Il silenzio invalicabile che circonda Michael Schumacher non ha mai scoraggiato – figuriamoci arginato – l’affetto, la dedizione quasi che i suoi estimatori continuano a custodire e coltivare per un uomo che, forse, affronta oggi un’esistenza distante dall’immagine di campione assoluto.
Schumi compie 53 anni il 3 gennaio 2022: il presente è avvolto da una delicato velo di protezione e lontananza che, di volta in volta, decidono di interrompere sua moglie Corinna e l’amico e compagno di successi alla Ferrari che lo ha visto splendere, Jean Todt.
Schumacher compie 53 anni
Da quell’incidente assurdo, paradossale e quasi incomprensibile a Meribel il 29 dicembre 2013 è trascorso un tempo lento, lentissimo che la stessa volontà dei suoi cari ha dilata con esigue informazioni, sempre dense di speranza e ottimismo, anche nei momenti di maggiore fragilità.
Schumacher, l’incidente di Meribel
Giorni molto diversi da quelli complicati, seguiti a una caduta sugli sci drammatica, dai risvolti quasi tragici, che ha costretto Michael Schumacher a ritirarsi e ad affrontare un’esistenza che si è rinnovata di significati differenti rispetto al clamoroso successo del passato da pilota.
Allora cadde quasi da fermo, il casco lo aiutò ma la videocamera incorporata pare procurò dei danni importanti che l’equipe che intervenne immediatamente tentò di arginare; seguirono ricoveri, interventi, l’allestimento di una sorta di reparto dedicato nella sua dimora per assisterlo ad un livello adeguato, il silenzio stampa interrotto giusto quando è stato ritenuto indispensabile o giusto da Corinna.
Schumacher e l’amicizia con Jean Todt
Oggi è il giorno dei messaggi, da parte della scuderia Ferrari e da Jean Todt che spesso ha svelato dettagli sulle sue visite a Michael senza poi rivelare l’entità delle conseguenze devastanti dell’incidente sull’organismo di Schumi.
Da quel maledetto 29 dicembre 2013 in poi, la famiglia di Michael – autentico difensore della privacy sua e dei suoi cari – ha alzato un muro per proteggere Schumacher da un’attenzione eccessiva, invadente e consentirgli di seguire nella massima riservatezza le cure e le terapie che lo hanno sostenuto ed aiutato a partire da quel 2013.
Forse, a distanza di quasi un decennio, l’unico avvenimento davvero prorompente che ha illuminato sulle condizioni in cui versa Michael Schumacher (che è stato anche sottoposto a terapie sperimentali con le cellule staminali in Francia) è stato il documentario prodotto da Netflix e che ha raccolto parole importanti da parte della compagna e delle persone a lui più vicine.
Anche quando qualche dettaglio è stato narrato da Elisabetta Gregoraci, durante la sua esperienza al GF Vip, derivante dall’aver sposato e vissuto di riflesso l’amicizia tra Schumi e l’ex marito Flavio Briatore dai tempi della Benetton, la famiglia Schumacher non aveva commentato.
Corinna rompe il silenzio su Michael Schumacher
Corinna Schumacher ha ammesso quel che mai, prima di allora, aveva esplicitato con tanta trasparenza: “Michael è diverso ma c’è sempre”. E suo figlio Mick? Il giovane Schumacher che, a differenza di sua sorella Gina Maria, ha ereditato nei cromosomi l’attrazione per la Formula Uno e i motori che lo avevano visto da bambino già piccolo campione sui kart. Oggi è già una promessa della F1, come suo padre Michael e lo zio Ralf. Ma anche Mick convive con un dolore latente, che non abbandona e del quale ha toccato la profondità quando ha speso le parole forse più emozionanti per il papà, vittima di quella caduta quando era poco più di un bambino.
“Darei tutto per parlare con lui”, ha dichiarato il figlio del campione. Il campione che non parla che con gli occhi.
L’esordio di Mick Schumacher in F1 e la nostalgia del padre
A Mick non è mancato mai il sostegno della Ferrari, che lo ha accolto e sostenuto anche attraverso la sua Academy e accarezzato l’ipotesi di investire sul giovanissimo pilota nell’auspicio di riaccendere quelle emozioni e quel ciclo meraviglioso e, forse irripetibile, segnato dal padre Michael ancora imbattuto, mai secondo per titoli rispetto a nessuno.
E che per Lewis Hamilton, d’altra parte, è ancora motivo di resilienza in una F1 che potrebbe già aver assistito al cambio generazionale in questa stagione.
Mick intanto cresce, si migliora e combatte in pista per cercare una sua affermazione che al 3 gennaio, in questo compleanno di speranza e ancora denso di malinconie accompagna la riscoperta di aver superato ormai gli otto anni da quel terribile incidente che ha diviso in un prima e in un dopo l’esistenzadi Michael Schumacher.
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