L’inchieste de Le Iene sul mondo arbitrale continua. Nella puntata in onda su Italia 1 nella prima serata di martedì 6 febbraio, in concomitanza con la prima, attesissima serata del Festival di Sanremo, Filippo Roma torna sul polverone scatenato dalle precedenti tappe dell’inchiesta in un confronto schietto e a tu per tu col presidente della FIGC Gabriele Gravina. Nel corso del servizio anche altre segnalazioni dell’ormai famigerato “arbitro anonimo” sugli episodi più controversi delle ultime due giornate di campionato e la testimonianza di un ex fischietto di Serie C, Andrea Nasti, che si associa alle denunce del collega “mascherato” e lancia altre accuse sul funzionamento del sistema arbitrale.
- Arbitri, Le Iene: il dialogo tra Filippo Roma e Gabriele Gravina
- Arbitri, le nuove rivelazioni dell'incappucciato de Le Iene
- La denuncia dell'ex arbitro di Serie C, Andrea Nasti
Arbitri, Le Iene: il dialogo tra Filippo Roma e Gabriele Gravina
Il servizio si apre con l’incontro tra la “Iena” Filippo Roma e il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Presentando un esposto sulla vicenda, la FIGC ha dato a molti l’impressione di non andare in prima battuta in direzione della ricerca della verità, ma solo di voler punire eventuali “calunniatori” del mondo arbitrale. Un’impressione che Gravina, rispondendo alle sollecitazioni dell’inviato, prova a correggere.
Inviato: Noi siamo qui per farle una proposta. A proposito della vicenda arbitri…
Gabriele Gravina: …Conosco.
Inviato: …Perché non concedere una salvaguardia senza ripercussioni, ritorsioni, per quegli arbitri che vogliono uscire allo scoperto e denunciare le cose che non vanno nel sistema arbitrale?
Gabriele Gravina: Allora, le denunce, a mio avviso, rappresentano un atto di coraggio, da apprezzare, ma devono essere denunce fondate. Quindi noi tutto quello che può essere raccolto come esposto, possibilmente diciamo da soggetti non incappucciati, noi preferiamo, voglio dire, la massima trasparenza.
Inviato: Però, scusi, l’arbitro è incappucciato perché ha paura di essere radiato.
Gabriele Gravina: No, non deve aver paura.
Inviato: Date la salvaguardia, così non hanno paura!
Gabriele Gravina: Eh no, attenzione, le norme di salvaguardia sono a tutela della verità, non delle calunnie. Noi per questo abbiamo voluto comunque presentare un esposto. Perché se quelle cose che sono state denunciate, evidenziate, dovessero corrispondere al vero, saranno perseguite, ma devono essere vere, quindi gli arbitri hanno tutto il diritto e il dovere, anzi sottolineare più il dovere che il diritto, di poter rappresentare queste criticità, lo devono fare con la massima trasparenza. Se sono vere non hanno nulla da temere, anzi, noi apprezziamo questo gesto.
Inviato: Però loro una cosa temono, anche giustamente, perché è prevista dal regolamento. Se parli sei fuori. È questo il problema.
Gabriele Gravina: Non è vero perché sei fuori se tu calunni. Ma se tu partecipi nel nostro sistema, dai un contributo per migliorare l’organizzazione del nostro sistema, credo che non ci sia tutela migliore che la tutela del proprio diritto a rappresentare la verità.
Inviato: Ma secondo lei, quindi, se il nostro arbitro avesse raccontato cose vere e ci avesse messo la faccia, avrebbe continuato ad arbitrare?
Gabriele Gravina: Assolutamente sì.
Inviato: Ne è certo, certo?
Gabriele Gravina: Io ne sono convinto. Sono certo perché ci sono delle condizioni che noi comunque dobbiamo salvaguardare. Giustamente voi fate il vostro lavoro, vi seguiamo con grande simpatia. Noi dobbiamo stare attenti all’equilibrio di un’associazione molto delicata. Non possiamo permettere che ci possano essere delle strumentalizzazioni o comunque delle verità artefatte che poi vanno a intaccare l’equilibrio del nostro sistema. Se c’è verità, la verità emerge sempre e noi la tuteliamo.
Inviato: Quindi possiamo dire che “se c’è verità, metteteci la faccia e non avrete nessun tipo di ritorsione”?
Gabriele Gravina: Questo vale in ogni settore, non solo per gli arbitri. Credo che valga nella vita di ciascuno di noi.
Inviato: Però, a quanto pare, per ora, per gli arbitri non è così. Sennò non ci metterebbero la faccia subito?
Gabriele Gravina: Beh, credo che non sempre l’uomo si contraddistingue per il suo coraggio. Noi chiediamo coraggio.
Inviato: Anche perché dopo che abbiamo mandato in onda il servizio ci hanno contattato un sacco di arbitri o ex arbitri di tutte le varie serie. Comunque, arbitri che hanno arbitrato in serie B, in serie C, in serie A che ci hanno detto che è quello che ha raccontato l’arbitro anonimo corrisponde a verità.
Gabriele Gravina: E lo mettano tutto per iscritto.
Inviato: Pure quelli hanno paura. Infatti, molti di loro…
Gabriele Gravina: Ma cosa temono?
Inviato: …gli ex arbitri ci hanno messo la faccia, però hanno tutti lamentato gli stessi problemi.
Gabriele Gravina: Però ho visto ex arbitri, io ho seguito e seguo ex arbitri che rivendicano qualcosa di infondato. Del resto, voglio dire, ci sono stati dei percorsi sotto un profilo di giustizia sportiva e non solo. E se hanno perso tutti i gradi di giudizio non mi sembra che siano ragioni fondate. Però guardate, ribadiamo un concetto fondamentale: massima disponibilità ad accogliere tutto. Voglio dire, noi agiamo con la massima trasparenza. Per questo il nostro esposto alla Procura della Repubblica va in quella direzione.
Inviato: Cosa c’è scritto nell’esposto?
Gabriele Gravina: Che abbiamo appreso chiaramente che ci sono delle dichiarazioni su alcune fattispecie e chiediamo di verificare se sono vere o meno.
Inviato: Gli arbitri di cui le parlavo, che ci hanno scritto, lamentano tutti gli stessi problemi: un sistema di valutazione delle prestazioni discrezionale, soggettivo, opaco e poco meritocratico, impossibilità di ottenere chiarimenti in caso di richiesta, scarsa democrazia interna, scarsa libertà di parola. Ecco perché le faccio questo discorso per salvaguardare chi vuol parlare. È un caso che tutti denunciano le stesse cose?
Gabriele Gravina: Ma il “tutti” mi sembra un po’ esagerato.
Inviato: Tutti quelli che ci hanno scritto.
Gabriele Gravina: Di quelli che scrivono bisogna vedere, gli arbitri sono 40.000, quindi io sarei molto cauto sul “tutti” e sarei molto cauto sul concetto di democrazia. Il concetto di democrazia, a mio avviso, forse all’interno dell’Aia c’è la massima espressione della democrazia.
Inviato: Ne è convinto?
Gabriele Gravina: Ne sono molto convinto perché c’è un sistema, voglio dire, di assoluta manifestazione del proprio consenso e del proprio dissenso. Sottolineo, il dissenso quando è motivato credo che sia anche un elemento di crescita per la classe arbitrale. Ma noi parliamo di arbitri, sottolineo, vale per tutti i settori della vita.
Inviato: Però chi ci ha contattato dice che c’è poca libertà di parola. Lo stesso Marelli, non so se lei ricorda.
Gabriele Gravina: Sì.
Inviato: Appena quattro anni fa, arbitro importantissimo, disse “Io capisco gli arbitri che hanno paura di parlare perché se dici una parola fuori posto diventa un problema”, lo ha detto Marelli.
Gabriele Gravina: Sì, ma Marelli lo ha detto quattro anni fa.
Inviato: Che vuol dire che l’ha detto quattro anni fa, che non è vero?
Gabriele Gravina: No, no, ma bisogna provarle. Guardate, le espressioni di ciascuno di noi, diciamo, possono essere credibili o meno nel momento in cui rispondono a un fatto vero. I fatti veri si accertano e noi abbiamo chiesto solo di accertare la verità, non abbiamo chiesto altro. Noi non vogliamo nascondere nulla. Massima trasparenza, ma quello che chiediamo è la massima trasparenza anche nel manifestare. Voglio dire, queste critiche, o comunque questi disservizi, o comunque queste critiche al sistema in maniera diretta, senza aver paura. Non c’è da aver paura.
Inviato: Allora, vi garantisce il presidente Gravina se avete qualcosa da dire, massima trasparenza. Metteteci la faccia perché non avrete problemi. Non è che poi vi sospendono e non arbitrate per dieci partite. Giusto?
Gabriele Gravina: Non esiste. Assolutamente no. Gli arbitri noi li tuteliamo fino in fondo. È uno dei beni primari che noi tuteliamo all’interno della Federazione.
Inviato: E quindi concediamo una sorta di salvaguardia a chi ci ha il coraggio di metterci la faccia dicendo la verità. Giusto?
Gabriele Gravina: Mi piace dicendo la verità.
Inviato: Parola del presidente. Se poi avete problemi vi rivolgete a lui.
Gabriele Gravina: Assolutamente sì.
Inviato: Lui vi ha garantito, dite la verità e sarete tutelati.
Arbitri, le nuove rivelazioni dell’incappucciato de Le Iene
Tocca poi all’ormai famoso “arbitro incappucciato”, il direttore di gara di Serie A e B che con le sue clamorose rivelazioni ha scoperchiato il vaso di Pandora del mondo arbitrale. Riflettori puntati su alcuni episodi da moviola delle ultime giornate di campionato, la 22ma e la 23ma, che pure hanno fatto registrare diverse polemiche. Ecco in rassegna le segnalazioni dell’anonimo, attorno a cui prosegue la caccia serrata da parte dei vertici AIA.
Inviato: Come va questa caccia all’uomo? Ti hanno trovato?
Arbitro anonimo: No, non mi hanno ancora trovato, è una ricerca incessante che prosegue su vari fronti…si fanno diversi nomi, c’è più di un sospettato, ma sono ancora qui libero di parlare e dire quello che secondo me non va nel mondo degli arbitri.
Inviato: In queste giornate ci sono stati episodi degni di nota?
Arbitro anonimo: Per esempio, due giornate fa, durante Fiorentina Inter, in cui non è stato concesso un calcio di rigore evidente a favore della Fiorentina, per una trattenuta prolungata da parte di Bastoni sul giocatore della Fiorentina Ranieri. In questa azione Bastoni non si preoccupa mai di arrivare a contendere il pallone, ma solo di ostacolare il suo avversario. Qui il Var Marini sarebbe dovuto intervenire per far rivedere l’azione ad Aureliano, l’arbitro in campo: Che commette anche un altro errore: non fischia calcio di rigore per l’uscita di pugno del portiere dell’Inter Sommer sull’avversario Nzola, colpisce la palla e poi anche la testa dell’avversario. Qui correttamente il var chiama l’arbitro a rivedere la sua decisione errata e infatti Aureliano sarà costretto a concedere il rigore. Da notare che invece un episodio molto simile in Cagliari Milan della passata stagione, cioè l’uscita di pugno di Maignan su Lovato, non fu punita né dall’arbitro né dal Var. Come vedete episodi simili, quasi identici, una volta il Var interviene l’altra no. I tifosi non capiscono, ma vi assicuro neanche noi arbitri…
Inviato: E durante l’ultima giornata ci sono stati altri errori?
Arbitro anonimo: Purtroppo sì, in Napoli Verona c’è un evidente fallo da rigore per intervento di Cabal che con la sua gamba destra colpisce la gamba destra di Kvaratskhelia prima di toccare il pallone. Tecnicamente l’azione è da inquadrare in due fasi, è nella prima fase che scatta la punibilità, perché il difensore crea un danno all’attaccante. Il fatto che nella seconda fase il difensore tocchi anche il pallone non rileva ai fini del decretare o no il calcio di rigore. Qui l’arbitro valuta erroneamente il contatto come non falloso, ma inspiegabilmente anche il Var non interviene. Eppure, le immagini sono chiare e inequivocabili.
Inviato: Quest’anno possiamo dire il Napoli non sia molto fortunato con gli arbitri?
Arbitro anonimo: Si, in effetti il Napoli ha avuto una serie di episodi sfavorevoli in questo senso.
Inviato: Fa bene De Laurentiis a lamentarsi?
Arbitro anonimo: Fa bene, non gli si può dire nulla, ma fino ad adesso le sue lamentele non hanno portato a molto…è vero che dal 2020 sono cambiati gli uomini, e c’è anche un minimo di trasparenza in più perché almeno a fine partita sappiamo che voto abbiamo preso dagli osservatori. Però il sistema è rimasto sostanzialmente lo stesso e il 90 per cento delle critiche che Marelli faceva nel 2020 sono attualissime anche adesso. Finché l’Aia non avrà l’indipendenza economica dalla Figc e finché sarà tutto in capo ad una sola persona, che oggi è Il Presidente, senza una vera divisione dei poteri e possibilità di critica, ci saranno sempre tanti problemi.
Inviato: Perché secondo te Marelli ha fatto questa sorta di marcia indietro?
Arbitro anonimo: L’unica cosa che davvero è cambiata è che Marelli nel 2020 non aveva ruoli ufficiali, oggi invece commenta i casi da moviola per Dazn. Forse preferisce mantenersi al di fuori delle polemiche?
La denuncia dell’ex arbitro di Serie C, Andrea Nasti
Dulcis in fundo, un ex fischietto di Serie C, Andrea Nasti, fermato a un passo dalla promozione nella Can di Serie A e B. Anch’egli sceglie di raccontare a Filippo Roma le sue verità sul funzionamento del mondo arbitrale, associandosi alle accuse del collega che ha scelto di mantenere l’anonimato. Collega a cui Gravina ha garantito l’impunità, qualora le sue affermazioni dovessero rivelarsi veritiere.
Inviato: L’Associazione arbitri dice che queste sono tutte illazioni di un anonimo. Che ne pensi di questa cosa?
Andrea Nasti: Io penso che loro sappiano benissimo che quello che ha detto è la verità. Capisco che il mio collega non abbia voluto mostrarsi, perché naturalmente quella sarebbe stata la pietra tombale della sua carriera in quel momento. Se qualcuno parla fuori dal coro della dirigenza, della governance attuale, purtroppo viene messo da parte, viene accantonato.
Inviato: E tu perché invece hai deciso di farti avanti adesso?
Andrea Nasti: Io mi faccio avanti volentieri perché l’anno scorso, che era l’anno in cui potevo transitare dalla serie C alla serie A e B, sono successe cose molto, molto strane, sono capitate perché probabilmente la mia sezione e la mia regione di appartenenza, ovvero Napoli e la Campania, non erano vicino a chi governava in quel momento.