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Milan, i perché dell’addio di Maldini e Massara e cosa cambia in società

Inaspettato ribaltone in casa Milan che sorprendentemente si separa dalla coppia Maldini e Massara, capace di costruire la squadra da scudetto e da semifinale in Champions: i motivi e gli scenari futuri

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Il Milan si separa da Maldini e Massara. La coppia di dirigenti capace di costruire la squadra rossonera nel corso delle ultime stagioni dà l’addio alla fine di una stagione che lo stesso Maldini aveva definito da 8 solo pochi giorni fa. Un vero e proprio ribaltone in casa rossonera con la società che ora studia un nuovo programma per il futuro.

Maldini e Massara: i motivi dell’addio al Milan

Un confronto con Gerry Cardinale, durato anche poco stando a quanto scrivono le voci di dentro (circa 35 minuti), e Paolo Maldini e Frederic Massara dicono addio al Milan. I motivi dietro questa separazione arrivano evidentemente dall’insoddisfazione per la stagione appena conclusa da parte di RedBird e di certo anche i due dirigenti non erano così convinti sulle possibilità future. Alla proprietà non è andata giù una stagione da quinto posto (migliorata solo grazie alla penalizzazione della Juventus) e alcune scelte di mercato come Charles De Ketelaere e Divock Origi, i due colpi di mercato che avrebbero dovuto dare nuovo slancio alla squadra e si sono rivelati due investimenti, al momento, sbagliati.

Maldini e Massara: le divergenze arrivano da lontano

La sensazione è che l’addio dei due dirigenti del Milan arrivi con un anno di ritardo. Già al termine della scorsa stagione Maldini e Massara avevano dimostrato più di una divergenza con la nuova proprietà RedBird di Gerry Cardinale. Solo qualche settimana fa Maldini nel corso di un’intervista dopo l’eliminazione dalla Champions aveva parlato della sua volontà di un Milan competitivo in Europa lanciando un chiaro messaggio alla società. Al termine di una stagione con molti alti e bassi le fratture si sono dimostrare insanabili. A mettere la parola fine è stato il budget di mercato che la proprietà ha messo a disposizione dei due dirigenti: 50 milioni di euro. I proventi dalla qualificazione alla Champions però sono stati considerati come risorse troppo limitate per migliorare la squadra.

Milan, in bilico la posizione di Pioli

Tra i motivi che hanno portato alla separazione o a un certo malcontento della società nei confronti della gestione Maldini-Massara, ci sarebbe anche la posizione di Stefano Pioli. Il rinnovo del contratto del tecnico fino al 2025 è stato motivo di discussione con diverse voci all’interno del club che spingono per Antonio Conte.

Milan, Furlani e Moncada guidano la strada per il futuro

Dopo l’addio di Maldini e Massara, il Milan sembra non essere intenzionato a tornare sul “mercato dei dirigenti”. Da tempo Cardinale ha affidato molto della gestione del club a Giorgio Furlani: l’amministratore delegato classe 1979 che ha preso il posto di Ivan Gazidis assume un ruolo più importante all’interno del club. Accanto a lui ci sarà l’attuale capo dell’area scouting Geoffrey Moncada, da sempre stimato sia da Elliott che da RedBird, e che dovrà modellare il nuovo Milan secondo le linee economiche dettate dal club. La visione societaria è quella di costruire un nucleo di giocatori under25: giocatori giovani e in rampa di lancia ma non ancora affermati sui grandi palcoscenici. Meno spazio, invece, a giocatori dai curriculum importanti ma che hanno meno possibilità di essere asset di mercato in futuro.

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