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Obafemi Martins: la freccia di Cuper

Obafemi Martins è stato uno dei migliori prodotti recenti del vivaio dell’Inter, rapidamente affermatosi fra i titolari un po' a sorpresa.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Obafemi Martins: la freccia di Cuper Fonte: Imago Images

Il suo nome ricorda innanzitutto la gioia per il calcio. Un ragazzino velocissimo e dinamico, molto determinato ogni volta che veniva mandato in campo, e sempre sorridente. Gli scatti, i gol, le capriole per esultare. Un talento incontenibile, quello di Obafemi Martins, detto Oba Oba, che nei primi anni Duemila fu una delle maggiori rivelazioni della Serie A, in un’Inter che stava profondamente cambiando, soprattutto in attacco.

Il suo momento di gloria, purtroppo, non è stato particolarmente lungo, ma è bastato a farne un simbolo ancora oggi ricordato con affetto dai tifosi nerazzurri. Poi ha girato l’Europa e il Mondo, Martins, ma è sempre rimasto legato alla sua prima avventura ai massimi livelli del calcio.

L’avventura di Obafemi Akinwumni Martins, nato a Lagos, in Nigeria, il 28 ottobre 1984, è incominciata giovanissimo nel suo paese natale, con la maglia dell’Ebedei. Il suo allenatore, Churchill Oliseh, notò subito il suo talento e lo segnalò alla Reggiana (dove aveva giocato suo fratello, Sunday Oliseh), che nel 2000 lo portò in Italia in coppia col suo partner d’attacco, Stephen Makinwa.

Dopo 2 partite in Serie C1, Obafemi Martins convinse gli osservatori dell’Inter a portarlo a Milano. E lì iniziò tutto.

Obafemi Martins all’Inter: gli esordi

Ancora minorenne, Oba Oba Martins venne sistemato nella squadra Primavera allenata da Luciano Castellini. Il suo impatto sulla squadra fu impressionante, e nel giro di una stagione appena l’Inter arrivò a vincere il Torneo di Viareggio (che mancava dal 1986) e il campionato (che non conquistava invece dal 1989). Una generazione d’oro, quella dei ragazzi nerazzurri, di cui facevano parte Alex Cordaz, Giovanni Pasquale, Erminio Rullo, Nicola Beati e Goran Pandev, che in attacco faceva coppia proprio con Oba Oba Martins.

Nel frattempo, l’Inter maggiore finiva incredibilmente battuta all’ultima giornata dalla Lazio, perdendo lo scudetto clamoroso del 5 maggio. Per la stagione successiva Cuper, che aveva già integrato Pasquale nella rosa nerazzurra, dovette operare dei cambi in attacco: Ronaldo fu ceduto al Real Madrid e sostituito da Hernan Crespo della Lazio, ma a inizio 2003 l’argentino subì un grave infortunio e la sua stagione s’interruppe. L’Inter provò a rimpiazzarlo con Batistuta, che però deluse molto, per cui di fatto l’attacco nerazzurro era limitato a Vieri e al discontinuo Recoba.

Obafemi Martins aveva già fatto il suo esordio a dicembre, convincendo Cuper, che così decise di inserirlo nelle rotazioni della prima squadra. E venne presto ripagato, perché il ragazzo nigeriano trovò il primo gol in carriera dopo poche partite, segnando in Champions League al Bayer Leverkusen e ipotecando il passaggio del turno da parte dell’Inter. Ma la sua consacrazione vera e propria non avrebbe tardato ad arrivare in nerazzurro.

Nella semifinale di ritorno di Champions League 2002/2003 contro il Milan, arrivò il suo momento. Vieri era infortunato, Crespo era tornato ma non al meglio, e dopo lo 0-0 dell’andata i nerazzurri si ritrovarono sotto con gol di Shevchenko.

Cuper decise di rivoluzionare l’attacco, affidandosi alla giovane coppia africana Kallon-Martins, che subito rovesciò l’inerzia della partita. All’83° minuto, proprio il nigeriano trovò la rete del pareggio, e sembrò quasi che l’Inter potesse vincere. Non accadde, e per l’allora regola dei gol in trasferta la squadra di Cuper venne eliminata. Ma quella partita fu il momento cruciale dell’esperienza di Obafemi Martins all’Inter.

Obafemi Martins durante Borussia Mönchengladbach Fonte: Imago Images

Obafemi Martins all’Inter: gli anni successivi

A soli 19 anni, Oba Oba Martins era diventato un giocatore molto importante della formazione nerazzurra. In estate, Crespo e Batistuta vennero ceduti, arrivò dal Bologna Julio Cruz, e Martins si ritrovò stabilmente nel giro dei titolari, e seppe difendere la sua posizione nonostante le difficoltà della squadra, il cambio di allenatore (Zaccheroni subentrò a Cuper) e l’arrivo a gennaio di Adriano. Ma fu in particolare dalla stagione 2004/2005, con l’arrivo di Roberto Mancini in panchina, che Martins divenne realmente un punto fermo dei nerazzurri.

L’ex allenatore di Fiorentina e Lazio lo vedeva come partner d’attacco ideale di Adriano, aggiungendo velocità e dinamismo alla punta brasiliana, potente e tecnica. In quella stagione raggiunse infatti quota 22 gol complessivi, il suo record assoluto in carriera, e disputò in tutto 46 partite: solo Javier Zanetti e Dejan Stankovic fecero più partite di Obafemi Martins in quell’annata. I 6 gol in altrettanti partite del nigeriano furono decisivi per riportare l’Inter a vincere un trofeo, la Coppa Italia, dopo anni di digiuno. Sempre nel 2005 rinnovò anche il suo contratto, firmando un quinquennale da 2,5 milioni di euro a stagione.

Disputò ancora un’altra eccellente stagione in nerazzurro, contribuendo alla vittoria della Supercoppa italiana e di un’altra Coppa Italia, ma ormai il rapporto tra Obafemi Martins e l’Inter stava prendendo una direzione diversa. Moratti voleva una squadra che potesse vincere nuovamente lo scudetto ma anche puntare alla Champions League, e per questo stava investendo su stelle internazionali come Figo. Lo scandalo Calciopoli, poi, permise al club nerazzurro di sottrarre alla Juventus alcuni importanti giocatori, su tutti Zlatan Ibrahimovic, mentre nel frattempo tornava Crespo in prestito dal Chelsea. Gli spazi in attacco si erano ristretti, e Oba Oba Martins, a soli 22 anni, diventava un ottimo profilo per ottenere una comoda plusvalenza.

Obafemi Martins: gol in giro per il mondo

Per 15 milioni di euro, quindi, Martins lasciò l’Italia per il Newcastle, una delle società di punta del campionato inglese. La sua prima annata ai Magpies, però, si rivelerà molto complicata. Dal punto di vista personale, innanzitutto, con un brutto infortunio al ginocchio subito proprio a inizio stagione. E poi a livello di squadra, con cambi di allenatore e, in mezzo, anche quello di proprietà, con l’arrivo di Mike Ashley. Nonostante ciò, Oba Oba Martins riuscirà a chiudere con 17 gol realizzati.

Il suo arrivo al Newcastle era stato accolto con grande favore, dato che il club aveva scelto di puntare su di lui per sostituire il grande Alan Shearer, ritiratosi alla fine della stagione precedente, ma ovviamente si trattava di due giocatori molto differenti tra loro. Martins – più seconda punta che centravanti, più rapido che potente – si trovò anche a guidare l’attacco di una squadra che si stava indebolendo e che triturava allenatori come se niente fosse. L’intesa con Michael Owen non fu mai ideale, e al termine dell’annata 2008/2009 il Newcastle retrocedette.

La carriera di Oba Oba Martins riprese quindi altrove, necessariamente. Stava per compiere 25 anni, ma in realtà la fase migliore della sua esperienza da calciatore era ormai alle spalle.

La stagione al Wolfsburg, in Bundesliga (e accanto a Edin Dzeko), fu un flop, così passò poi al Rubin Kazan, ma anche in Russia il nigeriano non trovò la condizione ideale, e a gennaio 2011 veniva prestato al Birmingham City. Anche il ritorno in Premier League fu poco proficuo (nonostante la conquista della League Cup), e fece ritorno a questo punto in Russia. Tra il 2012 e il 2013, Martins visse la sua ultime esperienza nel calcio europeo, vestendo la maglia del Levante in Liga, dove visse comunque un buon momento. Segnò infatti 9 gol, risultando il miglior marcatore della squadra, che concluse il campionato al decimo posto.

A quel punto, Obafemi Martins sbarcò negli Stati Uniti, firmando per il Seattle Sounders. L’avventura in Nordamerica segnò la rinascita dell’ex talento delle giovanili dell’Inter, che anche grazie al livello più basso del campionato MLS riuscì a tornare su medie realizzative importanti. In tre stagioni, Martins portò i verdeblu alla conquista di ben due trofei (il Supporters’ Shield e la US Open Cup), marcando uno dei periodi migliori della storia del club.

Negli Stati Uniti, Obafemi Martins aveva ritrovato la gioia dei primi anni di carriera, e così, sebbene avesse già 32 anni, nel 2016 decise di iniziare un’altra avventura, trasferendosi nella Chinese Super League per giocare con lo Shanghai Shenhua. Le prime due stagioni furono ancora di ottimo livello, e l’attaccante nigeriano si rivelò tra i migliori giocatori del campionato, conducendo la sua squadra a vincere la Coppa della Cina (torneo di cui fu anche capocannoniere). Dal 2018, complice anche l’acquisto nel suo ruolo di Demba Ba, iniziò a essere sempre meno utilizzato, fino a cambiare squadra nel 2020.

La sua ultima esperienza è stata sempre in Cina, nel piccolo Wuhan Zall, dove ha disputato appena 6 partite e ha segnato 1 gol. Tuttavia, Oba Oba Martins è riuscito a dare il suo contributo nella salvezza del club, prima di ritirarsi dal calcio.

Obafemi Martins in Bundesliga / Volkswagen-Arena Wolfsburg Fonte: Imago Images

Oba Oba Martins: quanti gol ha fatto in carriera

21 anni come calciatore professionista in quattro diversi continenti, il rapporto tra Obafemi Martins e il gol è sempre stato piuttosto proficuo, specialmente negli anni giovanili all’Inter. Nell’autunno 2004, per dire, arrivò a essere il primo adolescente a segnare in tre stagioni consecutive di Champions League nella storia.

Le sue statistiche parlano di 18 gol in 42 presenze con la Nigeria, maglia con la quale ha preso parte a tre edizioni della Coppa d’Africa (arrivando terzo nel 2006 e nel 2010) e al Mondiale del 2010. A questi reti con la nazionale, si aggiungono quelle segnate con le squadre di club: in tutto, Oba Oba Martins vanta 183 gol in 487 partite.

Il suo record stagionale è rappresentato dalle 22 reti in 45 partite messe a segno nel 2004/2005 con l’Inter, quando aveva appena 20 anni. L’Inter è anche il club con cui ha segnato più gol in carriera (49), seguito dal Seattle Sounders (45) e dal Newcastle (35). È però con la squadra statunitense che ha mantenuto la sua miglior media realizzativa, segnando circa un gol ogni due partite.

Non è mai stato uno marcatore particolarmente prolifico, anzi Obafemi Martins per la sua velocità e agilità è sempre stato più una seconda punta, rendendo al meglio quando poteva giocare accanto a un attaccante più robusto e potente. Questo non gli ha però impedito di vincere una volta un titolo di capocannoniere, come abbiamo visto: accadde nel 2017 nella Coppa di Cina, conquistata col suo Shanghai Shenhua. Non solo: quando giocava negli Stati Uniti Martins segnò anche una rete che venne premiata nel 2014 come Gol dell’anno della MLS. Ovviamente, nella carriera di Obafemi Martins il gol che rimane più famoso e importante è senza dubbio quello segnato con l’Inter contro il Milan nella semifinale di ritorno della Champions League 2003/2004.

Obafemi Martins: velocità, capriole e altre curiosità

Per i tifosi che lo hanno visto giocare, Obafemi Martins rimarrà sempre nella memoria per la sua impressionante velocità, il vero punto di forza del suo gioco. Soprattutto nell’Inter di Cuper, che si basava molto sul contropiede, le sue qualità atletiche si rivelarono molto importanti a livello tattico. La velocità di Martins è stata calcolata, ai tempi in nerazzurro, in 9 metri al secondo, facendone uno dei giocatori più rapidi d’Europa, all’epoca.

Nessuno ha mai provato a cronometrarlo sui 100 metri, ma secondo l’allora preparatore atletico dell’Inter Ivan Carminati, il suo tempo poteva aggirarsi attorno agli 11 secondi. Un dato non da poco, se consideriamo che all’epoca il record del mondo sui 100 metri piani maschili era di 9’’77 (stabilito nell’estate 2005 dal giamaicano Asafa Powell).

Ma d’altronde l’atletismo di Oba Oba Martins era dirompente, e non si notava solo nella sua velocità.

A livello fisico e aerobico, il nigeriano era in assoluto tra i migliori nella Serie A dell’epoca, tanto che a dispetto della statura ridotta (appena 179 centimetri) era comunque un buon colpitore di testa. Merito proprio della sua eccezionale elevazione, stimata dai preparatori dell’Inter in 70 centimetri. Con queste caratteristiche, è facile capire perché dell’esultanza di Obafemi Martins con le capriole, divenute un tratto tipico delle sue partite e dei suoi gol. All’epoca, sulla stampa italiana si vociferava che le capriole di Martins avrebbero potuto alla lunga causargli problemi alla schiena e infortuni collegati, ma in realtà nulla di tutto questo si è mai verificato.

A suo modo, l’attaccante nigeriano ha incarnato un’epoca, soprattutto per i tifosi dell’Inter. Quella della transizione da Ronaldo a Ibrahimovic, due degli attaccanti più forti e determinanti che la Serie A abbia mai avuto. La particolarità di Obafemi Martins fu di essere uno dei pochi prodotti del vivaio nerazzurro arrivati a dare un contributo importante alla prima squadra, anche se purtroppo vincendo meno di quanto avrebbe forse meritato.

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