A quasi un anno di distanza da quello scippo di Pasquetta, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Viareggio, sulla costa della provincia di Lucca, supportati da militari del comando provinciale di Napoli, di Caserta e di Milano, hanno arrestato 4 persone, tre uomini ed una donna, destinatari di una misura cautelare restrittiva richiesta dalla procura di Lucca ed emessa dal gip.
I quattro sono indagati a vario titolo per la rapina dell’orologio esclusivo, un pezzo unico, rapinato a Viareggio il 18 aprile ai danni del pilota della Ferrari, Charles Leclerc.
- La denuncia del preparatore di Leclerc
- Le complicazioni nel piazzare l'orologio rubato
- L'operazione saltata in Spagna
La denuncia del preparatore di Leclerc
Quell’orologio dal valore pari a circa due milioni di euro, sottratto con l’inganno a un ignaro Charles Leclerc durante la giornata dedicata alla gita fuori porta a Viareggio, si è tramutato in un pezzo scomodo, complicato da piazzare e quindi un colpo più difficoltoso del previsto per i tre rapinatori che avevano azzardato lo scippo e che sono stati fermati.
Allora, quando venne resa pubblica la vicenda, fu il preparatore atletico del pilota monegasco (Ferrari, un nome e un destino) a esprimere le sue personali obiezioni sull’accaduto, appellandosi al Comune di Viareggio – dove risiede – per denunciare l’accaduto e la mancanza di luci, telecamere e deterrenti.
Secondo quanto ricostruito a ridosso del furto da Il Mattino, Leclerc è rimasto vittima quella serata di un trio di autentici esperti della rapina di beni di lusso che hanno operato con una tecnica collaudata: prima un appostamento, individuazione della vittima e infine un selfie per avvicinarsi al campione monegasco che indossava un prezioso Richard Mille.
Le complicazioni nel piazzare l’orologio rubato
Poi, però, subito dopo lo strappo, gli scippatori si sono resi conti della difficoltà di piazzare il prezioso: a Napoli, dove hanno fatto ritorno, nessuno era disposto a comprarlo, neppure gente ben introdotta nel sistema criminale. Neppure – precisa Il Mattino – quei contatti classici, quei ricettatori che sono in grado di dare una seconda vita a qualsiasi bene di pregio.
L’orologio era “dedicato” e, dunque, un bene destinato a un unico soggetto, personalizzato e riconoscibile. All’altezza della cassa, portava la dedica al campione Ferrari, Charles Leclerc, un omaggio riservato a pochissimi campioni dalla casa produttrice che lo rendeva dunque un unicum nel suo genere, da cui la complicata valutazione del suo effettivo valore di mercato e la difficoltà di piazzarlo.
L’operazione saltata in Spagna
La conclusione è stata, quando sembrava che il trio avesse individuato un compratore all’estero precisamente in Spagna, senza alcun successo. Ai quattro indagati, tra l’altro, oltre allo scippo del prezioso Richard Mille riconducibile a Leclerc, sono attribuiti altre rapine di orologi di lusso, ma comunque di valore inferiore rispetto a quello del ferrarista, avvenute in Versilia già a partire dal 2021.