Il tennis in chiaro e per tutti. E’ questo il sogno del presidente Angelo Binaghi che alla vigilia delle semifinali del Roland Garros che vedranno per la prima volta due italiani in campo (a distanza di 65 anni) lancia l’ennesimo attacco contro le pay-tv.
L’attacco di Binaghi
Il presidente Binaghi non usa mezzi termini e va all’attacco. L’esempio che usa è la semifinale del torneo francese che vedrà opposti Lorenzo Musetti e Carlos Alcaraz e il motivo è presto chiarito: “Gli appassionati di tennis spagnoli vedranno in chiaro la semifinale di Alcaraz. Si tratta di un diritto garantito per legge in considerazione delle rilevanza nazionale dell’evento. In Italia milioni di tifosi di Sinner e Lorenzo Musetti non avranno la stessa fortuna. Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale e inaccettabile: gli sforzi dell’intero movimento tennistico sono appannaggio di una piccola minoranza di abbonati alla pay-tv. Auspichiamo con forza un intervento normativo del Governo affinché il tennis italiano venga restituito ai milioni di appassionati”.
La lunga battaglia contro le pay-tv
L’attacco di Angelo Binaghi alla fruizione del tennis in tv non arriva come una sorpresa. Quella del presidente della FITP è una battaglia che va avanti da tempo e che sostiene l’importanza di trasmettere in chiaro gli eventi più importanti che riguardano i tennisti italiani. Un’apertura c’è stata da parte dei detentori dei diritti che in più di un’occasione hanno concesso la trasmissione in chiaro degli eventi più importanti, e inoltre è arrivato anche un importante accordo tra Sky e SuperTennis (emittente televisiva della Federazione) per i diritti dei tornei WTA. Ma la strada è ancora lunga per soddisfare le ambizioni di Binaghi.
Gli eventi di rilevanza nazionale
Il tema sollevato da Binaghi riporta a galla quello relativo alla lista degli eventi di rilevanza nazionale, una serie di appuntamenti sportivi che per legge devono essere trasmessi in chiaro. Da tempo è attesa una revisione di quel documento, l’iter per la modifica è cominciato all’indomani della finale di Sinner agli Australian Open 2024 ma oltre un anno dopo, il documento resta ancora incastrato tra i gangli della burocrazia italiane e dell’Unione Europea.