Povero di stelle lo Zurigo, avversario del Napoli in Europa League (spiccano l’ex Udinese Nef e Kololli che è diventato famoso più che altro per un tuffo nel fossato dopo l’esultanza per un gol), ma c’è un ex giocatore che merita di essere ricordato. Il suo nome non dirà molto, Urs Althaus, che negli anni ’70 fece parte per due stagioni del club svizzero ma tutti lo conoscono per aver interpretato il brasiliano Aristoteles nel leggendario film cult “L’allenatore nel pallone” con Lino Banfi. Althaus infatti è svizzero (padre nigeriano e madre elvetica) e dopo l’esperienza da calciatore allo Zurigo lasciò il calcio per un infortunio.
LA CARRIERA CAMBIA – Fu una svolta alla sua carriera: diventò il primo uomo di colore a posare su GQ, e un modello famosissimo, fondò una delle più importanti agenzie di modelli e fu scoperto come attore da Lina Wertmuller. Poi l’occasione con il film di Banfi nell’84. E per tutti divenne per sempre Aristoteles, il brasiliano con la saudade che Oronzo Canà doveva far addormentare cantandogli la ninna nanna: Arì, Arì, sognar, sognar…e speriamo che domenica vuoi segnar…». In una recente intervista Althaus ricordava ancora: «Bizona e 5-5-5, sembra ieri: Speroni con la moglie del presidente, Crisantemi che portava sfiga, ma era simpatico…io sono Urs, ma in Italia sarò sempre Aristoteles e se serve sono pronto a tornare insieme a Oronzo, ehm…a Lino…Io da ragazzo giocavo davvero, con lo Zurigo. Il mio idolo era Pelé, ero un “10”, ma ho smesso per un incidente al braccio. Al provino per l’Allenatore nel Pallone, Banfi palleggiava, poi mi passò il pallone: “Sei capace?”. “Certo”. Mi misi a fare un po’ di giochetti e lui: “Ok, sei il mio Aristoteles. Le mie scene preferite sono quelle in Brasile con il Maracanà e la partita nelle favelas. E poi la gara con la Roma: segno su punizione, ma perdiamo 5-1. Ho avuto l’onore di giocare con Pruzzo, Graziani, Ancelotti, Spinosi… ma la scena più divertente è un’altra…Quando Canà, Gigi e Andrea cercano la cugina di Eder, una ballerina di samba. A un certo una sculetta con Lino che è tutto eccitato…il problema è che non era “una”…era un uomo…e quando Lino sente qualcosa di strano fa una faccia assurda…E poi la ninna nanna. Ero così nella parte che mi sono commosso. Nel film ero triste per la saudade, Lino canta e mi tira su e io faccio gol e vinciamo contro la Sampdoria…»