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Messi ha alzato una Coppa del Mondo falsa: l'incredibile storia di un equivoco

Nella serata della finale mondiale vinta dall'Argentina si è consumato un curioso retroscena: una coppa falsa è entrata in campo ed è stata portata comunque in trionfo

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Lionel Messi che alza al cielo la Coppa del Mondo vinta dall’Argentina ai Mondiali in Qatar, e poi la Pulce che bacia il trofeo, passato di mano in mano tra i giocatori della Seleccion e lo staff tecnico (ed anche di qualche imbucato): immagini ovviamente passate alla storia, ma che celano un particolare retroscena. Quella coppa portata in alcuni frangenti in trionfo, infatti, è falsa.

Nella finale mondiale diverse repliche della coppa

Per la precisione una replica talmente fedele da ingannare quasi chiunque (non ditelo a certi cuochi malati di protagonismo). Clarin riporta il curioso aneddoto riguardo il trofeo disegnato dall’italiano Silvio Gazzaniga, e che in effetti era sì in campo nella sua versione originale, ma a disposizione degli argentini campioni per soli 15 minuti. Successivamente, si poteva stringere solo la versione di replica, che rispetto a quella originale ha la base nera anziché dorata. Il che inoltre spiegherebbe anche perché nei giorni successivi diversi giocatori hanno posato con la coppa in contemporanea e da diversi luoghi, esistendo diverse copie.

Ma una copia non era prevista: l’incredibile storia del trofeo finito per caso in campo

Ma qui entra in gioco il curioso retroscena. All’Iconic Stadium di Lusail, la sera della finale del 18 dicembre, era entrata in campo per caso una copia non ufficiale, poi portata in trionfo dai giocatori. Andiamo per gradi: una coppia presente allo stadio, Paula Zuzulich e Manuel Zaro di La Plata, era giunta alla finale portando con sé una di quelle coppe farlocche che di solito vediamo sventolare dai tifosi, in barba alla scaramanzia. Una replica però non esattamente posticcia, anzi abbastanza fedele (realizzata ad hoc su commissione da diversi mesi, hanno raccontato i coniugi quarantenni, con lo stesso peso dell’originale e lucidata con una vernici in simil oro), e comunque nel caos dei festeggiamenti tale da poter indurre facilmente all’abbaglio.

Al rigore decisivo che ha condannato la Francia e portato in trionfo l’Argentina, la coppia ha tirato fuori il proprio trofeo e ha iniziato a festeggiare. Ad un certo punto, e qui abbiamo la svolta, intravedono un parente di Leandro Paredes e colgono così la palla al balzo, gridandogli se poteva far firmare la loro coppa al giocatore. Quest’ultimo ha preso l’oggetto ed è entrato in campo, e da lì il simulacro ha vissuto i suoi momenti di gloria inattesa, finendo pure tra le mani di Messi, che l’ha portata in giro.

La coppa falsa finita in uno scatto storico

Per tre volte la coppa finta è entrata in campo, hanno raccontato i coniugi, ed ogni volta è finita al centro di foto tra giocatori e parenti. Solo successivamente la coppa Zuzulich Zaro ha ricostruito il peregrinaggio dell’oggetto, riconoscendolo nelle foto per dei “dettagli nella parte inferiore, che ha dei segni precisi”, e hanno anche scoperto che la loro chincaglieria è stata protagonista dello scatto in cui Messi ha sollevato al cielo il falso trofeo, in una foto che su Instagram ha ricevuto circa 74 milioni di like, un record storico (non parliamo però del controverso momento sul podio, in cui il campionissimo ha alzato la coppa con indosso il criticato bisht).

Dopo circa tre quarti d’ora (“pensavamo che non l’avremmo più recuperata”) Paula Zuzulich e Manuel Zaro sono riusciti a riprendersi il loro trofeo, firmato oltre che da Paredes anche da Guido Rodríguez, Nico González e Angel Di María e Lautaro Martinez. Come se non bastasse, un rappresentante della FIFA si è poi avvicinato alla coppia (che non ha mai lasciato gli spalti) convinto che il loro trofeo fosse una di quelle repliche ufficiali di cui abbiamo accennato all’inizio, tanto era fedele.

Ma adesso il simulacro, dopo tanta gloria, riposa a casa dei Zuzulich Zaro. “Vogliamo fare una vetrina con tutti i souvenir che abbiamo portato dal Qatar, i biglietti, i portachiavi, il merchandising che ci hanno regalato, che hanno regalato ai bambini. Speriamo di poter ricavare un posto per mettere in mostra la coppa”, concludono i due.

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