Grazie al terzo tempo nella sua batteria che le vale il ripescaggio, Valentina Petrillo vola in semifinale nei 200 metri categoria T12 alle Paralimpiadi di Parigi. Al termine della sua gara, l’atleta napoletana ha anche risposto a JK Rowling, che nei giorni scorsi l’aveva duramente criticata definendola un’imbrogliona.
Petrillo in semifinale nei 200 metri
Nonostante una gara tutt’altro che perfetta, Valentina Petrillo è riuscita a staccare il pass per le semifinali dei 200 metri categoria T12 alle Paralimpiadi. La velocista partenopea ha infatti chiuso al terzo posto la sua batteria dietro a Simran (25”41) e Alejandra Perez Lopez (25”94) con il tempo di 25”95, che le è valso in ripescaggio per il penultimo atto. Queste le parole di Petrillo, consapevole di dover fare di più se vuole sperare di andare avanti, a fine gara: “Il risultato della gara in sé non mi ha soddisfatto, perché non ho corso bene e c’è da fare un’altra gara per poter sperare in qualcosa di positivo”.
La risposta a JK Rowling
Al termine della gara Petrillo, la cui presenza alle Paralimpiadi ha subito scatenato forti polemiche perché atleta transgender, ha risposto anche JK Rowling, che nei giorni scorsi l’aveva definita un’imbrogliona: “Sono lusingata che la Rowling si sia scomodata per me, ma non ho mai letto Harry Potter. Mi è stato detto che è lei l’autrice di Harry Potter e io non l’ho nemmeno mai letto. Tra l’altro mi hanno anche detto che proprio nei suoi libri lei parla di uno sport dove non c’è genere e quindi mi aspettavo un altro comportamento dalla Rowling”.
Il riferimento al Quidditch
Lo sport inventato da JK Rowling citato da Petrillo è il Quidditch, che compare sin dal primo capitolo della celebre saga. Nel Quidditch, che consiste in due squadre di sette elementi che a cavallo di scope volanti devono fare punto tirando la palla all’interno di determinati bersagli o catturare il boccino d’oro, maschi e femmine giocano assieme e l’idea di questo sport senza genere paradossalmente era venuta all’autrice proprio per mostrare un mondo – immaginario – più inclusivo.