Il CT della Nazionale azzurra di ciclismo Daniele Bennati ha analizzato ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ la Parigi-Roubaix di ieri, che ha visto da un lato lo strapotere di Mathieu Van Der Poel, il quale ha bissato nell”Inferno del Nord’ il primo posto della Milano-Sanremo, e dall’altro la buona prova di un Filippo Ganna che tiene il passo dei migliori, come nella ‘Classica di Primavera’
- Bennati, l'analisi della Parigi-Roubaix
- Bennati, il giudizio su Filippo Ganna
- Bennati, uno sguardo al movimento e al Mondiale
Bennati, l’analisi della Parigi-Roubaix
I continui tratti in pavé rendono la ‘Regina del Nord’ una Classica tanto affascinante quanto particolare, e un ex corridore come Daniele Bennati sa bene i sentimenti del gruppo nell’avvicinarsi alla foresta di Arenberg: “Ieri è stata una gara spettacolare, ha tenuto fede alle aspettative sul versante dello spettacolo; è una corsa mitica, una delle mie preferite. La Parigi-Roubaix si ama o si odia, non tutti sono adatti per caratteristiche al pavé: ogni corridore vuole disputarla e portarla a termine, ma non è semplice arrivare sani e salvi al velodromo di Roubaix”.
Bennati, il giudizio su Filippo Ganna
Dopo la seconda piazza alla Milano-Sanremo, Filippo Ganna ha corso con i gradi di capitano della Ineos-Grenadiers anche la Parigi-Roubaix, rimanendo tra i ‘magnifici sette’ portati con sé da Wout Van Aert prima e disseminati da un indemoniato Mathieu Van Der Poel poi: “Godiamoci Filippo Ganna, sta facendo qualcosa di straordinario: alla prima Roubaix da capitano, si è ben difeso; il mio consiglio è di non snaturarsi per fare bene nelle grandi corse a tappe, perché è un fuoriclasse a cronometro su strada e un fuoriclasse in pista, e ha dimostrato di poter vincere le Classiche Monumento. Non si deve innervosire per il podio sfumato, o con chi ha fatto il furbo: ha preparato bene tatticamente e fisicamente le classiche”.
Bennati, uno sguardo al movimento e al Mondiale
Quella di Glasgow sarà la seconda manifestazione iridata che l’aretino guiderà dall’ammiraglia azzurra, dopo la positiva esperienza a Wollogong: “Un percorso impegnativo più dal punto di vista planimetrico che altimetrico, non è per scalatori, ci sono strappi e saliscendi molti brevi, non è un tracciato duro, ma difficile da interpretare. Era adatto per caratteristiche Sonny Colbrelli, l’ultimo italiano a vincere la Roubaix: fatichiamo dal punto di vista dei talenti rispetto alle altre Nazionali, ma possiamo farci valere lo stesso, come in fondo abbiamo fatto in Australia, quando abbiamo lottato fino ai 300 metri finali per una medaglia nonostante ci dessero per dispersi”.