Non passa giorno in cui nel dorato mondo NBA non accada qualcosa che faccia gridare allo scandalo. E stavolta a fare notizia è un fatto di cronaca avvenuto proprio all’interno di un’arena, ma dove lo sport (o quantomeno le giocate sul parquet) c’azzeccano poco. Protagonisti dell’episodio sono Isaiah Stewart, giocatore dei Detroit Pistons, e Drew Eubanks, centro dei Phoenix Suns. Col primo che ha lasciato il FootPrint Center scortato dalla polizia, che lo ha arrestato dopo che aveva aggredito nel parcheggio dell’arena il giocatore della squadra avversaria.
- La ricostruzione dei fatti: "trash talking" e rissa inevitabile
- Il comunicato dei Suns ha fatto arrabbiare l'ex coach Williams
- Eubanks va in campo e firma 6 punti. Bene Fontecchio
La ricostruzione dei fatti: “trash talking” e rissa inevitabile
I Pistons, vale la pena ricordarlo, sono entrati già dalla parte sbagliata della storia in questa stagione, inanellando una serie nera di 28 sconfitte consecutive (nuovo record all time NBA). Ma quanto accaduto in Arizona le supera tutte: l’aggressione avvenuta poco prima di entrare a fare lo shootaround, sebbene Stewart la gara contro i Suns di Kevin Durant non l’avrebbe disputata per via di un problema alla caviglia (ma era comunque al seguito della squadra, come è prassi in NBA), rappresenta davvero un unicum nel suo genere.
Intorno alle 16,45 locali, a poche ore dal match, Stewart avrebbe aggredito Eubanks mentre i due stavano per accingersi a entrare nell’arena, sembrerebbe (ma il condizionale è d’obbligo) dopo un alterco tra i due, il classico “trash talking” col quale spesso e volentieri i giocatori NBA “amano” scambiarsi opinioni prima, durante e spesso anche dopo la partita. I tanti testimoni che hanno assistito alla scena non hanno potuto far altro che confermare quanto è apparso subito evidente agli occhi delle forze dell’ordine, e cioè che Stewart avrebbe colpito in modo volontario Eubanks, tanto da costringere i presenti e la security a portarlo via per evitare guai peggiori.
Il comunicato dei Suns ha fatto arrabbiare l’ex coach Williams
I Suns hanno emesso un comunicato poco dopo l’accaduto, condannato fermamente il gesto del giocatore rivale, subito individuato come il colpevole dell’alterco. “L’attacco a Eubanks è stato ingiustificato e questi atti di viuolenza sono inaccettabili. Collaboriamo con l’NBA e la polizia locale per fare piena luce sul caso”.
Parole che hanno indispettito il tecnico dei Pistons (ma ex dei Suns) Monty Williams, che ha criticato l’atteggiamento della sua ex dirigenza. “Dicono che Eubanks sia stato provocato, ma chi può dirlo con certezza? Di sicuro è un fatto che non sarebbe dovuto accadere, ma c’è un tempo per raccogliere le dovute informazioni e uno per fare comunicati e dichiarazioni”.
Parole in parte riprese da Durant, che ha liquidato il tutto dicendo “è bene pensare al gioco come prima cosa. Queste cose non dovrebbero succedere, dovremmo essere tutti fratelli, ma a volte capita che gli animi si surriscaldino”. Stewart in passato fu già protagonista di uno scontro (ma in campo) con LeBron James, che gli costò due gare di sospensione.
Eubanks va in campo e firma 6 punti. Bene Fontecchio
Eubanks, nonostante l’aggressione subita, è andato poi regolarmente in campo nel successo dei Suns sui Pistons per 116-100, segnando 6 punti e catturando 8 rimbalzi in 18’ di impiego. Stewart la partita non l’ha vista: è stato arrestato e poi rilasciato poche ore dopo, anche se adesso si attende di capire quali saranno le sanzioni cui dovrà andare incontro, sempre dopo un’accurata verifica di quanto accaduto.
Nella gara di Phoenix, il migliore di Detroit è stato ancora una volta Simone Fontecchio, arrivato da pochi giorni a Motor City, che nelle rotazioni di coach Williams sta trovando già tanto spazio. Anche se l’ennesima buona prestazione è stata oscurata dal fattaccio avvenuto prima della partita, che adesso rischia di portarsi dietro a lungo strascichi e polemiche.
Come se già dalle parti di Detroit quest’anno non ce ne fossero state poche di grane. La franchigia intanto ha preferito mantenere il basso profilo: nessun commento ufficiale a riguardo, nell’attesa anche di conoscere nel dettaglio quanto è successo.