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Mondiali, Arabia Saudita-Messico: spettacolo, colpi di scena e quella beffa finale

Il Messico e l'Arabia Saudita lottano sino all'ultimo per strappare una difficile qualificazione agli ottavi dei Mondiali del Qatar: spettacolo, ma nulla di fatto

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Una partita frizzante, dai ritmi vivaci e da fiato sospeso (soprattutto per i tifosi delle due squadre) quella vissuta allo Stadio Iconico di Lusail, lo stesso della finalissima, davanti ad un tutto esaurito di ben 84.985 spettatori. Arabia Saudita-Messico metteva in gioco per entrambe la possibilità di poter accedere agli ottavi di finale in un girone, quello C del Mondiale del Qatar, equilibrato ed aperto ad ogni soluzione sino alla fine.

Un primo tempo con i gol solo sfiorati e non realizzati, con il Messico in generale più arrembante ma con i sauditi certamente non inerti, tutt’altro, pur avendo meno occasioni nell’area avversaria. Tutt’altra musica alla ripresa, visto che la selezione centramericana riscatta una fase a gironi piuttosto spenta sino al match di stasera con due reti entro i primi dieci minuti, ed un terzo se non fosse stato annullato per fuorigioco. Ma la squadra di Gerardo Martino vive al tempo stesso un secondo tempo sulla graticola visto che la qualificazione agli ottavi restava appesa ad un filo, mentre i sauditi sono parsi più propensi a tirare i remi in barca.

Alla fine il Messico, che comprensibilmente ha giocato con il coltello tra i denti con un 4-3-3 diventato negli ultimi minuti un 4-2-4 (mossa speculare anche per gli avversari), cede però con un gol nei minuti di recupero finali firmato dai sauditi, e che ferma il match al 2-1 eliminando la selezione messicana che ci ha provato sino all’ultimo. Entrambe le squadre concludono qui il loro cammino nel Mondiale, con Argentina e Polonia (a pari punti con il Messico, ma avanti grazie alla differenza reti) che invece proseguono alla fase successiva.

Mondiali, subito ritmi alti per Arabia Saudita e Messico

Spinta da un pubblico che verosimilmente era composto da più tifosi sauditi che messicani, la selezione del ct Hervé Renard ha proposto un 4-3-3 (stesso modulo degli avversari) con due mediani posti davanti alla difesa (di cui uno all’esordio al Mondiale), smentendo quanto annunciato nelle ore precedenti. Partita iniziata con ritmi molto elevati vista la posta in gioco per entrambe le squadre: nei primi cinque minuti ci sono state tre conclusioni, due per il Messico ed uno per i sauditi i quali però non hanno impensierito Ochoa. Al 12′ punizione per l’Arabia Saudita per l’intervento di Chavez su Abdulhamid: tira Kanno, esecuzione sontuosa ma non trova lo specchio della porta, di qualche misura sopra la traversa.

Mondiali, Pineda avvicina il Messico al gol

La partita scorre su binari vivaci, pur trascendendo come l’intervento di Alvarez su Al Tambakti che ha costretto quest’ultimo a terra e spinto l’arbitro, l’inglese Michael Oliver, a tirare fuori il primo cartellino giallo del match. Di fronte al pressing a centrocampo dell’Arabia Saudita il Messico riesce alla fine al 23′ di portare il pallone box to box tentando con Chavez la conclusione, ma Al Owais chiude la porta vanificando lo sforzo centramericano. Al 25′ e al 27′ ci riprova il Messico – sempre più sbilanciato in avanti – con Pineda, con lo scattante trequartista che in particolare nella seconda occasione è ben servito da Lozano sbagliando però il tiro di testa che non intercetta la rete avversaria.

Mondiali, l’assalto del Messico sulla fine del primo tempo e la risposta saudita

Sul finale del primo tempo l’Arabia Saudita inizia ad essere fallosa tatticamente sui messicani creando una serie di stop e go alla partita, in particolare a centrocampo e contro Chavez e Pineda, sicuramente i due uomini più pericolosi di questo scorcio di partita. Oliver nel frattempo ammonisce Al Shehri al 28′ ed Al Hassan al 34′. Primo cambio con Renard che richiama Al Bulayhi al 36′ e fa entrare Sharahili, ritrovatosi poi alle prese con la marcatura su un Lozano più arretrato per cercare di dare una mano alla squadra per sbloccare il risultato e coadiuvare la manovra. Il Messico prova l’assalto all’area saudita negli ultimi minuti del primo tempo, con Vega e Gallardo che tentano di violare la porta avversaria ma senza successo. E mentre Polonia ed Argentina chiudevano il primo tempo a reti inviolate, Al Birakan durante i sei minuti di recupero prova l’assalto in solitaria galoppando verso la porta avversaria, ma viene bloccato in tempo utile da Gallardo prima di raggiungere la prateria dell’area. Ma per i sauditi arriverà poi a stretto giro un’altra azione gol, costruita da Kanno ed Al Ghannam sulla destra, con conclusione di testa di Al Birakan che sfiora la rete messicana.

Mondiali, secondo tempo: dilaga il Messico

All’inizio del secondo tempo il ct Martino sostituisce Vega con Antuna, che va a sistemarsi sulla fascia destra come contraltare di Lozano traslato sulla sinistra, e nel giro di pochi minuti arriva il gol: lo realizza al 47′ Martin su sviluppo di calcio d’angolo, intercettando e deviando il tiro sul primo palo di Montes. Il tutto mentre allo Stadium 974 l’Argentina si porta in vantaggio sulla Polonia, costringendo il Messico a dover cercare qualcosa in più dell’1-0 per evitare di essere messo alla porta dei Mondiali per la peggior differenza reti. Detto, fatto: al 52′ Chavez su punizione dalla distanza disegna una parabola che Al Owais non riesce a fermare, con la palla che gonfia la rete all’incrocio dei pali e porta gli uomini di Martino sul 2-0. Da notare che questo è stato il primo gol per Chavez ai Mondiali.

E se non fosse stato per il fuorigioco, sarebbe arrivato anche il 3-0 al 55′ con Lozano. Da questo momento, in pratica, il Messico assedia la trequarti saudita, con calci d’angolo come quello in cui Chavez prova l’impresa con il suo tiro, che però che si scontra con i pugni di Al Owais. L’Argentina intanto va al raddoppio contro la Polonia, costringendo i messicani a trovare per forza di cose un terzo gol per evitare di non staccare il pass per gli ottavi, beffati dalla differenza dei cartellini gialli con la Polonia (5 contro 7).

L’offensiva finale del Messico, ma l’Arabia Saudita non si arrende

I sauditi nel frattempo sembrano aver esaurito la benzina nel serbatoio fisico e mentale, mentre Martin si avvicina alla rete al 70′, idem Pineda al 76′ con un destro micidiale ma non preciso e Lozano che al 77′ si libera sulla sinistra per servire Antuna, mangiandosi però un gol apparecchiato. Sempre Lozano ottiene intelligentemente un calcio di punizione (giallo per Madu), ma il pallone si infrange sulla barriera saudita. Ed è ancora più atroce la beffa del fuorigioco che annulla la rete di Antuna, mentre entrambe le squadre si giocano il tutto per tutto cambiando il modulo con un 4-2-4. Ben sette i minuti di recupero, confermando ancora una volta e se ce ne fosse bisogno la tendenza a rispettare i tempi effettivi in questo Mondiale: e mentre l’Argentina vola contestualmente agli ottavi per affrontare la sorprendente Australia, con la Polonia in trepidante attesa alla finestra, l’Arabia Saudita emette una sentenza clamorosa. Al Dawsari infatti scambia al limite con Bhabri e firma la rete che distrugge le speranze messicane.

L’Arabia Saudita fallisce però anch’essa nell’impresa di qualificarsi agli ottavi di una coppa del mondo a distanza di 28 anni dall’ultima volta, ai tempi di USA 1994, mentre il Messico pur vincente in questo match almeno evita la beffa di farsi eliminare per la differenza di cartellini: ma comunque per la prima volta dal Mondiale in Argentina del 1978 la selezione centramericana non procede verso la fase successiva ai gironi.

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