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NBA, definite le procedure della quarantena

Il direttore della medicina sportiva del torneo spiega cosa succederà in caso di positività al Coronavirus.

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NBA, definite le procedure della quarantena

È quasi tutto pronto per la ripresa del campionato NBA. Le 88 partite restanti della regular season, dopo l’interruzione di febbraio causata dalla pandemia di Coronavirus, si disputeranno a Orlando.

Le squadre sono già tutte nella bolla di Disney World, ma il comitato medico è al lavoro per capire la strategia da attuare qualora spuntassero nuove positività, visto che i numeri dei contagi negli Stati Uniti sono ancora elevati.

“Se nella bolla di Disney World spunterà qualche giocatore positivo al Covid-19, prevediamo almeno due settimane di quarantena, che potrebbe però anche durare di più”. Così il dottor John Di Fiori, ex presidente della Società americana di medicina sportiva e attualmente direttore della medicina sportiva del grande torneo di basket americano.

Alcune squadre hanno già ricominciato gli allenamenti di gruppo dopo la quarantena, ma la preoccupazione è palpabile.

“Ci sono degli effetti sconosciuti per quel che riguarda la capacità polmonare, così come quelli sulla tenuta cardiaca del cuore – ha aggiunto Di Fiori – Cosa fare se un giocatore di 24 anni ad esempio ha perfettamente recuperato dalla malattia in 14 giorni, ma ha avuto in passato problemi di circolazione sanguigna? Dovremmo rimandarlo in campo senza conoscere le possibili conseguenze?”.

 

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