Se ha deciso di restare è perché vuole la certezza di poter lottare per il titolo: LeBron James l’ha fatto capire senza giri di parole alla dirigenza Lakers, e le prime ore della free agency (il periodo più caldo di mercato) l’ha ribadito a chiare lettere.
Perché i gialloviola hanno fatto di tutto per accontentarne le mire espansionistiche del suo giocatore simbolo: con le firme di Gabe Vincent da Miami (33 milioni per tre anni), Tauren Prince da Minnesota (4,5 milioni a stagione) e Cam Reddish da Portland (al minimo salariale) il messaggio alla lega è arrivato forte e chiaro, unitamente alla conferma di un elemento che s’è ben distinto nell’ultima annata, vale a dire Rui Hachimura (51 milioni per i prossimi tre anni).
Aspettando che anche Austin Reaves venga confermato (è restricted free agent: i Lakers hanno la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta gli venga fatta, e si partirà da una base di 52 milioni per tre stagioni), l’unico addio che ha fatto un po’ storcere il naso è quello di Dennis Schroeder, passato ai Toronto Raptors dove guadagnerà 26 milioni in due anni. Ma il bilancio delle prime ore di mercato è oggettivamente positivo.
- Green non abbandona i Warriors
- Irving resta con Doncic
- Pacers da urlo: Tyrese Haliburton ha detto sì
- Le altre firme del mercato Nba
Green non abbandona i Warriors
Un mercato che s’è aperto col botto, sebbene i due protagonisti più attesi alla fine abbiano deciso di non stravolgere le loro abitudini. Draymond Green ad esempio non se l’è sentita di abbandonare la nave Warriors, quella che nell’ultimo decennio l’ha visto conquistare 4 anelli (più due finali perse): il rinnovo con Golden State è arrivato su base quadriennale per complessivi 100 milioni di euro, lasciando i Sacramento Kings (che c’avevano fatto più di un pensierino) con un pugno di mosche in mano.
Irving resta con Doncic
Anche Kyrie Irving alla fine ha preferito restare dove era finito a inizio 2023: il fit con Luka Doncic a Dallas non è che abbia funzionato granché bene, ma di fronte ai 126 milioni di dollari offerti dalla dirigenza Mavs per restare in Texas nei prossimi tre anni il play non se l’è sentita di rifiutare la proposta, anche se i dubbi sulla reale consistenza con l’altra stella della squadra restano (al campo l’ardua sentenza).
A Dallas é tornato per la terza volta in carriera anche Seth Curry, fratello minore del più noto Steph, che raccoglierà 9 milioni nei prossimi due anni. La “stella” della prima giornata di free agency, però, risponde certamente al nome di Fred VanVleet: Houston per strapparlo a una nutrita concorrenza l’ha letteralmente ricoperto d’oro, offrendogli 130 milioni per i prossimi tre anni, come a nessun giocatore undrafted (cioè non selezionato in un draft) era mai successo in 75 anni di storia della lega.
Pacers da urlo: Tyrese Haliburton ha detto sì
Non c’erano dubbi sul fatto che Tyrese Haliburton sarebbe potuto rimanere ai Pacers: 260 milioni spalmati su 5 anni valgono bene il “sacrificio” del gioiello di Indiana, che vedrà partire il nuovo accordo dalla stagione 2024-25 (la prossima si dovrà “accontentare” ancora di 6 milioni scarsi, come previsto dal contratto da rookie).
I Pacers hanno messo a segno poi un altro bel colpo strappando ai Nuggets il neo campione NBA Bruce Brown, rivelazione delle ultime Finals, convinto da un biennale da 45 milioni complessivi.
A Portland hanno tirato un sospiro di sollievo: Jerami Grant, conteso da diverse franchigie alla fine è rimasto ai Blazers, dove conta di mettere su casa almeno per le prossime 5 stagioni (160 milioni di euro all’incasso).
In Oregon la mossa viene vista anche come deterrente all’idea che Damian Lillard possa chiedere una cessione a breve scadenza, ma è presto per cantare vittoria. Ai Bucks resterà Khris Middleton, che al netto di qualche problema fisico rimane la spalla migliore per Giannis Antetokounmpo (quadriennale da 102 milioni), mentre uno dei pezzi pregiati della free agency, vale a dire Cam Johnson dei Nets, alla fine ha deciso di restare a sua volta a Brooklyn, mettendo la firma su un contratto di 4 anni per complessivi 108 milioni di euro.
Le altre firme del mercato Nba
La firma forse più sorprendente della notte ha riguardato Kyle Kuzma: Washington non gode certo di grande appeal nella lega, ma la sua decisione di restare nella Capitale (anche per lui c’è un quadriennale da 102 milioni) ha finito per scontentare diversi acquirenti. Desmon Bane ha incassato un bel quinquennale da 207 milioni con Memphis, dove s’è accasato a cifre assai più contenute Derrick Rose (6,5 milioni per due anni), ma che avrà un compito gravoso e quanto mai prezioso nel provare a redimere l’irascibile (fuori dal campo) Ja Morant.
A Miami, perso Vincent e con Strus nel mirino dei Cavs, firme d’esperienza con il rinnovo di Kevin Love (7,7 milioni per due stagioni) e Josh Richardson, che torna in Florida a 4 anni dall’ultima volta (3 milioni in due anni il compenso totale).
Battono due colpi anche a Cleveland: Georges Niang da Phila (26 milioni per tre anni) e la riconferma di Caris LeVert (biennale da 32 milioni) rappresentano due buone soluzioni per allungare le rotazioni.
Coby White ha deciso di restare a Chicago firmando per tre anni a 40 milioni, e ai Bulls rimane anche Nikola Vucevic, sempre per tre anni, ma a 60 milioni complessivi. Tanti gli 80 milioni che Toronto ha offerto a Jacob Poelt per i prossimi 4 anni, subito accettati dal centro austriaco.
Infine, le mosse di Phoenix: aspettando il sostituto di Chris Paul, passato ai Warriors, gli arrivi di Yuta Watanabe, Drew Eubanks, Keita Bates-Diop e Chimezie Metu (più i rinnovi di Josh Okogie e di Damion Lee) tengono piuttosto allungate le rotazioni. In tutto, in un paio d’ore scarse, si sono viste operazioni per complessivi 2 miliardi di dollari. A riprova che sul vocabolario NBA la parola “crisi” è davvero sconosciuta.