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Le Iene insistono: altri due arbitri escono allo scoperto, la richiesta del Ministro Abodi

Le esperienze di due fischietti che avevano denunciato l'organizzazione per voti taroccati. Nel silenzio dell'Aia arriva la replica del ministro Abodi

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Le Iene confermano e rilanciano. Dopo i precedenti servizi sul mondo arbitrale il noto programma televisivo in onda su Italia 1 nella serata di ieri ha mandato in onda un nuovo approfondimento sul caso. Con una sostanziale differenza: se in passato i direttori di gara coinvolti avevano tenuto nascosto il proprio volto, in questa occasione ci sono nomi e cognomi dei fischietti coinvolti ai quali è stato chiesto di raccontare pubblicamente la propria esperienza. Suscitando la reazione dell’Aia e del ministro Abodi.

L’esperienza dei due arbitri

Il servizio a firma di Filippo Roma ha avuto come oggetto le esperienze di due arbitri di Serie A. Si tratta di Niccolò Baroni e Daniele Minelli, i quali, tre stagioni fa, decisero di fare ricorso alla giustizia sportiva dopo la loro dismissione per dei voti che loro sostenevano fossero “taroccati”. Tra le prove a suffragio della loro tesi, le chat e le telefonate scambiate tra chi giudicava le loro prestazioni (i c.d. Organi Tecnici, cioè ex arbitri di serie A che durante il campionato vanno allo stadio a esaminare l’operato dei colleghi in campo).

Bocche cucite da parte dell’Aia

I due fischietti in questione persero la loro battaglia in tutte le sedi di giustizia sportiva, venendo tuttavia reintegrati grazie al ricorso alla giustizia ordinaria. Il giornalista delle Iene ha provato così a raccogliere la loro versione dei fatti in merito a quella vicenda di voti modificati senza però riuscire ad ascoltarla. Il motivo del rifiuto? La mancata autorizzazione a parlare da parte dell’Aia nonostante quanto espresso dalla stessa organizzazione nelle scorse settimane circa la necessità di denunciare i cattivi comportamenti interni. Questo il botta e risposta

Filippo Roma: Come mai ha risposto di no alla nostra richiesta di intervista?

Niccolò Baroni: Ma guardi, ho solo chiesto autorizzazione, non mi è stata data.

Filippo Roma: Come mai non le è stata data?

Niccolò Baroni: Non c’è motivazione. Sono associato e devo rispondere all’associazione.

Filippo Roma: Ma come, Pacifici ha detto chi ha elementi concreti si faccia avanti, lei segue i canali ufficiali e non può parlare?

Niccolò Baroni: Ma non posso dire niente, è tutto già chiaro.

Filippo Roma: Arbitro Minelli buonasera, ce la rilascia o no questa intervista?

Daniele Minelli: Non posso.

Filippo Roma: Perché non può?

Daniele Minelli: Perché non mi hanno autorizzato.

Filippo Roma: Ma chi non l’ha autorizzata?

Daniele Minelli: L’associazione.

La reazione di Abodi e l’invito all’Aia

Chi ha parlato è stato il ministro dello sport Andrea Abodi. Interpellato da Filippo Roma, il 63enne romano ha invitato l’Aia a lasciar parlare i propri tesserati in nome della credibilità dell’organizzazione stessa, naturalmente se tutto suffragato dalla presenza di prove per denunciare. Dopodiché lo stesso Abodi ha invitato il primo arbitro, quello che ha parlato a volto coperto, a palesarsi in maniera tale da fare chiarezza una volta per tutte sul presunto scandalo che ha coinvolto nuovamente il calcio italiano e i suoi fischietti.

Questo il dialogo

Filippo Roma: Perché Pacifici nega l’autorizzazione a parlare a chi usa i canali ufficiali e porta le prove?

Andrea Abodi: Non lo so, chiederò.

Filippo Roma: Non è un comportamento incoerente?

Andrea Abodi: In linea di principio sì. In questi momenti bisogna anche lasciar parlare, purché ci siano delle prove. Io credo che ne vada anche della credibilità dell’Associazione stessa, la cosa migliore da parte mia è parlare con il presidente dell’Aia e avere una risposta che sia convincente.

Filippo Roma: Baroni, Minelli, no? Perdono ogni grado di giustizia sportiva. Nel momento in cui si rivolgono invece alla Procura di Roma, da che erano stati dismessi vengono magicamente reintegrati. Ma come è spiegabile una cosa del genere?

Andrea Abodi: Non lo so. Beh, insomma, oggettivamente gli atteggiamenti ondivaghi…o uno va fino in fondo, oppure, per carità, magari c’è stata una distrazione. Però reputazione e credibilità sono i due fattori decisivi. Io lavoro soltanto per questo.

Filippo Roma: Lei cosa può fare di concreto per abbattere questo muro di gomma e far prevalere nel mondo arbitrale la meritocrazia una volta per tutte?

Andrea Abodi: Io vorrei, intanto, che il prossimo passo lo facesse la persona che non si è mostrata, per prendersi una responsabilità e denunciare.

Filippo Roma: Però ha visto che succede se poi quell’arbitro ci mette la faccia.

Andrea Abodi: Sono qua apposta. Quindi l’invito è a mostrarsi.

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