Theocrazia francese: Hernandez torna quello splendido del Milan, fa tutte le fasi a meraviglia e porta la Francia alla finale mondiale di Qatar 2022. Kolo Muani, nella ripresa, realizza un sogno più grande di lui e chiude l’incontro. Marocco battuto 2-0, sconfitta più che onorevole: africani fuori a testa altissima e in partita fino alla fine. Tra il vantaggio dei Galletti al 4′ e il triplice fischio, si sono consumate tante partite in una. Un palo a testa, Giroud per i Blues con un bolide che si è stampato sul montante, El Yamiq per il Marocco con una splendida rovesciata sulla cui conclusione Lloris non avrebbe potuto fare nulla. Non all’altezza l’arbitro, il messicano Cesar Arturo Ramos, che ha gestito male l’uso dei cartellini e su qualche decisione ha lasciato perplessi.
- Francia-Marocco 2-0, la marea rossoverde di Al Khor
- Francia-Marocco scontri diretti: sono otto le vittorie Blues
- La freschezza del Marocco si è arresa all'esperienza della Francia
- Le pagelle della Francia: Theo Hernandez dominante
- Le pagelle del Marocco: Ounahi e Ziyech valori aggiunti
- Francia-Marocco 2-0: la pagella dell'arbitro
Francia-Marocco 2-0, la marea rossoverde di Al Khor
All’Al Bayt Stadium di Al Khor – di fronte a una marea rossoverde e a uno spicchio tinto di blu – Francia e Marocco hanno bussato alla storia: porte spalancate per i transalpini che, in virtù del 2-0 maturato nei 90’ più abbondanti minuti di recupero, raggiungono l’Argentina per una finale Mondiale in cui Mbappè e compagni cercheranno di eguagliare il primato di Italia e Brasile, uniche due Nazionali ad aver portato a casa la Coppa del Mondo per due competizioni consecutive. I campioni in carica difenderanno il trofeo contro l’Albiceleste di Leo Messi, approdata in finale dopo il 3-0 alla Croazia, e sarà inevitabile mettere a confronto i due compagni del Paris Saint Germain. A conti fatti, è l’ultimo atto cui tutti – i qatarioti per primi – speravano di assistere.
Francia-Marocco scontri diretti: sono otto le vittorie Blues
Il dodicesimo scontro diretto tra Francia e Marocco – per alcuni il tredicesimo, aggiungono al novero anche la gara andata in scena quasi cento anni fa, il 22 dicembre 1928, tra gli africani e la squadra B francese, vittoria di misura dei transalpini per 2-1 – rimpolpa lo score dei Galletti che portano a otto le vittorie di squadra a fronte dei 3 pareggi e dell’unica vittoria marocchina (28 aprile 1963).
Avessero potuto incidere spingendo in rete il pallone col fiato, i 35 mila tifosi marocchini avrebbero fatto la differenza: canto incessante, spinta ininterrotta, hanno fischiato sonoramente quando la Francia pressava, hanno battuto le mani univocamente quando l’undici rossoverde penetrava nella tre quarti avversaria, hanno cullato un sogno trattandolo con il massimo della cura.
La freschezza del Marocco si è arresa all’esperienza della Francia
Ma il calcio non trascende dai valori, dal potenziale, dalla tecnica, dall’esperienza: sotto questi aspetti non c’era partita alla vigilia e il campo ha dimostrato una volta di più quanto conti l’ultimo dei fattori citati. L’esperienza. E’ il piano sul quale i francesi non avrebbero mai potuto arrivare secondi, salvo harakiri che non i sono stati.
Deschamps opta per Konate in difesa e sceglie Fofana dal 1’al posto dell’acciaccato Rabiot, Griezmann tuttocampista intorno a Mpbappe, Dembelè e Giroud. Schieramento prudente e accorto in casa Marocco: Regragui sceglie il 4-5-1 e rinuncia a Sabiri in attacco ma il gol subito dopo 4’ ha di fatto delegittimato una decisone che ha messo i suoi nelle condizioni di attaccare da subito, per rimontare, con un attaccante in meno. Paradossalmente, la resa di capitan Saiss dopo 21′ ha fatto bene ai compagni che hanno beneficiato dell’ingresso di Amallah.
Francia-Marocco 2-0: il tempo reale della semifinale mondiale
Le pagelle della Francia: Theo Hernandez dominante
- Lloris 6,5: l’ordinario lo svolge sempre a meraviglia, non sbaglia un’uscita e infonde ai compagni la solita sicurezza. Gli riesce anche qualche straordinario – un paio di interventi provvidenziali tra primo e secondo tempo – ed è assistito dalla Dea bendata quando è il legno a blindare la porta e vanificare la prodezza di El Yamiq su acrobazia.
- Koundé 6: qualche incertezza quando il Marocco ha provato a sfruttare gli spazi tagliando il campo con diagonali che spostavano il gioco dalle fasce a centro. Nel complesso regge insieme al reparto. Salvataggio provvidenziale sulla linea allo scadere.
- Konate 6: gioca di furbizia, non concede spazi e tenta di entrare in anticipo. L’imprevedibilità dell’attacco marocchino, tuttavia, crea qualche difficoltà anche a lui che fatica a tenere la posizione in un paio di occasioni pericolose non sfruttate a dovere dagli avversari
- Varane 6: si concede poche incursioni, complice il vantaggio immediato dei transalpini che ha suggerito prudenza e gestione della partita evitando gli eccessi. In questo senso, è fedele e ligio nel rispettare i diktat di Deschamps che chiede tanta attenzione alla fase difensiva
- Theo Hernandez 7,5: per Theo, invece, vale il discorso opposto. Finalmente e meno male, vien da dire. E’ sembrato quello micidiale che gioca con la maglia del Milan, con cui ha modo di aggredire gli spazi e rendersi protagonista della fase offensiva. La Theocrazia francese è stata legittimata da un gol decisivo ma anche da una prestazione di intensità e qualità notevole.
- Tchouameni 6,5: copertura e pressing, contenimento e corsa. Prova generosa e di carattere, ha lasciato che a fare la differenza dal punto di vista tecnico fossero giustamente altri.
- Fofana 6: tenere testa all’ultima versione di Rabiot era tutt’altro che semplice. Non fa danni ma la sua non vale le recenti prestazioni dello juventino che, in mezzo al campo, è mancato.
- Dembelé 6: prova generosa con un inizio interessante e stimolante mentre l’epilogo – un lento e inesorabile epilogo – lo ha visto spegnersi lentamente (dal 34′ st Kolo Muani 7: entra e impiega pochi secondi a segnare il gol della vita. Il suo Mondiale, finisse anche così, sarebbe un sogno. Finale in Blues, delicato, raffinato, specialissimo).
- Griezmann 7: riesce a fare un lavoro sporco e silenzioso abbinandolo a una raffinata qualità. Se c’è stata un’anima nel reparto offensivo francese, l’ha messa lui. Deschamps lo ha inventato tuttocampista e Griezmann ha risposto presente. Decisivo anche in difesa.
- Mbappé 6,5: c’è una gran bella differenza tra la sua semifinale e quella di Leo Messi. Non è stato, Mbappè, altrettanto determinante ma – in sordina – è entrato in tutte le azioni pericolose dei francesi. Anche quando trotterella, va più degli altri. Colpisce sempre lo spirito di squadra che molto spesso antepone alla prestazione personale. Gara di intelligenza, tra un calcione subito e l’altro. Dopo un po’ ha deciso che fosse meglio evitare eccessi per non rischiare di perdere l’appuntamento più importante degli ultimi quattro anni.
- Giroud 6,5: un palo colpito dopo aver calciato con tutta la forza. prova da guerriero, indomito e pronto a intervenire in fase di copertura. Prestazione rock, di grinta e carattere. Giroud conferma di essere uno dei migliori calciatori di questo mondiale. A scapito dell’età, sta ricambiando con gli interessi la buona sorte: non avrebbe mai voluto prendere il posto di Benzema per l’infortunio del Merengues ma non lo sta facendo rimpiangere. Per quanto sia possibile non far rimpiangere un fuoriclasse come Benzema.
- All. Deschamps 8: il mezzo voto in più è perchè ha regalato a un giovane destinato a ritagliarsi solo qualche spezzone di gara il sogno più bello che gli potesse capitare di vivere. Kolo Muani gli sarà riconoscente a vita; la Francia gli è già riconoscente da tempo immemore.
Le pagelle del Marocco: Ounahi e Ziyech valori aggiunti
- Bounou 6,5: puntuale e sicuro, garantisce solidità al reparto arretrato ed è l’unico baluardo nel momento più difficile dei marocchini, i primi 30′ di gioco. Non sbaglia nulla, nessuna responsabilità sul gol, arrivato in seguito a una sua respinta decisiva.
- Hakimi 6: carismatico e trascinatore lo è stato ma è sempre un calciatore da giudicare con due voti differenti. Fase offensiva da 7, quella difensiva molto più imprecisa.
- Aguerd 6: si riscatta con il passare dei minuti dopo un avvio delicato. Prese le misure all’attacco francese, concede sempre meno ma trovarsi di fronte Giroud, Mbappè e Griezmann – se fai il difensore – significa che l’emicrania ce l’hai già prima del fischio di inizio.
- El Yamiq 6,5: paga come un macigno l’incapacità di entrare in partita subito e si porta sulla coscienza una buona fetta della rete francese. Perde il tempo dell’intervento e spesso viene lasciato sul posto. Ripresa di tutt’altro spessore: avesse fatto gol, anzichè centrare il palo pieno, con quella strepitosa rovesciata, scriveremmo del gol dell’anno.
- Saiss 5: la sua partita dura 21′. Cuore da capitano, non era in condizioni ottimali ma ha voluto provare a tutti i costi. Che non fosse il caso di continuare lo hanno mostrato un paio di occasioni caratterizzate da incertezza e ritardi cui non aveva affatto abituati. Chiude l’esperienza qatariota con una insufficienza che non rende affatto merito al grande mondiale disputato e che non fa testo rispetto alla sfilza di giudizi ampiamente positivi che ha meritato nelle sfide precedenti.
- Mazraoui 5,5: poca spinta, poca inventiva. Non riesce a fare da collante tra i reparti e non incide. (dal 1′ st Attiat-Allah 6,5: nel tutto per tutto tentato da Regragui nella ripresa, c’è spazio anche per lui che si ritaglia due ottime occasioni per concludere: tutto bene, tranne il tiro).
- Ounahi 7: metronomo, cervello, polmone. Calciatore completo, prende le redini della mediana e, soprattutto nella ripresa, è decisivo nel tentativo di recuperare lo svantaggio. Da attenzionare anche in ottica mercato.
- Amrabat 6,5: prima frazione incolore, ripresa sontuosa. Incornicia la finestra del suo personalissimo Mondiale con prestazioni celebrate da più fronti. Dopo aver assaporato la storia con il Marocco, proverà a scrivere nuove pagine di carriera sfruttando tutte le occasioni che gli capiteranno.
- Boufal 6: condizionato da una ammonizione ingiusta, rimediata a metà del primo tempo, è stato in ogni caso un martello per il centrocampo avversario che ha dovuto fare i conti anche con la sua irruenza (dal 22′ st Aboukhlal 6: apporto generoso in un finale di grande pressione marocchina).
- Ziyech 6,5: a sprazzi. Quando si illumina, il Marocco sfonda con grande efficacia; quando si spegne, ne risentono anche i compagni. Detto questo, Ziyech per questa Nazionale è fondamentale: funziona nei meccanismi corali ed è il quid che da solo può risolvere la gara.
- En-Nesyri 6: finisce in sordina un Mondiale giocato egregiamente. Verità sacrosanta: a volte una singola gara rischia di condizionare un giudizio complessivo, nel suo caso non deve essere così e va riconosciuto un talento esclusivo da indagare, affinare, tutelare.
- All. Regragui 7,5: per lo splendido mondiale che ha messo in archivio andando oltre ogni previsione. Non solo: per il gioco spumeggiante che ha saputo trasmettere ai calciatori e restituire in campo: abbiamo apprezzato il Marocco per qualità e compattezza. Cosa è mancato? Solo un po’ di esperienza: messe alle spalle partite di peso, gli africani potranno incidere ancora di più. Solo applausi.
Francia-Marocco 2-0: la pagella dell’arbitro
Cesar Arturo Ramos 5,5: prestazione non all’altezza per il messicano. Errore sul giallo a Boufal, sanzionato per un fallo su Hernandez che è sembrato essere un episodio valutato al contrario. Ha gestito male l’uso dei cartellini e su qualche decisione ha lasciato perplessi. Nessun errore decisivo ai fini del risultato, non ha condizionato il punteggio ma non ha impressionato: redini della partita tra le mani solo a tratti.