Se c’è un giocatore che, a 39 anni, sa rivelarsi decisivo e trascinante e anche fulcro di una mentalità, quello è Zlatan Ibrahimovic. L’apprensione dello staff tecnico, Stefano Pioli in primis (ancora positivo al coronavirus, come il vice Giacomo Murelli), causato dall’infortunio alla coscia riportato ieri sera sul campo di gioco del San Paolo risulta più che giustificato, perché questo Milan senza Ibra mostra un lato B, non sempre convincente e con indubbie difficoltà sia in manovra sia nella finalizzazione.
La promessa di Ibrahimovic a Bonera
In attesa di comprendere, dunque, quanto rimarrà fermo Zlatan (che ha aderito alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, ricordiamo) e se accuserà o meno le conseguenze di questo infortunio, quanto costruito nel gruppo a suon di Playstation e non solo, è consolidato anche da questo episodio.
“Pioli ci è mancato tantissimo in questa settimana”, ha detto Ibrahimovic a Sky Sport prima della sfida contro il Napoli dell’amico Gattuso. E poi ci sarebbe quella battuta, rivolta al sostituto di Pioli e riportata da Corsport: “Bonera l’ho visto nervoso e allora gli ho detto di non stressarsi troppo perché lui ha Ibra e ci penso io”. Una frase per sdrammatizzare anche in tema rinnovo.
La serata di Ibra al San Paolo
La sua è stata una promessa: due gol, giocate che hanno suscitato interrogativi sulla mancanza nel suo personale curriculum di un Pallone d’Oro, nonostante anche nella serta di domenica questo Napoli-Milan si sia dimostrato incentrato sulla genialità calcistica di Ibrahimovic.
Lo stesso ex compagno di squadra, Rino Gattuso, lo ha punzecchiato ma non ha potuto negare il talento: “Resterò amico di Zlatan perché ne abbiamo passate tante insieme. Lui è un accentratore, su di lui passa il gioco di ogni squadra perché ha un talento immenso. Secondo me gioca meglio adesso che dieci anni fa”.
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