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Ciro Ferrara emoziona: parte per rendere omaggio a Diego Armando Maradona. La lettera struggente

L'ex difensore del Napoli di Maradona e grande amico del Pibe de Oro ha deciso di pubblicare un post su Instagram per annunciare la sua partenza per l'Argentina

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Il legame viscerale che cresce nonostante lo strappo insostenibile e incomprensibile dell’addio a Diego Armando Maradona, morto in circostanze assurde e sulle quali sta facendo luce la magistratura argentina, ha toccato chiunque abbia avuto modo di conoscere el Diez, di amarne la carica vitale, geniale. Semplicemente umana.

I suoi compagni nel Napoli più bello e vincente lo hanno rispettato e ammirato, amato profondamente: Ciro Ferrara, compagno e poi allenatore, ha deciso di rendere omaggio all’amico e all’uomo, volando verso l’Argentina, destinazione Buenos Aires e fare visita a Diego Armando Maradona, nel cimitero Jardin Bella Vista.

La decisione di Ciro Ferrara per rendere omaggio a Maradona

Ferrara, bandiera del Napoli e della Juventus, si è addentrato nel rapporto con Maradona nel suo libro “Ho visto Diego (E dico ‘o vero)”, un volume di vita e calcio e affetti che ripercorre i sentimenti che li hanno uniti a prescindere dalla dimensione del tempo e della maglia che, dopo l’avventura in azzurro, entrambi hanno cambiato. Ora è giunto il momento di dare un saluto all’amico, deceduto in circostanze sofferte e forse evitabili. Una morte che ha commosso e scosso il mondo intero.

Su Instagram, Ciro Ferrara ha voluto condividere pubblicamente questo messaggio che rompe il silenzio su un avvenimento intimo, quasi privato che, però, l’ex difensore ha tenuto a comunicare per ribadire un amore che va oltre quel che è noto e che emergerà ancora di una figura sicuramente controversa, ma di immensa generosità come Diego:

“Sto salendo su un aereo. Volo a Buenos Aires, per la prima volta da quando hai lasciato questo mondo. Adesso mi sento pronto. Vengo a salutarti dove mai avrei voluto trovarti.

Ben piegata, ho messo in valigia tutta la mia tristezza. Nella tasca interna una copia del mio libro, con la dedica per un amico ancora in vita.

Abbiamo viaggiato tanto insieme io e te, in occasione delle trasferte del Napoli: è capitato che ti aspettassimo invano in aeroporto, sapendo però che saresti arrivato in tempo per giocare la partita. Anche stavolta, come ogni volta, il viaggio rappresenterà il tempo sospeso tra desiderio e realtà: sarà come riagguantare l’illusione che tu mi stia aspettando.

Vigorose pacche sulla spalle e sorrisi di gioia che fanno rumore, come accade quando due vecchi amici finalmente si riabbracciano, dopo aver toccato insieme il cielo del mondo”, si legge nel post pubblicato da Ferrara alla viglia della partenza con uno scatto di passaporto e documenti.

Fonte: ANSA

Il Napoli di Ciro Ferrara e Maradona

La replica di Ferrara alle frasi di Antonio Cassano

Solo poche settimane fa, proprio a seguito delle esternazioni di Antonio Cassano, assai polemiche, sulla squadra oltre il talento e la qualità di Maradona, si erano esposti alcuni compagni di quel Napoli. Proprio Ferrara era stato molto critico sulla definizione adottata dall’ex fantasista in merito a una compagine che riuscì a segnare un’epoca e che donò, oltre al Pibe de oro, anche alcuni giocatori tra i migliori degli anni ’80:

“Quando noi vincevamo prendevi il biberon, taci, firmato nu scappat ‘e casa”. “Ciao Antonio, parli di cose che evidentemente non conosci bene, in una lingua che padroneggi ancora meno. Il 10 maggio 1987, mentre noi vincevamo il primo scudetto della storia del Napoli, tu non avevi ancora compiuto 5 anni e prendevi il biberon. Taci, che è meglio. Diego non avrebbe mai voluto nel suo spogliatoio un ‘fenomeno’ come te. Firmato: nu scappat ‘e casa”.

La reazione di Bruscolotti e Renica alle accuse di Cassano su quel Napoli

Anche altri protagonisti del Napoli campione d’Italia si sono difesi, come Giuseppe Bruscolotti (capitano del Napoli) che gli ha riservato queste parole: “Uno come Cassano sarebbe durato tre giorni nello spogliatoio del Napoli, la cosa importante era il rispetto fra tutti”. O anche Alessandro Renica, decisamente infastidito dalle parole di Cassano al quale ha replicato così: “Quello che è scappato, è il tuo cervello! Irrecuperabile”, ha scritto Renica sui social network.

Controaccuse alle quali Cassano ha deciso di rispondere, di nuovo, amplificando il dissenso e anche la contrarietà degli stessi tifosi, inorriditi per quanto abbia sminuito una formazione magica, ideale e che lo stesso Diego non aveva mai messo in discussione, ma difeso.

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