Arriva un’altra medaglia per l’Italia dai mondiali in vasca corta di Budapest: se la mette al collo Alberto Razzetti, attesissimo nella finale dei 200 farfalla chiusa alle spalle del canadese Kharun (bronzo olimpico) che ha saputo imprimere un ritmo forsennato alla gara e che è stato bravissimo a rimettere il naso avanti nell’ultima corsia, dopo che Razzo l’aveva preceduto di appena un centesimi nella penultima vasca. Un argento che vale tantissimo e che testimonia una volta di più il grande finale di 2024 di Razzetti, che davvero di più non poteva chiedere alla sua prestazione.
Gran finale, ma Kharun ne ha di più
La soddisfazione mostrata dal nuotatore azzurro al termine della finale è una diretta conseguenza della consapevolezza di aver dato fondo ad ogni residua energia. “Sapevo che sarebbe stata dura restare davanti a Kharun, ma sono molto soddisfatto della mia prestazione. Questo è un argento che vale: aver nuotato 1’48″64 non era affatto scontato e credo che più di così davvero non avrei potuto fare. Mi porto via una medaglia di valore e sono davvero contento di ciò che ho saputo fare”.
Il tempo di Razzetti è il nuovo primato europeo in vasca corta: la sua finale è stata improntata nella prima metà a un controllo ragionato, con Kharun costantemente avanti di 7-8 decimi. Poi però nella sesta e soprattutto nella settima vasca Razzo ha alzato prepotentemente il proprio ritmo, tanto da passare in vantaggio ai -25. In quel momento però il canadese ha fatto vedere di averne di più e nell’ultima corsia ha rimesso le cose a posto, conquistando l’oro con un tempo finale di 1’48″24.
Quinta la 4×2000 donne. Curtis in finale nei 50 rana
La terza giornata dei mondiali in terra ungherese ha comunque sorriso all’Italia. Ottimo il quinto posto raccolto dalla staffetta 4×200 stile femminile: Giulia D’Innocenzo (1’54″49, personale), Sofia Morini (1’53″88), Matilde Biagiotti (1’55″31) e Anna Chiara Mascolo (1’56″60) hanno abbassato il record italiano, migliorando il tempo fatto registrare nella batteria mattutina batteria (7’40″28) e chiudendo onorevolmente al quinto posto finale dietro le straripanti statunitensi, capaci di stabilire il nuovo record del mondo (7’30″13), mettendosi alle spalle una sorprendente Ungheria (7’33″29) e l’Australia (7’33″60).
Sara Curtis ha ricominciato a marciare come si deve: s’è presa senza grosse difficoltà la finale dei 50 dorso, che domani la vedranno scendere in acqua per dare un assalto alla medaglia. E l’ha fatto con stile, facendo registrare il nuovo primato italiano che è anche il nuovo mondiale juniores (26″03). Non è da escludere che in finale la giovane 18enne possa spingersi anche sotto il muro dei 26 secondi, e chissà se il tempo sarà sufficiente per prendersi una medaglia in una gara che si preannuncia piena di protagoniste.
In campo maschile, poca gloria per Alessandro Miressi, soltanto settimo nella finale dei 100 stile: la fatica s’è fatta sentire e il podio è rimasto distante poco meno di mezzo secondo, con l’oro andato andato all’americano Alexy. Settimo (ma con l’animo decisamente più sereno e rinfrancato) ha concluso anche Ludovico Viberti, alla prima finale in carriera nei 100 rana, vinti dal cinese Qin.