Tutto si può dire meno che la stagione di Carlo Ancelotti sia stata ordinaria. Festeggiati i 60 anni nel giugno 2019 come allenatore del Napoli, il tecnico emiliano ha finito l’anno solare sulla panchina dell’Everton, dove è approdato a dicembre, poche settimane dopo l’esonero subito dal presidente De Laurentiis a causa di un disastroso avvio di campionato.
In attesa del possibile ripresa del campionato inglese, Ancelotti è tornato a parlare di calcio italiano in diretta Instagram con il giornalista Carlo Pellegatti. Argomento, il Milan, un pezzo della vita e della carriera di Ancelotti da giocatore e da allenatore.
Il mister di tanti trionfi rossoneri ha mandato un messaggio chiaro sul tema dell’ennesima ricostruzione cui il Milan sembra andare incontro in panchina e in società: “Al Milan devono spaventare gli allenatori scarsi, non quelli stranieri. Fortunatamente ne hanno scelti tanti bravi, la fortuna di un allenatore è legata alla solidità della società” queste le parole di Ancelotti in risposta ad una domanda sul possibile arrivo di Ralf Rangnick al posto di Stefano Pioli.
Ancelotti ha avuto modo di incrociare l’attuale responsabile sport della Red Bull durante la breve permanenza del tecnico emiliano in Germania alla guida del Bayern Monaco, ma ha ammesso di non conoscere benissimo il collega. C’è però un aspetto che fa stare molto tranquillo Carletto sul pedigree di Rangnick: “Ci siamo incontrati quando ero in Germania. Non lo conosco, da quello che leggo era innamorato del Milan di Sacchi, ma la sua metodologia non la conosco”.
Ancelotti ha vinto con il Milan nove trofei da calciatore, tra cui due Coppe dei Campioni e due scudetti, e otto da tecnico, tra cui due Champions League e un campionato italiano. Lo scorso 30 aprile si è celebrato il 31° anniversario della semifinale di ritorno di Coppa Campioni contro il Real Madrid, vinta 5-0 dalla squadra allenata da Arrigo Sacchi. Il primo gol fu segnato proprio da Ancelotti, schierato quel giorno nell’inedito ruolo di esterno di centrocampo.
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