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L'analisi di Pozzecco sul gruppo Italia

"La coesione per me vale più di una vittoria"

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L'analisi di Pozzecco sul gruppo Italia Fonte: Getty images

L’estate della nazionale di basket italiana sarà piuttosto impegnativa e lunga.

Gli appuntamenti saranno tanti e importanti e Gianmarco Pozzecco sa bene che già a partire dal ritiro a Pinzolo in vista delle qualificazioni al Mondiale 2023 ed EuroBasket 2022 bisognerà lavorare tanto e soprattutto in sintonia.

Queste alcune delle sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport. Per prima cosa, il Poz crede che il gruppo sia la cosa più importante da cui partire: il rapporto tra coach e squadra è fondamentale. “La loro gratificazione è la mia gratificazione. Io sono un tipo diretto, i giocatori mi conoscono. Sanno che non faccio l’amico a parole e poi nei fatti non mi fido di loro. Ma tutti i buoni rapporti hanno bisogno di essere credibili e la credibilità deriva solo dai risultati. E deve esserci condivisione nel prendere e accettare le mie scelte perché prima o poi, tutti saranno utili”.

Pozzecco è passato poi a parlare della differenza tra gli italiani che giocano in NBA e quelli che invece sono nel campionato italiano. “In Serie A, tolti alcuni big, gli italiani sono subordinati agli stranieri ai quali vengono delegate le maggiori responsabilità. All’estero i nostri vivono questa situazione dalla parte dei più forti perché, tocca a loro fare la differenza e devono essere subito molto performanti per avere spazi”.

Il ct della nazionale italiana passa poi nello specifico a parlare di alcuni giocatori. Elogi per Datome e Mannion: “Datome è un concentrato di positività dentro e fuori, mi sento in grande sintonia. Ci basta uno sguardo per intenderci al volo. Nic è unico. Non ho mai visto un giocatore tanto decisivo sui due lati del campo”.

Infine un consiglio a Gallinari e una promessa a Fontecchio. “Gallo deve fare il Gallo, cioè il più forte giocatore italiano. Da lui voglio che sia un protagonista assoluto. Per prendere per mano l’Italia, deve giocare fuori dai suoi canoni americani, e adeguarsi a un contesto di basket europeo. A Simone invece ho detto che entro due anni deve essere in Nba da protagonista. Ha tutto per sfondare. Lui è il nostro Andrea Meneghin. È il complimento più bello che posso fargli”.

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