Parigi-Bercy non è amico degli italiani. Se ci fossero dubbi al riguardo, la prima due giorni (neppure completa) dell’ultimo Masters 1000 stagionale lo ha ribadito a chiare lettere: fuori Darderi, Sonego, Fognini, Musetti (letteralmente schiantato dal tedesco Struff), Berrettini e Arnaldi e con Cobolli e Sinner costretti a dare forfait, il torneo parigino si conferma una volta di più una sorta di “bestia nera” per il tennis italiano. E dire che una volta a Parigi-Bercy gli italiani andavano forte: nel 1977 vinse Corrado Barazzutti, finalista poi nel 1979, un anno prima di Adriano Panatta (sconfitti rispettivamente da Solomon e Gottfried). Da allora però, quasi sempre Parigi-Bercy ha raccontato solo dolori e delusioni.
- Sinner e quell'idillio mai sbocciato con Bercy
- Eliminato anche Berrettini
- Le scelte verso la Davis: occasione d'oro per i doppisti
Sinner e quell’idillio mai sbocciato con Bercy
Il ritiro di Jannik Sinner rappresenta idealmente la punta dell’iceberg. L’altoatesino si ritirò anche un anno fa, ma in condizioni totalmente differenti: allora fu una sorta di “protesta” nei confronti degli organizzatori, che lo costrinsero a giocare a notte fonda il match di primo turno contro Mackenzie McDonald (partita chiusa alle 2.37!). Poche ore dopo sarebbe dovuto scendere in campo contro Alex de Minaur, ma per preservare le energie in vista dell’intenso finale di stagione l’allora numero 4 del mondo preferì tornare a casa e riposare.
Stavolta ci si è messo un brutto virus intestinale a toglierlo dalla contesa: vero è che avrebbe anche potuto attendere qualche ora (Sinner non sarebbe sceso in campo prima di domani, avendo saltato il primo turno grazie a un bye), ma i medici gli hanno consigliato di fermarsi e lui ha saggiamente obbedito.
L’idillio con il Masters 1000 parigino resta lontano: in carriera Sinner ha giocato soltanto tre volte a Bercy, perdendo nel 2021 contro Alcaraz (7-6 7-5) e nel 2022 contro lo svizzero Huesler (6-2 6-3) prima della vittoria dell’anno passato con McDonald (6-7 7-5 6-1). Raro caso di un torneo nel quale il bilancio è ancora negativo.
Eliminato anche Berrettini
A completare il momento no del tennis italiano sul cemento di Parigi – dove nessuno ha superato il primo turno – ci hanno pensato Matteo Berrettini, che ha lottato alla pari contro l’australiano Popyrin (autore di un’ottima stagione) ma alla fine esce sconfitto con il punteggio di 7-5 7-6 e portato a casa un risultato decisamente negativo in quello che poteva essere un torneo molto importante per la classifica, e Matteo Arnaldi, sconfitto in due set da Holger Rune, ben più incisivo nei punti chiave dell’incontro.
Tutti gli altri hanno già marcato visita, e per giunta senza conquistare neppure un set: Darderi ha proseguito la sua striscia nera sul cemento (10 ko. e due vittorie da agosto in qua), Sonego ha rimesso in pista un Jarry che non se la passava per niente bene da qualche mese a questa parte, Fognini ha provato a resistere finché ha potuto a Bublik, che è stato bravo però a portare a casa i punti decisivi nei momenti chiave dei due set.
Lorenzo Musetti, infine, ha ricordato ancora una volta al mondo intero che è capace di grandi cose come di fragorose cadute, con Struff che non gli ha lasciato spazio. Flavio Cobolli, infine, s’è dovuto fermare per un problema alla spalla, che potrebbe anche pregiudicargli il finale di stagione: risulta ancora iscritto al torneo di Belgrado, in programma la settimana prossima, ma bisognerà capire l’entità dell’infortunio e i tempi di recupero.
Le scelte verso la Davis: occasione d’oro per i doppisti
Parigi-Bercy viene solitamente utilizzato anche come prova generale in vista delle Finals e dell’atto conclusivo della Davis Cup. Ed è soprattutto in questa ottica che per l’Italia assume una certa rilevanza, considerando che Filippo Volandri dovrà ancora sciogliere più di un dubbio in vista delle convocazioni finali.
Dando per scontata la presenza di Sinner, torna in ballo la posizione di Musetti come secondo singolarista: Berrettini resta il terzo incomodo, mentre Arnaldi potrebbe avere l’opportunità di farsi strada. A quel punto però rimane l’incognita doppio: Bolelli e Vavassori a Parigi-Bercy attendono di conoscere la coppia che dovranno sfidare negli ottavi, e se dovessero far bene potrebbero certamente guadagnare punti, visto che la situazione dei singolaristi offre meno certezze rispetto a qualche settimana fa. Per il capitano Volandri un rompicapo non così semplice da risolvere.