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L’Italia a Gattuso, nuova sfida di un tecnico abituato a lottare nelle difficoltà: tanto cuore e troppi flop

Gravina affida la Nazionale ad un allenatore con pochi successi in carriera e stagioni complicate alle spalle: la speranza è che il suo passato in azzurro ricompatti l'ambiente

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Gabriele Gravina fa di necessità virtù e dopo i no di Claudio Ranieri e Stefano Pioli affida la Nazionale a Gennaro Gattuso, eroe dei Mondiali 2006 che ha però finora vissuto una carriera da allenatore altalenante, vissuta tra guai, delusioni ed esoneri. Che ha il coraggio, però, di assumersi il rischio di poter diventare il terzo c.t. di fila a mancare la qualificazione ai Mondiali.

L’Italia a Gattuso, eroe di Germania 2006

La nomina di Rino Gattuso a c.t. dell’Italia è una scelta dovuta alla necessità, dopo l’esonero di Luciano Spalletti e i rifiuti di Claudio Ranieri e Stefano Pioli, e alla speranza che un grande ex azzurro, tra gli eroi dei Mondiali di Germania 2006, possa riportare calore e attaccamento alla Nazionale da parte di tifosi e anche giocatori, considerati i numerosi rifiuti – per infortunio o motivi d’orgoglio – incassati dai suoi predecessori alle convocazioni in azzurro.

Un curriculum scarno di successi

Ma fino a poco tempo fa, sarebbe stato impossibile immaginare alla guida della Nazionale un tecnico con un curriculum così scarno in termini di successi – il 47enne Gattuso ha ottenuto una promozione in B col Pisa e vinto la Coppa Italia 2020 alla guida del Napoli – e che in 12 anni di carriera ha collezionato 3 esoneri, 3 rescissioni anticipate del contratto e che non ha mai ha firmato un rinnovo.

È anche vero che Gattuso ha dovuto spesso fronteggiare presidenti vulcanici – Zamparini lo esonerò dal Palermo dopo solo 6 giornate della serie B 2013/14 – e situazioni complicate, dimostrando carattere e saldi principi: nel 2014 si dimise dall’OFI Creta dopo sole 7 giornate per le difficoltà quotidiane riscontrate nei rapporti col club, salvo poi fare marcia indietro su invito dei tifosi, per poi dare l’addio definitivo a dicembre.

A Pisa, nell’anno successivo alla promozione dalla C alla B, rassegnò le dimissioni in segno di protesta contro le inadempienze del club verso lavoratori e giocatori, per poi ritirarle, senza però riuscire a evitare la retrocessione in Lega Pro dei toscani.

Le delusioni con Milan e Napoli

Sfortunate anche le esperienze di Gattuso nei top club. Il gol del portiere beneventano Brignoli per il 2-2 di Benevento segnò il suo esordio sulla panchina del Milan, nella stagione 2017/18, quando subentrò all’esonerato Vincenzo Montella. Poi però Gattuso riuscì a portare i rossoneri alla finale di Coppa Italia (persa per 4-0 contro la Juventus) e al 6° posto con un girone di ritorno da urlo (39 punti). Nella seconda stagione al Milan, perse un’altra finale (di SuperCoppa Italiana, sempre contro la Juve) e la qualificazione alla Champions League di un punto all’ultima giornata. Al momento dell’addio, rinunciò a due annualità per permettere al suo staff di essere pagato.

Lo stesso mesto finale avrà la sua avventura col Napoli, iniziata a dicembre 2019 subentrando al maestro Carlo Ancelotti e dicendo no all’acquisto di Zlatan Ibrahimovic, praticamente concluso da De Laurentiis: il presidente lo presentò in pompa magna come il restauratore della “grande bellezza” sarriana, ma Gattuso non andò oltre la vittoria ai rigori della Coppa Italia – dedicata alla sorella Francesca, morta a soli 37 anni -, mancando per due volte la qualificazione alla Champions, nella seconda stagione all’ultima giornata, a causa dell’1-1 interno col Verona.

L’esperienza flash alla Fiorentina e l’estero

Le disavventure di Gattuso sono poi proseguite alla Fiorentina, con un contratto firmato a maggio 2021 e rescisso neanche un mese dopo, per divergenze con la proprietà che non vedeva di buon occhio l’influenza sul mercato viola di Jorge Mendes, procuratore del tecnico.

E anche all’estero Gattuso non ha lasciato il segno: nel gennaio 2023 rescisse il contratto col Valencia lasciando la squadra sull’orlo della zona retrocessione, poi ha tentato l’avventura al Marsiglia, dove fu esonerato a febbraio 2024. Infine nella stagione appena conclusa l’avventura all’Hajduk, condotto al 3° posto del campionato croato dietro Rijeka e Dinamo Zagabria in un’annata segnata dagli scontri con i media locali. L’Italia è dunque la grande chance di riscatto per Gattuso, l’occasione per dare una svolta alla propria carriera.

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