Emergono nuovi particolari e nuovi retroscena nel caso che ha visto coinvolto Manuel Bortuzzo. Il nuotatore paralimpico italiano ha dovuto far ricorso alle giustizia per denunciare Lucrezia Salassiè, conosciuta nel corso del Grande Fratello e poi diventata la sua stalker. E ora emergono nuovi particolari su quanto successo negli ultimi mesi.
La decisione del giudice
La decisione che ha disposto la misura cautelare per Lucrezia Salassiè arriva dopo l’analisi di una situazione che è sembrata molto grave per Manuel Bortuzzo che secondo il giudice era arrivato al punto da aver paura di uscire di casa, di temere per la sua incolumità e per le persone a lui care. Secondo quanto affermato dal Giudice, Bortuzzo sarebbe stato oggetto continuo di attenzioni da parte dell’influencer al punto che quest’ultima ha continuato a “contattarlo con insistenza, molestandolo e minacciandolo di morte”. Ed è per questo motivo che due istante di revoca della misura cautelare sono stati respinti.
La testimonianza di Efrem Morelli
Nel corso del processo che si dovrebbe tenere con rito abbreviato il prossimo 13 marzo potrebbe essere fondamentale la testimonianza di Efrem Morelli, capitano della nazionale paralimpica di nuoto che lo scorso aprile si trovava insieme a Bortuzzo in Portogallo dove erano in corso gli Europei. Morelli che con Manuel divideva la stanza racconta quando avvenuto a Madeira che ha rappresentato il momento finale di una situazione che era diventata insostenibile: “Nel pomeriggio stavamo riposando – racconta Morelli – e abbiamo sentito bussare con insistenza alla porta e ho visto che era la Salassiè che sosteneva di avere un permesso dal presidente per vedere Manuel. Ha continuato a insistere e a quel punto sono stato io a consigliare a Bortuzzo di farla entrare per chiarire la situazione, anche per far sì che non disturbasse altri atleti”.
L’aggressione a Madeira
La scelta però non si rivela corretta perché è in quel momento che la situazione degenera: “Bortuzzo ha aperto la porta per dirle che non aveva intenzione di parlare con lei e che non avevano niente da dirsi. Lei è entrata nella stanza e si è diretta verso il bagno. Manuel ha cercato di farla uscire e in quel momento è cominciata una discussione ad alta voce e alla fine ho sentito degli schiaffi. Mi sono avvicinato e ho visto Manuel che si stava proteggendo il viso con le braccia, aveva una guancia arrossata ed è riuscito a spingerla fuori dalla porta. Lei ha continuato a bussare, con lei c’era anche la sorella e hanno provato a rientrare in stanza. Ma Manuel è riuscito a bloccarle”.