Nella giornata di venerdì 9 luglio il telefono di Adriano Panatta era bollente, più che per il caldo per i tanti messaggi e le tante chiamate.
“Peccato” che più che gli auguri nel giorno del 71° compleanno, l’ex fuoriclasse del tennis italiano abbia ricevuto richieste di interviste per commentare il “fenomeno Berrettini“, primo finalista italiano della storia a Wimbledon.
E a chi rivolgersi se non all’ultimo italiano finalista, nonché campione, in uno Slam, nel 1976 al Roland Garros?
“Ho guardato il match di Matteo e mi fa piacere si sia qualificato in finale proprio nel giorno del mio compleanno” ha dichiarato l’ex capitano dell’Italia di Davis al ‘Il Messaggero’.
Ok, ma l’appetito vien mangiando e allora gli italiani si aspettano che Matteo completi l’opera conquistando i Championships ai danni di Nole Djokovic.
Non impossibile, secondo Panatta: “Matteo è un campione meraviglioso ed è cresciuto molto, ma non mi stupisco, perché quando si arriva più si vince e più si è consci di quanto si vale”
“Certo, come Nole non c’è nessuno – ha proseguito – Difficile dire cosa dovrà fare Matteo per vincere, ho le idee più chiare su cosa non dovrà fare. Prima del match sarà fondamentale non farsi prendere dall’ansia. Sul campo invece non stravolgere il proprio gioco e confidare sui propri colpi forti, che come tutti sanno sono servizio e dritto. Ecco, se Matteo giocherà come ha fatto finora potrà davvero farcela anche se affronterà un marziano. Il modo in cui ha ripreso a giocare dopo aver perso il terzo set con Hurkacz fa ben sperare”.