Solo 46 secondi di incontro per l’azzurra Angela Carini che dopo i primi colpi con la sua avversaria decide di abbandonare il match, quello fonte di polemica negli ultimi giorni e he sarà ancora più controverso nelle prossime ore. Quello dell’azzurra è un gesto polemico destinato a far discutere moltissimo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
- Carini: “Ho avuto un dolore forte al naso”
- Il comportamento di Angela Carini
- Trans o intersex: il caso della Khelif
Carini: “Ho avuto un dolore forte al naso”
Le polemiche non mancheranno, Angela Carini prova però a spegnerle subito: “Non me la sono sentita di continuare dopo il primo minuto. Ho accusato un forte dolore al naso. Non è da me arrendermi ma non riuscivo a continuare e ho detto basta. Sono salita sul ring per mio padre che non c’è più e volevo percorrere l’ultimo chilometro. Se mi sono fermata l’ho fatto solo per la mia famiglia. Incontro irregolare? Non sono nessuno per giudicare o prendere una decisione. Io ho combattuto nonostante le polemiche che ci sono state”.
Il comportamento di Angela Carini
La napoletana Angela Carini si era presentata a queste Olimpiadi con grandi aspettative e ambizioni e la volontà di provare a gareggiare per una medaglia che era il sogno suo e di papà Giuseppe che l’aveva avvicinata al mondo del pugilato e che è scomparso da qualche anno. Ma già dall’ingresso sul ring l’azzurra è sembrata incerta. Dopo pochi secondi si è fermata per farsi aggiustare il caschetto che le donne devono ancora indossare nei match di pugilato alle Olimpiadi. Poi il secondo stop dopo aver subito un colpo molto duro dalla sua avversaria. “Fa male, fa malissimo”, carpiscono i microfoni posizionati a bordo del ring. Ma nonostante le controversie e le polemiche, l’azzurra non ha chiuso nel migliore dei modi, rifiutandosi di stringere la mano alla sua avversaria e agli allenatori algerini. Lacrime, preghiere e poi la fuga dal ring.
Trans o intersex: il caso della Khelif
Le notizie arrivate negli ultimi giorni da Parigi hanno fatto discutere ma c’è stata anche tanta confusione. Nella foga dell’agenda politica la pugile algerina è stata identificata come “trans” quando la sua è invece un caso di “intersex” come ne sono avvenuti tanti nel mondo dello sport. La sua situazione è diventata un polverone anche in virtù della decisione dell’IBA di escluderla dagli ultimi mondiali in base a un test del DNA sul genere sessuale che l’atleta avrebbe fallito per l’eccesso di testosterone. E ora questo epilogo rischia di alzare un polverone che con il mondo dello sport sembra avere sempre meno a che fare con lo sport.