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Napoli e Verona piangono Garella: la commozione del web e quel particolare da brividi

Tanti i messaggi per la morte del portierone che "parava coi piedi" che lascia però un segno di pace trasversale a pochi giorni dall'inizio della serie A. Ecco perchè

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

“Il miglior portiere senza mani”. Lo aveva definito così Gianni Agnelli. Un vanto, essere finito sotto la lente d’ingrandimento degli aforismi dell’Avvocato, per Claudio Garella portiere del Napoli e Verona che si è spento oggi a 67 anni, a causa di alcuni problemi al cuore, dopo un intervento al quale si era sottoposto. Un grande vuoto non solo per i tifosi del Napoli e del Verona ma per tutto il calcio italiano che amava ricordare quel portiere che ha fatto diventare di un modo di parare, un marchio di fabbrica.

Claudio Garella: la carriera, il tricolore con Verona e Napoli

Chi era Claudio Garella – Dal Vicenza a Casale, Novara e Lazio dove Vinicio gli diede fiducia fin quando non divenne bersaglio della rabbia dei tifosi ( “Ero troppo giovane e per questo andò male”), poi la Sampdoria dove in tre stagioni si rifece un’immagine. Fu al Verona però che Garella divenne un idolo. Lo storico scudetto dell’85 e la chiamata del Napoli, dove bissò il tricolore nell’87 (“Ma questo mito che paravo solo con i piedi non è vero, paravo un po’ con tutto ma evidentemente sapevo usare i piedi più di altri, addirittura una volta feci un intervento in rovesciata”…).

La morte di Garella alla vigilia proprio di Verona-Napoli

C’è chi li chiama segni del destino, chi semplicemente coincidenze. Ma è incredibile, se ci si pensa, e fa venire i brividi anche, o almeno questo il sentimento che pervade il web in queste ore, che la morte di Claudio Garella sia avvenuta proprio alla viglia dell’inizio del campionato. Ma soprattutto alla viglia della prima giornata che metterà di fronte al Bentegodi Hellas Verona e Napoli, proprio le due squadre con cui Garella è diventato grande e che ha portato, anche grazie alle sue parate, molte delle quali rigorosamente con i piedi, a due scudetti storici e per certi versi clamorosi, lontano dal grande calcio di Inter, Juve e Milan e della Roma molto forte negli anni ’80.

“Hai deciso di andartene proprio prima di Verona-Napoli provando a fare un ultimo miracolo: unire, anche per in solo minuto di raccoglimento, due tifoserie così avverse..” è uno dei tanti messaggi che campeggia sui social in questo momento, proprio a stemperare anche la tensione tra i tifosi gialloblu e azzurri non proprio gemellate.

La commozione del mondo del calcio alla morte di Garella

Sono già arrivati tanti messaggi di cordoglio da ex calciatori, allenatori e tifosi. Il Verona piange il suo portiere tricolore e ha scritto sui social un lungo messaggio:

“la scomparsa di una autentica Leggenda della propria storia ultracentenaria. Autentico simbolo del primo Verona guidato da Osvaldo Bagnoli, Garella ha vestito i colori gialloblù dal 1981 al 1985, difendendo la porta dell’Hellas in tutta la trionfale cavalcata iniziata dalla vittoria della Serie B 1981/82, proseguita con la qualificazione in Coppa Uefa nel 1982/83 e culminata con la vittoria dello Scudetto nel 1984/85, di cui Claudio fu indiscusso protagonista”.

La Lega Serie A lo ha ricordato con un laconico ma signirificativo “Rip”. Non poteva mancare nemmeno il messaggio di cordoglio del Napoli arrivato sul sito e poi diffuso sugli acocunt ufficiali del club azzurro.

Garella è stato tra i protagonisti assoluti del primo scudetto azzurro nella stagione 1986/87. Era arrivato a Napoli nell’estate del 1985, all’alba della radiosa era maradoniana. In azzurro ha disputato 3 stagioni vincendo il tricolore e la Coppa Italia. Soprannominato “Garellik”, per il suo stile unico e inconfondibile, Claudio Garella vinse 2 scudetti in due squadre che in precedenza non l’avevano mai conquistato: il Verona nel 1985 e il Napoli due anni dopo. Un primato che definisce i contorni non solo sportivi ma anche umani, emotivi e professionali di un portiere che resterà sempre nella leggenda azzurra. Il Presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra e tutta la SSC Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di un indimenticabile protagonista della nostra storia.

Il web piange Garella: “Ora torna a giocare con Maradona”

“Stavolta neanche di piede a Garella è riuscita l’ultima parata alla vita. Ti sia lieve la terra, Claudio. Resti nei nostri cuori. Giuliani ti avvicendò in campo, tu l’hai raggiunto in cielo”. Particolarmente emozionante questo tweet del giornalista Umberto Chiariello.

“Un grande portiere ma soprattutto un uomo fantastico di un umiltà unica che ho avuto la fortuna di conoscere. Ciao Claudio #Garella per me sarai sempre #Garellik” è solo uno dei tanti, migliaia di messaggi che in queste ore inonda le bacheche dei tifosi e appassionati di calcio, soprattutto di fede Verona e Napoli. “Le tue parate coi piedi erano mitiche, tanto che l’avvocato Agnelli disse che “Eri l’unico portiere a parare senza mani” ha scritto il giornalista Nicolò Schira.

Gianluca di Marzio, che ha da poco perso il padre Gianni di Marzio altra figura storica del calcio a Napoli e non solo, ha scritto: “Garella figlio di un calcio che mai tornerà. Uno stipendio era oro, altro che cifre folli. Vincere lo scudetto era gioia eterna. La dedizione, la passione e quelle parate con i piedi che sembravano voli sotto l’incrocio”.

Così il giornalista Maurizio Crosetti: “Claudio Garella potevi incontrarlo al supermarket a San Mauro, omone pieno di cose da raccontare, Maradona e quelle parate con i piedi. Il mio amico fisioterapista Luciano lo aiutò a camminare ancora, dopo un’operazione difficile. Ha molto sofferto. Era molto buono”.

Il comico napoletano Peppe Iodice: “Potranno esserci numeri 1 con stile ed eleganza superiori ma tu CLAUDIO GARELLA rimarrai per sempre il portiere più importante della nostra vita. Chi ama non dimentica”

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