Clima pesantissimo in casa Milan. Bakayoko nella mattinata di mercoledì si è presentato in ritardo di oltre un’ora all’allenamento a Milanello, scatenando l’ira di Gennaro Gattuso, già provato dall’ultimo mese di scarsi risultati in campionato.
Il tecnico rossonero, letteralmente infuriato, ha ordinato un ritiro punitivo, di ben cinque giorni, per tutta la squadra da giovedì alle 16 fino alla partita di lunedì contro il Bologna. Lo riporta Sky che spiega come Ringhio sia stato irremovibile, nonostante qualche giocatore abbia cercato di fargli cambiare idea. A Bakayoko verrà comminata una multa salata per il suo ritardo.
Il clima è stato molto teso per tutta a seduta, e Gattuso ha urlato spesso durante l’allenamento per mantenere in riga il gruppo. Secondo quanto riporta l’emittente satellitare, il ritardo di Bakayoko è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: il mister calabrese non era contento dell’atteggiamento di alcuni giocatori rossoneri, che martedì erano stati avvertiti nella riunione con Gazidis e Leonardo di aumentare l’impegno in vista delle ultime decisive partite.Gattuso vuole più impegno e maggiore attaccamento alla maglia.
Il Milan ha raccolto appena 5 punti in sette partite (quattro sconfitte, due pareggi e una vittoria), una media da retrocessione: solo Parma, Empoli, Chievo, Genoa e Fiorentina hanno fatto peggio.
Martedì Gattuso si era sfogato a un evento, spiegando che qualcosa a Milanello non funziona da anni: “La salvezza del Milan in questi anni è stata il rispetto delle regole, in pochi anni è dovuto intervenire Galliani. Eravamo noi ad andare in sede per farlo intervenire, rispettavamo la storia: oggi si fa più fatica. La mentalità dei giocatori è cambiata, oggi devi stare attento, prima dovevi stare zitto. Il primo giorno a Milanello mi feci la barba, lasciai due peli nel lavandino… Presi due schiaffi in testa da Costacurta, capivi subito la mentalità. Galliani mi voleva convincere a restare, da giocatore, ma non mi sentivo più a mio agio, non parlavo più la stessa lingua. A tanti non piaceva quello che io, Abbiati e Ambrosini dicevamo”.
“Oggi è un’epoca diversa. Non scordiamo che le cose sono cambiate, un allenatore deve trovare ragazzi disposti a fare sacrifici. Oggi devi stare attento a dire qualcosa ai ragazzi, se gli dici qualcosa poi iniziano a lamentarsi, cercano alibi: le cose sono cambiate, ora ognuno pensa al suo orticello, a fare le cose come è abituato a fare”.
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