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Lotito sconfitto da senatore: decreto Crescita verso l’abolizione, danni severi per la serie A

Vana la battaglia del presidente della Lazio, la Commissione Bilancio ha approvato l’abrogazione dei benefici fiscali: dal 1 gennaio dura stangata per le società di calcio  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Salvo sorprese dell’ultimo minuto, la nuova Legge Finanziaria stabilirà l’abolizione dei benefici per il mondo del calcio del decreto Crescita, il provvedimento approvato nel 2019 che permetteva alle società di risparmiare sullo stipendio lordo dei calciatori che si trasferiscono in Italia dall’estero. Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore della Repubblica, ha provato a difendere la norma in Commissione Bilancio, ma è uscito sconfitto.

Serie A, cosa è il decreto Crescita

Approvato nel 2019, entrato in vigore nel 2020, il decreto Crescita permetteva ai lavoratori che si trasferivano in Italia, o che vi tornavano dopo due anni di residenza all’estero, di avere una riduzione del 50% sui contributi Irpef da versare allo Stato, percentuale che sale al 75% nel caso di trasferimento in una regione del Sud Italia. Nel mondo del calcio, questa norma ha permesso ai club di ingaggiare giocatori che altrimenti non si sarebbero potuti permettere, portando in serie A calciatori per i quali sarebbe stato complicato pagare un ingaggio lordo.

Decreto Crescita verso l’abolizione, Lotito sconfitto

Ora, però, il Governo Meloni ha intenzione di abolire i benefici del decreto Crescita per il mondo del calcio. Domenica sera si è riunita la Commissione Bilancio del Senato, i cui lavori sono proseguiti sino alle ore 7 di ieri mattina. Claudio Lotito, presidente della Lazio e senatore di Forza Italia, ha provato a difendere la norma, ma alla fine è uscito sconfitto. A partire dal 1 gennaio 2024 i benefici si vengono aboliti.

Serie A, per Casini decreto Crescita abolito da gennaio

La protesta della Lega Calcio della Serie A è rimasta inascoltata, come spiegato anche dal presidente Lorenzo Casini. “Le società hanno predisposto un documento sintetico che dimostri con dati la negatività dell’eliminazione della norma – ha detto casini -. Penalizza i giovani perché oggi si investe su di loro grazie ai risparmi del decreto. Purtroppo ad oggi dobbiamo considerarlo come abolito”.

Abolizione decreto Crescita: i danni per la Serie A

Ma quali, in pratica, gli effetti dell’abolizione del decreto Crescita sui club di serie A? Basta citare qualche numero per comprendere l’impatto di questa decisione del Governo. Se un club pagava a un calciatore uno stipendio netto di 10 milioni di euro, grazie al decreto Crescita il costo al lordo di questa risorsa era di 15 o 12,5 milioni di euro (se residente al Sud Italia); con l’abolizione della norma, lo stesso contratto costerà 20 milioni di euro lordi alla società sportiva. E l’aumento dei costi riguarderà tutti i contratti, anche quelli già firmati, di coloro che fino a ora hanno usufruito dei vantaggi fiscali.

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