Iniziamo dalla cosa più semplice da dire: il risultato. Filippo Macchi è medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella prova individuale di fioretto. L’oro va a Ka Long Cheung che lo porta a casa per la seconda volta consecutiva. Ora tutto il resto. Roba complicata da riassemblare. Tre chiamate video sul 14-14: roba probabilmente mai successa prima.
Per tre volte la sensazione che la stoccata vincente fosse dell’italiano, invece i giudici per due volte decidono di non decidere e li rimettono in pedana. La terza volta, quella che pone fine al duello, si alza il braccio destro dell’arbitro, indica il fiorettista hongkonghese. Mentre sfuma l’oro di Macchi accade di tutto.
- Cerioni sale in pedana, Macchi si dispera
- Macchi-Cheung si chiude sul 14-15
- Il rimontone di Filippo
- L'ultima stoccata si ripete tre volte
- Il grande percorso di Filippo a Parigi
- Un secondo posto che vale comunque tanto
Cerioni sale in pedana, Macchi si dispera
Il pubblico parigino comincia a rumoreggiare e Stefano Cerioni, ex schermidore e ora allenatore dell’azzurro, sale in pedana per indicare ripetutamente, col dito, la sagoma di Macchi. A dire platealmente: il vincitore è lui. Filippo, nel frattempo, si è appena rialzato dopo essere letteralmente crollato in seguito alla chiama: distrutto, affranto, deluso.
Non significa che l’argento di un debuttante che ha stupito tutti passi in secondo piano, per niente. Ma è l’ennesimo capitolo della spedizione parigina dell’Italia che si rimpolpa con un nuovo caso arbitri.
Macchi-Cheung si chiude sul 14-15
Cheung va sul 2-0in fretta, la luce rossa si accende un paio di volte, poi Filippo prende controtempo l’avversario all’altezza della spalla. Il 3-1 non scoraggia Macchi, ricostruisce l’azione e continua a tallonare l’avversario. Attacco lungo in progressione, contrattacco di Filippo: l’hongkonghese avanti 4-3. Tocca a Filippo: reagisce e prepara il colpo, Pippo prende l’iniziativa e trova il sorpasso. 5-4.
Risposta di Cheung, nuova parità. Ancora l’hongkonghese: batte sul ferro e tira, 6-4. Due punti in sequenza, uno a testa: la classe di Cheung viene fuori, a segno da fermo. 7-5. Filippo parte prima, prepara e colpisce sull’attacco di Cheung: 7-6. L’8-6 a distanza ravvicinata, doppio colpo per il 9-7. Macchi insegue, luce bianca, bersaglio non valido, si rimette in guardia e subisce la stoccata. Cheung vola a +3. Non molla niente Filippo: 10-8, Cheung fa illuminare il bianco, bersaglio non valido.
Il rimontone di Filippo
Parata e risposta di Filippo: colpo di classe per il -1. Il rimontone di Macchi fa salire i primi cori udibili: si tifa parecchio, cresce la sensazione che Filippo abbia l’oro nel fioretto. L11-0 per Cheung mentre Filippo prova a scappare, si fermano e accettano il minuto di pausa alla fine della prima frazione.
Nessun timore per Macchi, controllo emotivo: 11-11, stoccata costruita passo dopo passo, l’hongkonghese non poteva più scappare oltre. Parata e risposta, attacco non valido per Macchi, poi il Var conferma il punto di Cheung: 11-12. Parata e risposta: lucidissimo Pippo, si torna in parità. Ancora Macchi, concede il bis: parata e risposta sembra un marchio di fabbrica.
13-12, l’azzurro è avanti per la prima volta. Poi si scatena Stefano Cerioni, l’allenatore: ancora azione col ferro, batte sulla lama dell’avversario e va a cercare la schiena. La trova. Macchi si prende due stoccate di vantaggio per chiudere. Il primo tentativo lo spegne Cheung: 14-13. Filippo cambia il guanto, troppo sudato. Bersaglio non valido, si torna in pedana.
L’ultima stoccata si ripete tre volte
Ancora Cheung: 14-14. All’ultima stoccata: finale thrilling, stoccata di entrambi, esultano tuti e due, attacco e contrattacco. Decide il video ma è una chiama che dura tantissimo: il giudice non decide. Non esprime alcun verdetto. Cerioni non è d’accordo ma non è il momento di polemizzare. Tutto da rifare: luce bianca, bersaglio non valido sia per Filippo che per Cheung. Seconda chiama al video: ancora pilateschi, i giudici non decidono.
Di nuovo in pedana: parata e risposta di Macchi. Terza volta al video: stavolta il braccio indica l’hongkonghese. Cheung medaglia d’oro olimpica per la seconda volta consecutiva. Ma la polemica finale copre l’epilogo: c’è rabbia, tanta rabbia per la sensazione che anche nel fioretto maschile l’Italia sia stata danneggiata dalle decisioni – e dalle non decisioni precedenti – dei giudici.
Il grande percorso di Filippo a Parigi
Impresa ai quarti di finale contro l’egiziano Mohamed Hamza, poi il capolavoro in semifinale con la vittoria dell’italiano sul numero 2 al mondo, Nick Itkin. Dicono che di fianco al pane, già da piccolo, avesse il fioretto: è cresciuto così, Filippo Macchi detto Pippo e, eccezion fatta per una fascinazione per il calcio che a un certo punto dell’adolescenza lo ha fatto vacillare (calciatore o fiorettista?) ha sempre avuto le idee chiare. Il primo allenatore è stato nonno Carlo che, della disciplina, resta una istituzione a livello nazionale.
Un secondo posto che vale comunque tanto
Vicecampione italiano, oro europeo si gode il debutto olimpico come meglio non avrebbe potuto. Serve come l’aria, questa medaglia all’Italia e alla scherma: l’avvio non è stato esaltante e, al di là di qualche dubbia decisione arbitrale, va detto che finora le aspettative sono state disattese.
Ecco perché anche questo secondo posto vale tantissimo: a Pippo, legato sentimentalmente a Giulia Amore, figlia di un’altra leggenda della scherma italiana quale è Diana Bianchedi, serve per una consacrazione arrivata prestissimo. 22 anni sono un’inezia e lasciano gustare un potenziale e una prospettiva illuminanti. La carriera di Macchi è appena cominciata e prende il là sotto buonissimi auspici. Avrebbero potuto essere ottimi ma qualcuno ha deciso che non dovesse essere così.