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Maradona non era un evasore, doveva al fisco solo 952 euro: la Corte di Giustizia Tributaria chiude il caso

Il Pibe de Oro trattato senza motivo in Italia per decenni come un delinquente: altro che 37 milioni, Diego doveva all'Agenzia delle Entrate meno di mille euro.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Ci sono voluti decenni, la soluzione a un caso che si protraeva stucchevolmente dagli Anni 90 è arrivata finalmente con una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che ha fatto definitivamente chiarezza sulla vicenda. Diego Armando Maradona non era un evasore fiscale, anche se per diversi anni è stato trattato come tale dall’Agenzia delle Entrate, dalla guardia di finanza, da buona parte dei media. Si sbagliavano, adesso lo si può affermare senza timore di smentite. L’ex capitano del Napoli e dell’Argentina, per molti il più forte calciatore di tutti i tempi, al fisco italiano doveva la miseria di 952 euro.

Altro che 37 milioni: il mini debito di Maradona

Lo certifica – appunto – la Corte di Giustizia Tributaria, che ha posto la parola fine a un’intricata querelle, che in certi momenti ha assunto contorni farseschi: basti ricordare le improbabili confische e pignoramenti di oggetti di valore di Dieguito ogni volta che metteva piede in Italia, magari per partecipare a trasmissioni tv o per altri tipi di iniziative. Quelli dell’Agenzia delle Entrate credevano di dover – e poter – recuperare un po’ alla volta i 37 milioni di euro del supposto debito di Maradona. Ma in realtà la cifra era molto più bassa. Notevolmente più bassa. E addirittura già estinta, oggetto di condono.

La Corte di Giustizia Tributaria chiude caso Diego

Alla vicenda ha dedicato un servizio Radio 1: “Quando Maradona giocava con il Napoli e i suoi compensi erano miliardari, si ipotizzò che alcuni diritti di immagine versati sui conti esteri fossero un espediente per mascherare stipendi al fine di sottrarsi al fisco italiano. Un’evasione quantificata all’epoca in 40 miliardi di lire, poi lievitata negli anni a 37 milioni di euro. Si andò avanti tra ricorsi e sequestri. Due sentenze della Cassazione poi concessero il condono rinviando ai giudici di merito la posizione tributaria di Maradona solo per l’eventuale debito con l’Agenzia delle Entrate di 952 euro, come stabilisce ora la Corte di Giustizia tributaria”.

Maradona, l’avvocato Pisani esulta: “Giustizia è fatta”

Purtroppo Maradona, scomparso a novembre 2020, non può vedere di persona la sua immagine riabilitata. Ma a esultare ci pensa il suo avvocato, Angelo Pisani, che ha portato avanti la battaglia giudiziaria anche dopo la morte del Pibe: “Quell’accertamento fiscale nei confronti del Napoli e quindi di Maradona era nullo e in più era stato già oggetto di condono quindi già pagato dal fallimento del Calcio Napoli“, ha spiegato il legale. “Per questo motivo nulla poteva essere addebitato a Maradona. Diego purtroppo è stato utilizzato e sfruttato come capro espiatorio della lotta all’evasione fiscale solo perché, appunto, si chiamava Diego Armando Maradona”.

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