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La Tre Valli Varesine fa arrabbiare le cicliste: quanto ha contato il "fattore Pogacar"? Domani il Gran Piemonte

Non si spengono le polemiche dopo l'annullamento della prova maschile, con le donne che insinuano il dubbio che sia stata la presenza di Pogacar a "spaventare" gli organizzatori

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Esistono davvero figli e figliastri (o figliastre) nel ciclismo moderno? Qualcuno se l’è chiesto dopo l’annullamento della corsa maschile alle Tre Valli Varesine, fermata dall’inclemenza del tempo dopo che al mattino le donne avevano corso e completato il loro percorso, seppur accorciato di un paio di giri. Una situazione che non è piaciuta a più d’una in gruppo, tanto che il giorno dopo i fatti avvenuti nella zona di Varese c’è stata chi ha voluto alzare la voce e prendere posizione.

Champan accusa: “A noi nessuno ci ha fermato”

L’australiana Brodie Chapman è tra coloro che più di altre s’è mostrata risentita per il trattamento ricevuto. “Perché noi abbiamo corso e i maschi sono stati fermati?, si è chiesta la recente campionessa mondiale della mixed relay ai campionati di Zurigo, rispondendo a una domanda arrivata via social sul sito specializzato Domestique.

“Partiamo da un assunto: a noi cicliste piace correre e vorremmo farlo in qualunque situazione, anche al limite. Però stavolta c’erano delle oggettive difficoltà lungo il percorso, con la sicurezza fortemente minata dalla tanta acqua che stava cadendo già da prima della partenza. Molte corritrici hanno avanzato giustamente dei dubbi, anche alla luce di quanto avvenuto poche settimane fa con la tragica scomparsa di Muriel Furrer”.

Chapman ha spiegato che, proprio come fatto dai colleghi maschi, anche le donne presenti al via ieri mattina hanno chiesto agli organizzatore di fermare la corsa. “Ma non c’è stato permesso di farlo”, ha aggiunto l’australiana. “Nessuno si è preoccupato di ascoltare le nostre legittime richieste. Sulla strada c’era acqua dappertutto, i tombini non riuscivano a riceverne più e il pericolo di finire a terra era molto elevato. Non so se gli organizzatori abbiano sottovalutato il problema, preferendo portare a termine la corsa, ma le condizioni erano decisamente proibitive”.

Il fattore Pogacar: dura andare contro le “sue” ragioni

Il fatto che la corsa maschile abbia avuto in Tadej Pogacar (indiscutibilmente il ciclista di riferimento di questa epoca) la voce più autorevole per far sentire le proprie rimostranze agli organizzatori, a detta di molti ha rappresentato un elemento essenziale per convincere Renzo Oldani a desistere e interrompere la gara. Vero è che le donne hanno corso al mattino quando la pioggia, seppur caduto copiosa, non aveva allagato buona parte del percorso. Ma certo ritrovarsi a colloquiare con Pogacar può aver finito per generazione un po’ “sudditanza” in chi doveva decidere cosa fare.

Lo sloveno, nel ringraziare l’organizzazione per aver compreso le ragioni sue e del gruppo, dopo aver specificato che la richiesta di stop era legata non tanto alla pioggia, quanto all’asfalto scivoloso ha fatto sapere che “nel 2025 sia io che molti altri corridori torneremo a correre su queste strade, anche per testimoniare la gratitudine per la decisione di salvaguardare la nostra sicurezza”.

Non tutti però l’hanno presa bene: alcuni sponsor hanno manifestato perplessità per “l’accondiscendenza” dell’organizzazione (il Gruppo Sportivo Binda), mentre alcune squadre professional e continental invitate alla gara si sono viste precludere una vetrina notevole, resa tale anche dalla presenza in gruppo di Pogacar. Croce e delizia di una giornata che continuerà a far parlare.

Domani c’è il Gran Piemonte (con Ganna)

Domani intanto si torna a correre, con il Gran Piemonte inserito come antipasto del Giro di Lombardia di sabato prossimo. Corsa che quest’anno torna a strizzare l’occhio alle ruote veloci, perché le asperità di giornata sono poste a troppa distanza dal traguardo, cosa che dovrebbe consentire agli sprinter di giocarsi la vittoria in volata.

Kaden Groves è il grande favorito, con Vincenzo Albanese, Corbin Strong, Ivan Garcia Cortina (vincitore due anni fa) e Marijn Van der Berg principali antagonisti. Se dovesse andare in porto una fuga (o qualcosa di simile), occhio ad Alex Aranburu, Filippo Baroncini e soprattutto Andrea Bagioli, che lo scorso anno vinse sfruttando anche un percorso più mosso e selettivo. Tra i nomi illustri presenti al via ci sono il “padrone di casa” (poiché piemontese) Ganna, Pidcock, Bardet, Bettiol, Mohoric, Trentin, Higuita e Ciccone. Non ci saranno né Pogacar e tantomeno Roglic, che ha annunciato di aver chiuso qui la stagione, rinunciando anche a correre sabato Il Lombardia.

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