Il caso Acerbi non è chiuso, non per Juan Jesus e il suo entourage. Dopo il comunicato del brasiliano, pubblicato dal sito ufficiale del Napoli, ora è l’agente del difensore Roberto Calenda ad andare all’attacco del giocatore dell’Inter con un lungo post su X.
- Caso Acerbi, l’agente Calenda difende Juan Jesus
- L’agente di Juan Jesus all’attacco di Acerbi
- Calenda contro la “strategia difensiva” di Acerbi
Caso Acerbi, l’agente Calenda difende Juan Jesus
Dopo Juan Jesus è il suo agente Roberto Calenda a tornare a parlare del caso Acerbi. In un lungo post pubblicato su X il procuratore ha raccontato alcuni retroscena legati all’udienza del suo assistito in Procura Federale, dichiarazioni espressamente in risposta ad un articolo della Gazzetta dello Sport che raccontava come Juan Jesus si sia presentato da Chiné senza avvocato.
“Juan Jesus si è presentato all’audizione senza avvocato perché essendo teste/persona offesa non è prevista la presenza di alcun legale – ha scritto Calenda -: lo stesso Ufficio che lo aveva convocato aveva precisato questo aspetto. Non ci siamo dimenticati dell’avvocato: abbiamo seguito le regole. Basta conoscerle”. Più avanti Calenda afferma anche che Juan Jesus non è uno sprovveduto e che non ha avuto bisogno di aiuti perché comprende perfettamente l’italiano.
L’agente di Juan Jesus all’attacco di Acerbi
Nel suo elenco di puntualizzazioni, Calenda passa poi a sferrare una serie di stilettate ad Acerbi. La prima sottolineando come Juan non avesse bisogno di testimoni (a differenza dell’interista). “Juan Jesus ha dato il suo contributo alle investigazioni, raccontando quanto successo e depositando anche un filmato, senza doversi affannare a ‘cercare’ (ex post?) un compagno che potesse ‘confermare’ quello che è chiaramente accaduto”, ha scritto Calenda.
Calenda contro la “strategia difensiva” di Acerbi
Poi, l’agente del brasiliano si domanda il perché Acerbi, da innocente, abbia avuto bisogno di prepararsi per l’incontro in Procura: “Mi sarei piuttosto chiesto perché mai sia stata necessaria ad Acerbi una fitta preparazione di una settimana per ‘studiare la migliore strategia difensiva’ se era così evidente l’assenza della discriminazione?”. Infine, Calenda si interroga “su quali ‘prove’ abbia portato Acerbi oltre alla sua interpretazione delle parole rivolte a Juan Jesus, … ma non faccio il giornalista e, quindi, non so spiegarmi perché queste semplici domande non siano state neppure affrontate”.
Infine la chiosa: “Ancora una volta siamo di fronte al tentativo di non guardare il problema, fermandosi a considerazioni para-giuridiche maldestre e che non aiutano a capire. Peccato!”.