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Morto Rino Tommasi, cantore da circoletto rosso di boxe e tennis: per tutti il Migliore

Lutto nel mondo dello sport e del giornalismo, a 90 anni scompare un maestro inarrivabile che ha fatto scuola. Celebre la coppia con Gianni Clerici

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 23 febbraio ma ha fatto appena a tempo a vedere l’alba del 2025: è morto oggi Rino Tommasi, figura leggendaria nella boxe e nel tennis (ma conosceva bene tutti gli sport) che definire giornalista è riduttivo: conduttore televisivo, telecronista, organizzatore di eventi pugilistici, one man show e quant’altro.

Lo sport nel Dna per Tommasi

Nato a Verona (era simpatizzante anche dell’Hellas) Tommasi aveva uno zio che aveva praticato sport a livello agonistico: Angelo Tommasi aveva partecipato alle Olimpiadi del 1932 competendo nel salto in lungo. Lo stesso Rino ha giocato a tennis a discreti livelli ma è come giornalista che si è imposto.

La coppia con Gianni Clerici

Talmente bravo che non si poteva imitarlo neanche volendo. In coppia con Gianni Clerici, anch’egli scomparso, ha creato una delle coppie iconiche delle telecronache. Clerici per lui aveva coniato il soprannome di “ComputeRino”, per la sua maniacalità nel registrare record e statistiche. Tommasi aveva inventato l’altrettanto celebre etichetta di “Dottor Divago”

Le invenzioni verbali di Tommasi

Nell’immaginario collettivo rimarranno in eterno le espressioni coniate da Tommasi nelle sue telecronache di boxe e tennis: circoletto rosso, Veronica, punteggio isoscele, voleé agricola, nastro azzurro, gli ha fatto fare il tergicristallo, sul mio personalissimo cartellino. C’è un detto che lo racchiude in tutto o quasi: per un giornalista è molto più importante scrivere in fretta che scrivere bene. Se poi scrive anche bene, allora è Tommasi.

La definizione di Gianni Brera

Per capire la grandezza di Tommasi aiuta anche la definizione di un altro gigante del giornalismo, Gianni Brera, che di lui dsse: “Un cervello essenzialmente matematico, però capace di digressioni etico-fantastiche quali consentono sport come il pugilato e il tennis. Rino Tommasi va chiamato Professore, senza la minima ombra di esagerazione scherzosa”. Come si diveva del giovane D’Alema, Tommasi era semplicemente “il migliore”.

Maniacale nelle statistiche ma dotato di grande humour

Tra le sue (tante) specialità c’erano le statistiche, che amava come supporto ai suoi pezzi ma pur essendo una persona di grandissima disciplina e seriosa, era dotato di un humour inarrivabile. Oltre alle battute nelle telecronache era così anche nella vita privata. Una volta alle Olimpiadi di Barcellona, ospite nell’auto di un collega napoletano, Guido Baldari attuale capoufficio stampa del Napoli ed all’epoca inviato per l’agenza sportiva Rotopress, piuttosto disinvolto alla guida (dovevano correre al Palasport per la gara di basket dell’Italia), aggrappandosi a tutti i supporti a disposizione disse: “Adesso capisco perchè a Napoli ci sono tanti incidenti”.

La carriera di Rino Tommasi

La sua carriera ebbe inizio nel 1953 presso l’agenzia “Sportinformazioni”. Nel corso degli anni, ha collaborato con grandi testate come “Tuttosport” e “La Gazzetta dello Sport”. Nel 1968 viene nominato responsabile dell’ufficio stampa della Lazio dal presidente Umberto Lenzini, incarico che ricopre per un anno.

A partire dal settembre 1970, dirige per circa dieci anni la rivista mensile specializzata Tennis Club. Il 22 novembre 1969 organizza a Roma il match per il titolo mondiale dei pesi medi tra Nino Benvenuti e Luis Rodríguez, trasmesso in diretta dalla Rai. Nonostante un incasso di 94,682 milioni di lire, i biglietti venduti sono solo 9.617, portandolo a concludere la sua attività nel pugilato con la convinzione che “la boxe è finita”, incapace di competere con l’ascesa della televisione.

Fu responsabile dello sport a Canale 5

All’inizio degli anni ’80 Silvio Berlusconi gli affidò la redazione sportiva della neonata Canale 5. Tommasi acquistò i diritti degli sport americani e in Italia così sbarcò il SuperBowl. E ovviamente anche il basket della NBA, nell’epoca dei miti Bird e Magic Johnson. E ovviamente anche il tennis e la boxe.

Negli anni Ottanta è ideatore e conduttore di La grande boxe, un programma settimanale dedicato al pugilato trasmesso dalle reti Fininvest. Spesso affiancato dall’amico Gianni Clerici, ma anche da Roberto Lombardi e Ubaldo Scanagatta, commenta i principali eventi tennistici per diverse emittenti, da TV Koper Capodistria a Tele+ e SKY Sport, fino al 2010. Tra il 2009 e il 2011 collabora con Dahlia TV per le telecronache di boxe sulla piattaforma digitale terrestre.

Ha seguito 149 tornei del grande Slam

Nel corso della sua carriera, ha seguito come giornalista 13 edizioni dei Giochi olimpici e, come telecronista, oltre 400 incontri per titoli mondiali di pugilato, 7 edizioni del Super Bowl NFL e 149 tornei del Grande Slam

Sapeva tutto e aveva una memoria di ferro, passava tranquillamente dal parlare di Corghi, un portiere del Modena degli anni ’50, a Wayne Gretzky, il Maradona dell’hockey su ghiaccio. Da molti anni conviveva con l’Alzheimer, se n’è andato oggi lasciando un vuoto incolmabile.

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