Oltre al mercato, la nuova proprietà del Milan pare aver già ben chiare in testa quale siano le priorità del club rossonero.
- Nuovo stadio Milan, il progetto di RedBird
- Nuovo stadio Milan, la mossa di RedBird
- Nuovo stadio Milan, la posizione del sindaco di Sesto
Nuovo stadio Milan, il progetto di RedBird
Ne sono la testimonianza i passi in avanti fatti da RedBird sul fronte del nuovo stadio di proprietà, una struttura che Gerry Cardinale vuole far diventare realtà quanto prima.
L’idea è quella di un impianto da 65mila posti nella zona delle ex acciaierie Falck a Sesto San Giovanni che sia sostenibile e accogliente, aperto 7 giorni su 7 e soprattutto integrato nel verde del parco Concordia: insomma uno stadio moderno da sfruttare non solo nel giorno delle partite.
Nuovo stadio Milan, la mossa di RedBird
Per concretizzare questa struttura che, a differenza del nuovo San Siro, sarebbe tutta di proprietà rossonera, RedBird (prontissima nel frattempo ad animare il mercato del Milan) ha iniziato a parlare con Hines (gruppo immobiliare che controlla l’area di Milano Sesto) ma soprattutto ha ottenuto i primi disegni del progetto fatti da Sir Norman Foster, architetto inglese di fama internazionale che in passato aveva messo la sua firma proprio sulla progettazione dell’area Falck.
A spiegare la scelta di puntare sulla collaborazione con Foster è stato il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.
“Considerato che Norman Foster ha progettato tutte le aree Falck e conosce alla perfezione l’archeologia industriale del sito si è ritenuto che dialogare e far progettare l’area dello stadio a chi ha già disegnato un milione e 250mila metri quadrati, ha un senso. Una mano diversa si sarebbe vista”.
Nuovo stadio Milan, la posizione del sindaco di Sesto
Di Stefano quindi ha ribadito la posizione (favorevole) del Comune di Sesto in merito alla costruzione del nuovo stadio del Milan.
“Sembrerebbe che il Piano B stia diventando il Piano A e noi ci speriamo con tutte le forze” ha affermato convinto il primo cittadino.
“Il confronto con i club ha portato le squadre a conoscere la realtà del nostro territorio che è collegato benissimo con il resto dell’area metropolitana: metrò, ferrovia, tangenziali, siamo vicini a Linate. Le squadre, o anche una sola, hanno bisogno di un nuovo stadio in tempi veloci per rimanere competitive a livello internazionale. Non hanno bisogno di perdere tempo su qualcosa di fumoso che non si sta concretizzando e rischia di crollare come un castello di sabbia” ha chiosato non senza una vena polemica Di Stefano.