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Lazio, attacco all'Uefa: da terzo mondo vietare trasferta, una barbarie, il sindaco di Amsterdam vive su Marte?

Il ds biancoceleste Fabiani, alla vigilia della gara di Europa League con il Ludogorets, torna sulla decisione di non far andare i tifosi ad Amsterdam

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Con sette vittorie di fila alle spalle la Lazio domani alle 18:45 in Europa League allo Stadio Olimpico contro il Ludogorets insegue il record storico di cinque vittorie consecutive in Europa ma se il tecnico Marco Baroni si concentra solo sugli avversari (“Non contemplo il pensiero che una mia squadra possa sottovalutare una partita, non esiste. Giochiamo in Europa League, è la partita più importante davanti ai nostri tifosi, dobbiamo passare da una grandissima prestazione anche domani. Lo possiamo e lo dobbiamo fare”) il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani è intervenuto a margine della conferenza di presentazione per attaccare l’Uefa dopo la decisione del divieto per i tifosi della Lazio ad Amsterdam.

Il ds Fabiani e la decisione dell’Uefa

Fabiani è un fiume in piena. E’ quasi un monologo, il suo: “Siamo rimasti alquanto basiti da questa ulteriore limitazione, che non è la prima. Nell’ultima trasferta ad Enschede si sono verificati degli episodi da terzo mondo. Prendere i tifosi della Lazio e rinchiuderli negli alberghi vietando l’uscita per prendere da mangiare l’ho configurato quasi un arresto domiciliare. Considero Amsterdam al pari della nostra città, una città aperta e multietnica, si vieta la trasferta ai tifosi per ordinanza di un sindaco. Mi voglio rivolgere alle autorità calcistiche e nello specifico all’UEFA, è bene che dal prossimo anno, ma anche da subito prima di stilare i calendari e stabilire il percorso di ogni squadra chiamino i sindaci e gli dicano le criticità che possono ostacolare e privare una società, oggi la Lazio, dei propri tifosi”.

Per Fabiani è una cosa da terzo mondo

Il ds biancoceleste è furioso: “La trovo una cosa del terzo mondo, non posso credere che una città non possa gestire un evento calcistico. Mi sembra un reato a consumazione anticipata, prima ancora che si verifichi un certo fatto prendo un provvedimento. Questo non è più calcio e non è più sport, adesso cosa diciamo ai tifosi che anzitempo hanno prenotato alberghi, voli spendendo soldi per questa trasferta dove oltre alla partita volevano ammirare la città e fare un giro con la famiglia per le vie di Amsterdam. Oggi veniamo a sapere che non è possibile, se il sindaco fa un’ordinanza non poteva pensarci prima? Se dal 13 sono stati messi in vendita i biglietti, il sindaco dove stava su Marte? Non va bene e l’UEFA deve intervenire”

Fabiani non dà quasi il tempo di fare domande: “Bisogna farla finita, la Lazio non è figlia di nessun dio minore, la Lazio vuole tutti i diritti delle altre società. Il presidente sta avendo colloqui continui con le autorità competenti, speriamo possa sortire qualcosa di positivo e che il sindaco di Amsterdam si ravveda su un provvedimento che non ha ragione di esistere. Ci sono le forze dell’ordine che possono arginare eventuali atti di intolleranza, ma siccome non è la prima volta che accade una cosa del genere è giusto dire le cose come stanno. Al momento non abbiamo ricevuto risposte dalla UEFA. Si parla del rimborso dei biglietti, ovviamente ci saranno delle conseguenze anche da questo punto di vista. Siamo basiti, se volevano fare questa limitazione bastava non mettere in vendita i biglietti, se due settimane dopo la vendita dei biglietti stabilisci che non si può accedere ad Amsterdam è allucinante e inaccettabile”.

Fabiani attacca il sindaco di Amsterdam

Le accuse sono state fatte direttamente dal sindaco di Amsterdam: “Sono state fatte delle accuse ignobili da persone evidentemente altrettanto ignobili. Vorrei sottolineare come proprio chi viene da quel paese ha fatto degli atti ignobili qui in una città che accoglie tutti come Roma. Chiunque sceriffo che decide di non farci andare nella loro città ce lo deve dire prima, credo che la UEFA debba farsi sentire. Non è tollerabile tutto questo. È imbarazzante un provvedimento del genere, è una presa in giro. Si può vietare una trasferta, ma lo si fa con i modi e i tempi giusti. Non posso organizzare una vacanza, pagare dei soldi e poi vietare tutto. Questa è una barbarità che va oltre il calcio, danneggia l’immagine della società e della tifoseria. Se non si possono disputare le partite in una città, si gioca in campo neutro”.

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