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Milan, Ibrahimovic non ci sta: cosa ha detto alla squadra dopo il tonfo di Parma

E' scattato il campanello d'allarme in casa Milan: nel post partita il dirigente svedese è sceso negli spogliatoi per un confronto con i calciatori

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Eh no, così proprio non va. Un punto in due partite, con la sconfitta di Parma che ha fatto emergere i cronici difetti del Milan. Cambia l’allenatore, non la mentalità: al Tardini la squadra di Fonseca si è mostrata svogliata, senz’anima. E, al triplice fischio, Ibrahimovic è stato costretto intervenire.

Milan, altro disastro: Ibrahimovic si fa sentire

Tra il pre e il post partita è cambiato il mondo. Il Milan ha rabbuiato un Ibra che prima dell’inizio del match si era mostrato sorridente alla Cbs americana. Il campanello d’allarme è scattato. E la sconfitta di Parma – per come è maturata – non poteva non avere strascichi. Per questo motivo il braccio destro di Cardinale, che da più d’un mese ripete che l’obiettivo del Milan è tornare a vincere “trofei, trofei, trofei”, è sceso negli spogliatoi. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, lo svedese ha voluto far sentire la sua voce. Nessuna mossa di Kung Fu, però. In questa fase così delicata ha prevalso la linea morbida.

Allarme Milan, che cosa ha detto Ibra ai calciatori

Quello andato in scena negli spogliatoi del Tardini è stato un confronto senza toni particolarmente accesi. Il senior advisor di RedBird, che di diversi calciatori è stato anche compagno di squadra, ha voluto capire e soprattutto spronare. Niente urla. Zero. Il senso del discorso lo riassume la Rosea: “La qualità c’è, la squadra è al completo, ora – però – dovete essere motivati”. La linea estiva del club è stata chiara: nessuna rivoluzione. Si è preferito implementare la rosa con giocatori d’esperienza come Morata e Pavlovic, su tutti. Quindi ora è sulla testa che bisogna intervenire. Perché, come più volte ricordato da Ibrahimovic, indossare la maglia del Milan dev’essere un vanto, un orgoglio.

La richiesta di Ibra alla squadra per cambiare passo

Non sono volati stracci, è vero. Ma ciò non significa che Ibrahimovic non sia stato chiaro e deciso nel recapitare il messaggio alla squadra. Zlatan ha fatto capire ai calciatori che il talento non manca e che la rosa è stata rinforzata, per cui è il momento di cambiare passo. Di ripartire con il giusto atteggiamento e la voglia di battersi insieme. Perché è questo che fa un gruppo di valore. Bisogna cambiare. Dagli ultimi arrivati ai senatori. È principalmente da questi ultimi che deve arrivare la scossa. Al Tardini si è vista la versione peggiore di Theo Hernandez e, assist a parte, anche la partita di Rafa Leao non è stata all’altezza, condita anche dalla polemica con un tifoso.

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