La prima reazione “a pelle” è stata di rifiuto: la curva Nord ancor prima di sentir ragioni o spiegazioni si è schierata nettamente sulla vicenda Lukaku dopo il suo passaggio al Chelsea: cancellato il murales a lui dedicato, pronto uno striscione pesante: “Anche tu ti sei dimostrato come tutti gli altri, inginocchiandoti di fronte al denaro”. Nessuno salva la società, specialmente la proprietà, considerata la prima responsabile ma in pochi concedevano alibi al giocatore.
Lukaku non si sente un mercenario
Il bomber parlerà ufficialmente nei prossimi giorni ma già filtra il suo pensiero, non ci sta a passare per mercenario. E’ vero che guadagnerà di più (quasi il doppio rispetto all’ingaggio percepito in nerazzurro) e che giocherà con i campioni d’Europa del Chelsea ma a spingerlo ad accettare i Blues non sarebbero stati i soldi bensì l’evidente ridimensionamento del progetto Inter. Lukaku ha capito che dopo l’addio di Conte e la cessione di Hakimi la società aveva la necessità di cedere ancora giocatori importanti. Non fosse toccato a lui, sarebbe stato qualcun altro (Lautaro?) ad andar via. Impossibile pensare di vincere ancora a Milano, da qui la decisione di accettare l’offerta, ben consapevole che quei 115 milioni del Chelsea sarebbero stati ossigeno puro per l’Inter.
I tifosi si dividono sui social sulla scelta di Lukaku
Fioccano le reazioni via web: “Chi glielo faceva fare di restare contro la volontà della società che per altro sta ridimensionando rosa e obiettivi ?” o anche: “È arrivata un offerta irrinunciabile all’Inter ed una irrinunciabile anche a lui. Di certo se il tuo datore di lavoro manda messaggi di apertura ad una trattativa perché nn mettersi la e sentire cosa offrono anche a te? Credo che se l’Inter avesse detto a priori NO lui nn si sarebbe messo contro la società, altrettanto vero che quando capisci che stanno anche solo pensando di darti via, ti poni domande sulla realtà del progetto” oppure: “non possiamo dargli del mercenario a priori… da tifoso mi posso solo incavolare con la proprietà… che sta smantellando una squadra con una base per i prossimi 5 anni”.
C’è chi osserva: “Dovremmo imparare a tifare solo la maglia e non chi se la mette” e ancora: “Va nella squadra campione d’Europa, in un campionato più competitivo, a guadagnare il doppio. Certo da tifoso sarebbe stato fantastico avesse spinto per restare per la sfida, l’attaccamento alla maglia e per ripagare l’affetto dei tifosi, ma è un calciatore professionista e non un benefattore”
Non tutti la pensano alla stessa maniera: “Pinocchione come tutti gli interisti …il Re di Milano è scappato per 30 denari, falso come una moneta di 3 euro” e infine: “Ma non diciamo fesserie.. è da giugno che sapeva di tornare a Londra, doveva solo essere chiaro. Doveva essere il re di Milano invece è scappato come un rifugiato politico”