque cerchi. La polemica è degenerata subito dopo il primo match contro l’italiana Angela Carini, che si è ritirata a pochi secondi dall’inizio dell’incontro salvo poi scoppiare a piangere al centro del ring rifiutando il saluto di rito all’avversaria algerina. Non si è sottratta, invece, l’ungherese Hamori, che pure non era stata tenera: “Affronterò un uomo”. Quindi il successo con la thailandese Janjaem Suwannapheng e il trionfo con Yang Liu valso l’oro. Da un lato la voglia di godersi l’impresa compiuta, dall’altro il desiderio smodato di mettere un freno a insulti e minacce ricevuti in quel tritacarne che sono i social. Ed è per questo motivo che, subito dopo aver vinto la medaglia più ambito, Khelif ha sporto denuncia per cyberbullismo aggravato, citando anche due personalità come Elon Musk e J.K. Rowling che l’avevano presa di mira.
Khelif: a chi non chiede scusa ripeto che sono e rimarrò donna
In un’intervista all’Ap la Khelif ha spiegato il suo gesto: “ Sinceramente non mi piace mischiare la politica con lo sport. Sport e politica sono due cose separate e alcuni politici sono stati ingiusti con me . Non hanno il diritto di dire che sono transgender. Questo è un grande insulto alla mia famiglia, all’onore della mia famiglia, all’onore dell’Algeria, alle donne algerine e soprattutto al mondo arabo. Tutti sanno che sono una ragazza musulmana. Se qualcuno vuole chiedermi scusa, lo accetterò . Ma a chi non chiede scusa, mando un messaggio: sono una donna e rimarrò una donna. E il mio onore viene soprattutto”.
Khelif al centro della lotta politica tra Iba e Cio
Non solo gli haters, l’algerina si è ritrovata anche al centro della lotta tra l’Iba, l’International Boxing Association presieduta dal russo Umar Kremlëv, e il Cio. Nell’arco del torneo olimpico si sono susseguite accuse reciproche, con l’Iba che ha assicurato di avere i test del Dna effettuati su Khelif e anche sulla taiwanese Lin Yu Ting in grado di dimostrare la presenza di cromosomi XY, che caratterizzano il sesso maschile ed è questa la ragione per cui sono state escluse dal Mondiale. Al contrario, secondo i parametri del Comitato Olimpico Internazionale le due pugili possedevano i requisiti per poter prendere parte ai Giochi. Il Cio ha anche sottolineato la necessità per il pugilato mondiale di istituire una nuova federazione per le Olimpiadi di Los Angeles del 2028.