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MotoGp, ultimatum Dall'Igna a Campinoti: "Deve decidere". Pramac tra Ducati e Yamaha, gli scenari

Durante la sosta forzata della MotoGP oltre al pirotecnico mercato piloti tiene banco anche la questione del rapporto tra Ducati e Pramac, Campinoti è tentato da Yamaha, Dall'Igna avvisa il patron della scuderia di Martin

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

La MotoGP si “gode” una sosta lunga non prevista. Lo spostamento del GP del Kazakistan ha di fatto creato una sorta di pausa pre estiva del Motomondiale che tornerà solo a fine giugno in Olanda. Di certo però gli argomenti non mancano. Accanto al mercato piloti esploso col passaggio di Marquez sulla Ducati ufficiale, Martin in Aprilia, e l’esodo di Bastianini e Vinales in Ktm, anche le trattative tra i team tengono banco. C’è attesa per la decisione di Pramac: restare con Ducati o accettare la corte di Yamaha, questo il dilemma di patron Campinoti. A mettere fretta alla scuderia satellite le parole di Gigi Dall’Igna a Misano per il Mondiale Superbike.

MotoGP: la Yamaha rivuole un team satellite e punta Pramac

Nel 2022, la casa di Iwata ha annunciato la decisione di evitare, per congiunture economiche, di fornire le proprie moto ad alcun team satellite impegnato nel Mondiale MotoGP. All’epoca oltre alla squadra ufficiale, Yamaha forniva le M1 al team RNF che infatti nel 2023 ha corso con le Aprilia.

Ora, a due anni di distanza, le cose sono cambiate. Se 18 mesi fa la decisione di concentrarsi solo sul team ufficiale sembrava poter essere un punto di forza, i risultati ottenuti in pista dalle M1 non hanno dato gli effetti sperati. Anzi, non avere un team satellite si è rivelato un boomerang. Non ci sono dati da incrociare, verifiche, possibilità di provare nuovi aggiornamenti e svilupparli come invece fanno gli altri.

E poi c’è anche una motivazione economica. La Dorna, promotrice dell’evento, premia ogni marchio che fornisce un team indipendente con tre milioni di euro. Da qui la scelta dei vertici Yamaha di tornare a equipaggiare almeno un team clienti.

MotoGp, Pramac tra Ducati e Yamaha: Campinoti deve decidere

Qualche mese fa si parlava del team VR46 sfruttando i rapporti di amabassador del patron Valentino Rossi ma recentemente si è fatta preponderante la pista che porta a Pramac, la scuderia di Paolo Campinoti in lizza con la Ducati per il Mondiale lo scorso anno con Martin e in testa al momento con lo spagnolo.

I rapporti tra Ducati e Pramac non sono più quelli idilliaci di un tempo. La gestione Marquez, già dallo scorso anno, ma soprattutto quest’anno, sembra aver non poco infastidito quello che è giusto considerare il primo team satellite di Ducati. Come se non bastasse sul piatto ballano diversi milioni di euro. Se è vero che Pramac paga Ducati per avere le Desmosedici dall’altro canto Yamaha ha offerto ponti d’oro, quindi soldi a Campinoti per poter fornire le sue M1. Insomma alla voce ci sarebbe un +4 milioni di euro invece che una cifra in uscita. Incentivo non di poco conto.

MotoGp, Dall’Igna mette fretta a Campinoti

Paolo Campinoti, proprietario di Pramac, ha un’opzione con scadenza luglio 2024, per estendere di altri due anni (fino al 2026) l’accordo che manterrebbe il suo status di unica squadra con il supporto di Ducati, con il seguente risultato: due Desmosedici GP di ultima generazione, identiche a quelle guidate da Marquez e Pecco Bagnaia.

“Il tempo è quasi finito. La soluzione non è nelle nostre mani, dobbiamo solo aspettare. C’è un rapporto di amicizia, mi auguro veramente che Campinoti resti con noi”, ha detto il dg di Ducati Corse Gigi Dall’Igna a Sky a margine del Gran Premio d’Italia Superbike a Misano.

Sulle manovre seguenti all’annuncio di Marquez in Ducati con gli altri team che si sono rinforzati, da Aprilia con Martin e Ktm con Bastianini e Vinales, Gigi Dall’Igna è serafico: “Più o meno sapevamo quali fossero le mosse degli altri, era già scontato. Sicuramente non sarà facile, perché i nostri avversari si sono rinforzati, ma questo lo sapevamo già, quindi bisognerà lavorare”.

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